-Capitolo 29-

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Talìa:Quando mi sveglio sono le sette del mattino

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Talìa:
Quando mi sveglio sono le sette del mattino.
Il sole penetra dalla finestra.
Metto a fuoco la vista e i ricordi di ieri sera subito si fanno strada nel mio cervello.
Con loro, anche questo senso di tristezza.
Forse perché continuo ad immaginare i miei genitori rinchiusi chissà dove e io lontana da loro, impotente. Continuo a pensare a Deian e alla discussione di poche ore fa.
Per i primi dieci minuti non riesco a riprendermi del tutto dal sonno.
La stanchezza non mi ha ancora abbandonata, e non so se sia dovuto all'inferno che sto passando ma per un momento voglio scoppiare a piangere.
Però non posso. Devo essere forte.
A malincuore, decido quindi di trascinarmi sotto la doccia che si trova nel bagno di questa camera.
L'acqua calda mi scorre sul corpo e mi sorprendo di nuovo con gli occhi lucidi.
Mi prendo un po' di tempo per me stessa e per riflettere perché ne ho davvero bisogno, ma quando torno in stanza noto che ci sono dei vestiti piegati sulla sedia bianca della specchiera, che prima non c'erano, probabilmente grazie a Chantal o alla donna che si occupa di tenere pulita la casa, Perla.
Il letto invece è già stato sistemato, alche mi guardo intorno un tantino stranita.
Distendo le membra e un scossa in mezzo alle gambe mi fa sussultare.
Ho le articolazioni rigide per ieri notte, ma sto cercando di nascondere i pensieri, perché è stato uno sbaglio.
Con un sospiro mi sbarazzo del turbante che racchiude i miei capelli, lascio che mi crollino sulle spalle e indosso la biancheria intima di cotone.
Questa è la mia preferita, perché è anche la più comoda.
Passo poi al pantaloncino in pelle nero, al corpetto di pizzo del medesimo colore e agli stivali sopra il ginocchio, anch'essi scuri e in pelle.
C'è una cintura di marca che mi salta all'occhio. Versace, credo. Me ne intendo davvero poco perché a dire la verità non ho mai dato importanza all'abbigliamento di marca. Mi sono sempre fatta andare bene ciò che avevo nell'armadio.
In ogni caso la infilo tra i passanti del pantaloncino, osservando come brilla alla luce del sole, e poco dopo sento la porta sbattere alle mie spalle.
Mi volto con un cipiglio sul volto, pronta a fare fuoco e fiamme nel caso sia chi immagino io.
Fortunatamente si tratta Chantal.
Quando la riconosco i miei occhi brillano.
Sta avanzando verso di me con il suo pancino poco evidente, che mi fa rabbrividire non appena il ritardo del mio ciclo mi balena in mente.
"Ehi, buongiorno bionda." Esclama con le mani lungo i fianchi.
Indossa una gonna bianca corta e una camicetta rosso fuoco, esattamente come i suoi capelli stupendi.
È davvero bellissima.
"Sapevo che questo look sarebbe stato perfetto per te!" Osserva, studiandomi da cima a fondo con le