-Capitolo 24-

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Talìa:E poi, sotto un fascio di luce di settembre l'ho incontrato

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Talìa:
E poi, sotto un fascio di luce di settembre l'ho incontrato.
Lui che mi guarda con la solita durezza, io che sto per avere un infarto, proprio in questo momento.
I suoi occhi sono i migliori a tradurre i miei pensieri e questo è un dato di fatto.
Lo vedo come cerca di decifrare la mia reazione.
"Che cosa.. cosa ci fai qui?" Mi viene spontaneo chiederglielo perché tutto mi sarei aspettata ma mai di incontrarlo, sopratutto nella piscina di una palestra.
Ingoio il nodo di vetri che ho in gola.
Ma lui non risponde, tutto quello che fa è contrarre la macella e indurire i muscoli senza pronunciare alcuna parola.
Ha gli occhi rossi e le labbra gonfie. Le gocce di acqua invece che gli scivolano sul corpo stupendo.
Dio.. è bellissimo. Non riesco a ragionare in questo momento.
Sento il cuore battere fortissimo dentro il petto e questo doloroso pugno allo stomaco che provo solo ed esclusivamente con lui.
"Deian..?" Sibilo facendo un passo verso di lui prima che con un movimento deciso mi sorpassi in modo indifferente.
Subito afferro la sua mano sentendo come rabbrividisce a questo gesto, per il nostro contatto. Per quel poco che ho imparato su di lui so che non sempre è d'accordo quando qualcuno lo sfiora. Delle volte potrebbe reagire male.
Il suo volto appunto, quando si gira verso di me, mi accenna il disagio che prova.
Sembra che stia impazzendo.
"Aspetta.." Perché lo sto trattenendo? Mi ero ripromessa che non avrei più provato ad avere alcun tipo di rapporto con lui.
L'ho promesso alla mia famiglia. Non posso tradirli di nuovo.
Anche lui lo sa, infatti lo vedo posare lo sguardo ovunque tranne che su di me e fa male.
Fa male come uno schiaffo in piena faccia. Allo stesso modo è umiliante.
Lascio dunque la sua mano che cade di nuovo nell'acqua, prima di stringermi tra le mie stesse braccia e tornare con la schiena rivolta verso di lui.
Io non posso. Lui non può.
È tutto sbagliato.
Non capisco nemmeno come diavolo siamo riusciti ad incontrarci in questo contesto.
Con questo pensiero assurdo sono dall'altra parte della vasca, appoggiata al bordo con i gomiti, mentre rifletto sul fatto che probabilmente lui mi ha anche già dimenticata.
Potrebbe aver trovato un'altra ragazza.
Al solo pensiero sento gli occhi inumidirsi.
Non so per quanto tempo io rimanga in questa posizione a riflettere, ma penso e ripenso al fatto che sia a pochi passi di distanza da me e che non possa nemmeno sfiorarlo.
È un'agonia.
Volto leggermente la testa, anche se so bene che è uscito dall'acqua poco fa.
Sarà andato via.
Riprendo quindi a nuotare per qualche minuto, godendomi fino all'ultimo attimo di questa pace. Il tempo scorre e secondo la mia testa è giusto che io debba stancarmi, sperando prima o poi di avere un crollo mentale e di riuscire ad eliminare dalla mia testa Deian. Incomincio a nuotare con stili diversi, non ho idea di quante vasche abbia fatto fino ad ora ma ad un certo punto sono stremata.
Poggio la testa contro il bordo della piscina per rilassarmi.
So che è sbagliato, probabilmente questo non è il modo corretto per dimenticare una persona ma non riesco a smettere di pensare che pochi minuti fa lui era proprio di fronte a me, dopo settimane.
Sto diventando pazza.
Ad un certo punto la voce di Thomas riesce a distrarmi dai pensieri.
Sollevo la testa e lo ritrovo alle mie spalle.
Ho ancora il respiro agitato e lui se ne accorge.
"Tutto bene Talìa?" Domanda accigliato e con le mani nelle tasche. Mi esamina con i soliti occhi attenti mentre annuisco velocemente.
"Si.. avevo bisogno di una nuotata. Te l'avevo detto." Passo una mano sul viso.
"D'accordo.." Dice stranito per poi schiarirsi la voce.
"Adesso ho un colloquio di lavoro per i corsi dei bambini, puoi stare qua dentro un altro po'." Prosegue prima di chinarsi alla mia altezza e passare lentamente un dito dentro l'acqua, proprio accanto alla mia spalla.
Seguo il suo movimento prima che il mio sguardo trovi il suo, carico di quella che credo sia malizia.
Non mi piace.
Risucchio il respiro per poi allontanarmi.
"Grazie." Rispondo fredda come il ghiaccio.
"Ma devi indossare la cuffia, Talìa." Sussurra lui facendomi rabbrividire per la familiarità della voce che sento.
Oddio. Non farò sul serio.
Adesso trovo somiglianze con Deian anche nel timbro di voce delle persone.
"Thomas, la candidata è arrivata. Ti consiglio di andare." Sento che dice proprio quest'ultimo alle mie spalle.
E mi volto di scatto non credendo alle mie orecchie.
Lui è la.
Deian è in piedi, a petto nudo e appoggiato alla porta degli spogliatoi maschili che ci fissa con la solita aria da persona annoiata, mentre fuma quella che credo sia una canna.
Sembra un fotomodello appena uscito da una serie tv americana. Con le goccioline di acqua che gli scivolano sul corpo tatuato, il rosario d'oro intorno al collo e il taglio di capelli fresco.
Questa volta nello stomaco non sento le farfalle, bensì un branco di elefanti inferociti che si stanno divertendo a danzare la samba dentro di me.
È incredibile quanto mi attragga e quanto fottutamente mi sia mancato questo ragazzo, nonostante tutto.
Mi è mancato proprio come una droga, come quando la tua mente non riesce a distrarsi con altro.
E sai di essere fregata.
Come quando la associ a qualunque cosa ti accade, lo senti in tutte le canzoni che ascolti, e lo leggi in tutte le frasi, lo sfiori in tutti i gesti che fai.
Malgrado tutto il dolore che mi ha causato, lui mi è mancato.
Mordo l'interno della guancia, voltandomi nuovamente dalla parte opposta per non urlargli contro di andarsene, e che mi ha già scocciata questa situazione.
Ho passato intere nottate a cercare di eliminarlo dalla mente, adesso non manderò tutto a puttane per uno stupidissimo incontro.
"È all'entrata che ti aspetta." Immagino già il suo movimento di testa per far capire a Thomas di levarsi dai piedi.
Il solito capo branco del cazzo.
Mi domando solo come facciano a conoscersi i due.
Senza troppe storie il biondo si dilegua lasciandoci soli ancora una volta, non prima di avermi strizzato l'occhiolino e raccomandato di lasciare la piscina libera entro mezz'ora.
L'aria tra di noi si fa sempre più tesa, lo sento addosso.
Poi Deian d'un tratto scivola in acqua con il suo tempismo perfetto e proprio quando cerco di impegnare tutte le mie forze per evitarlo, le sue mani raggiungono i miei capelli in men che non si dica.
Li tira e sento che è pieno di rabbia.
"Adesso ti scopi mio cugino, mmh?"
Mio cugino? Che cosa ho appena sentito?
Mi volto verso di lui alla velocità della luce, come se avessi appena adocchiato un fantasma a tre teste.
Lui però mi coglie alla sprovvista quando lo trovo alle mie spalle, incazzato a morte e con quella robaccia stretta tra i denti.
Lo spingo dal petto con le labbra assottigliate in una linea dura.
"Che modo di merda per dimenticarmi Talìa." Sfoggia uno di quei sorrisi da figlio di puttana prima di soffiarmi il fumo in piena faccia.
Comincio a tossire, sventolando una mano davanti al viso.
"Che cazzo fai Deian? Mi stai prendendo in giro?" Alzo la voce, irritata da morire.
È chiaramente sballato da quella schifezza che sta fumando.
"So anche che stai lavorando come donna delle pulizie dai tuoi vicini di casa." Incalza divertito. Lo fisso e sospiro incrociando le braccia al petto.
Sono rossa dalla rabbia e lui rimane ad osservarmi dall'alto, giocherellando nel frattempo con il piercing alla lingua come al solito.
"Non rispondi? Non sei contenta di sapere che mi interesso di te?" Non ho voglia di parlare, potrei davvero distruggerlo questa volta e lui mi sta palesemente stuzzicando.
"Lasciami in pace stronzo." Glielo dico con tutto il disprezzo del mondo ma a quanto pare non sembra aver capito. Perché ai miei occhi risulta divertito?
Scuoto la testa, indignata.
"Me ne vado." Mi afferra di nuovo per il braccio e questa volta lo ritraggo come se mi fossi scottata.
"Non toccarmi." Ringhio serissima.
"Ti sto parlando come se fossimo vecchi amici che non si vedono da tempo." So che mi sta prendendo in giro e so anche quanto lo diverte farlo, per questo si avvicina sempre di più, facendomi indietreggiare lentamente.
"Ah, certo. Ovviamente, amici." Scoppio a ridere prima di sollevare il braccio in aria per colpirlo con tutta la rabbia che ho incassato nel corpo.
Ma la sua mano, come dovevo immaginare, blocca il mio movimento in men che non si dica.
Mi ero scordata di questo particolare, del fatto che è un pugile e che sa difendersi meglio di chiunque altro.
Brutto stronzo.
"Mossa sbagliata." Si morde il labbro inchiodandomi con la schiena contro il bordo della piscina.
Sento il respiro venir a mancare sempre di più.
Il suo profumo di colonia.. lo sento.
Vorrei scomparire dalla faccia della terra, mi trovo di nuovo difronte a lui e per di più in questa situazione scomoda.
Sono una stupida.
"Mi fai male. Mollami Deian!" Alzo la voce.
"Non hai detto lo stesso quel giorno nella cantina del Joia. Giusto?" Sobbalzo quando le sue dita finiscono sul mio costume a conchiglia e sistemano la parte superiore, che si era leggermente abbassata per via dell'acqua.
Per un attimo mi guardo attorno, per paura che qualcuno ci veda forse.
È così delicato.
L'attimo dopo mi stringo tra le braccia, tornando con i piedi per terra.
"Che cosa vuoi accidenti?! Io e te non ci saremmo più dovuti incontrare!" Sfrego una mano sulla mia pelle per la confusione che provo.
L'uomo difronte a me, forte e tormentato, l'uomo che credevo sarebbe stato mio, rimane ad esaminarmi e lo sorprendo per la prima volta con gli occhi lucidi.
Forse dovrei andare via, ma non appena mi azzardo a fare un solo passo perdo l'equilibrio pensando a quanto siano forti i miei sentimenti verso di lui in questo momento e per poco non annego sott'acqua come una stupida.
Deian prontamente mi afferra il gomito e mi regge.
I nostri sguardi si incastrano per la milionesima volta. E non c'è una sola parte di me che vorrebbe andare via adesso.
Il silenzio cala.
Lo guardo rendersi conto del nostro contatto e ritornare rigido come al solito, mentre abbasso lo sguardo con un battito di ciglia.
"Sono contento che tu stia bene." Dice improvvisamente facendomi gelare il sangue nelle vene per la sincerità con la quale sputa queste stronzate.
Bene? Quale bene? Che cosa ne sa un tipo come lui di che cosa si prova ad essere trattata come un oggetto?
Che cosa ne sa dei miei sentimenti e del dolore che mi ha causato?
Io lo odio, e non lo capisco sinceramente.
"È questo che volevi dirmi?" Cerco di non guardarlo e lui fa lo stesso.
"No. Non sono venuto a dirti un cazzo, ti ho vista qua e.." Improvvisamente sentiamo la voce di due uomini avvicinarsi velocemente alle vasche, con tanto di torce tra le mani.
Entrambi ci ammutoliamo.
L'occhiata che ci scambiamo parla chiaro.
Nessuno dei due ha idea di chi siano queste voci, ma Deian mi fa cenno di rimanere in silenzio con il dito, così lo faccio, mentre lo vedo abbassarsi sott'acqua proprio ad un centimetro dal mio ventre, prima che la sua mano afferri la mia e mi trascini bruscamente con lui.
Trattengo il respiro con la pelle d'oca, nuotandoli accanto fino all'angolo della piscina.
"Tu non devi preoccuparti di queste cose Davide! Una volta che avrai trovato anche lei, penserò io a tutto." Sento che mormora sottovoce uno dei due tizi quando torno a galla. Stanno camminando nel corridoio che collega gli spogliatoi alla piscina.
"Va bene Jonas." Risponde l'altro.
Jonas?
Deian mi aiuta ad uscire dall'acqua, allungandomi la sua mano dopo essersi messo in piedi senza alcuna fatica.
"È Jonas. Il tizio dell'antimafia." Glielo dico senza pensarci e Deian in tutta risposta si acciglia.
Si. Ne sono sicura.
Ricordo che si chiamasse in questo modo.
"Ma che cazzo dici? Sei sicura che sia lui?" Mi trascina dietro al muro di piastrelle delle docce e poi si allontana.
Lo vedo andare a recuperare qualcosa nell'armadietto dei galleggianti e poi raggiungermi di nuovo con poche falcate.
"Si è lui! Chi altro ha questo nome?" Dico con la voce di un criceto strozzato quando sento di nuovo la voce dei tizi.
Ma non c'è più risposta da parte sua. Deian si limita a caricare quella che noto essere una pistola, e lo fa anche in tutta tranquillità per poi nascondermi come una bambola di poco peso dietro le sue spalle larghe.
Per un momento apprezzo il gesto, anche se i suoi modi non sono dei migliori.
Rimango a studiare il teschio inquietante che ha tatuato dietro la schiena e che sembra fissarmi.
Lo osservo come se fosse la prima volta, ma Deian è troppo impegnato ad esaminare l'area circostante per rendersi conto di questo particolare.
Poi il suo profumo mi rimbalza nel cervello e cerco di tornare in me stessa.
"Che cosa vuoi fare?" Dico preoccupata.
Lui non scolla gli occhi per altri venti secondi dall'ingresso della piscina.
"So che l'altra volta sei venuta al Joia." Mi dice chiaramente, senza troppi giri di parole.
"E che quindi sai dell'antimafia, perché hai provato tu stessa a metterci al corrente di ciò che stava accadendo." Ha un tono quasi orgoglioso quando lo dice.
Ovviamente so già che è una mia impressione. Deian non è orgoglioso di nessuno, nemmeno di se stesso.
"Si, so tutto. Ma questo cosa c'entra con adesso? Non vorrai sparargli?" Parlo a bassa voce, coperta dalla sua stazza massiccia.
Scavo più a fondo per capire le sue intenzioni, anche se dovrei semplicemente prenderlo a schiaffi e lasciarlo in questa situazione solo e come un povero idiota.
"Peggio. Lo ammazzo una volta e per tutte. Tu chiudi gli occhi." I suoi muscoli si rilassano e improvvisamente sento degli spari di pistola.
Ma non provengono soltanto da Deian. È tutto così confuso..
Questa gente, l'antimafia non dovrebbe abusare del loro potere in questo modo, perché è esattamente quello che stanno facendo.
Anzi, dovrebbero essere per la giustizia.
Mi tappo le orecchie spingendomi contro il muro per il forte rumore che stanno supportando le mie povere orecchie.
Altri cinque colpi forti e decisi e Deian fa lo stesso, si poggia quindi accanto a me.
Poco dopo sembra essersi calmato tutto, se non fosse per questo rumore di tacchi che cattura la nostra attenzione.
Che cosa sta succedendo?
Non ho nemmeno il tempo di parlare che apro lentamente gli occhi e mi ritrovo una donna a pochi passi di distanza da me.
Una tizia dai capelli rossi e non troppo anziana, anzi, abbastanza in forma per la sua età.
Deian mi guarda e poi fa lo stesso con la signora.
"Nonna?" Lui sembra non capire più di me, finché non lo sento parlare ed è tutto più chiaro adesso.
Strabuzzo gli occhi con l'acqua che mi gronda ancora sul corpo e il tremolio alle gambe.
Questo è uno stupido scherzo del destino.
Gli occhi della donna passano severi dal mio viso a quello del nipote.
Per un momento penso che sia la fine.
Nella mia testa sono già una ragazza morta all'idea della mia famiglia che viene di nuovo a sapere che mi vedo con Deian.
Perché sicuramente questa donna è altrettanto cattiva come il resto della sua famiglia.
Ma prima di dare giudizi affrettati ho bisogno di una conferma, che però non arriva.
"Questi figli di puttana mi hanno stancata! Sono scappati." Serra i denti portando i capelli dietro le spalle.
Rimango immobile.
"Si ma sono feriti. Non andranno lontano." Risponde lui.
"Deian, sono ore che provo a chiamarti!" Prosegue la donna cambiando completamente stato d'animo, lui la sorpassa con una spallata.
"Che cazzo ci fai qui? Avresti potuto farti ammazzare!" Lui alza la voce e ripone la pistola nella tasca del costume.
La donna però non sembra intimorita per nulla al mondo.
Anzi, gli tiene testa.
"Sei come tuo padre accidenti a te! Mi farai venire un infarto prima o poi." Comincia a massaggiarsi le tempie con le unghie pitturate dello stesso colore del sangue.
"Tuo fratello è ferito e tua madre è stata ricoverata d'urgenza all'ospedale per una grave emorragia. Ma non è tutto." Punta gli occhi su di me che sono immobile come una mummia.
Conoscendo la fama di Deian penserà che sono l'ennesima ragazza brava solo a soddisfarlo, il che mi mette a disagio e arrossisco.
"Qualcuno ha fatto interruzione nel suo appartamento." Parla la signora indicandomi con un movimento di testa, mentre si avvicina elegantemente.
Deian piomba davanti a me nel giro di mezzo secondo mentre mi prendo tutto il tempo che mi serve per metabolizzare queste parole.
Sento un tuffo al cuore.
Qualcuno è entrato nel mio appartamento?
"Che cosa?" Pronuncio seria, affiancandomi al ragazzo tatuato come una tale debolezza che quasi quasi cado per terra.
La signora tenta lentamente di avvicinarsi ma Deian inchioda nuovamente i piedi davanti a me, mettendosi sulla difensiva come se non volesse che noi due avessimo un confronto.
Ma stiamo parlando di casa mia e probabilmente in questa storia centrerà anche la mia famiglia quindi gli faccio capire che deve farsi da parte.
"Deian!" Alzo la voce e lui sospira, distogliendo lo sguardo da sua nonna.
Faccio un passo in avanti con il cuore accelerato.
Mio Dio.
"Loro.." Tento di ingoiare il nodo di saliva che è rimasto bloccato in gola, ma gli occhi incominciano ad inumidirsi, non riesco più a parlare per colpa della paura che mi ha appena congelata.
Entrambi poi si guardano seri, freddi e senza alcuna traccia di comprensione. E comincio ad agitarmi.
"Qualcuno è riuscito ad entrare nel tuo appartamento e ha portato con se i tuoi genitori. Crediamo che sia stata l'antimafia per interrogarli, ma non ne abbiamo la certezza. Mi dispiace ragazza." La signora allunga la mano e mi accarezza la spalla.
"Faremo il possibile per trovarli. Io sono con voi."

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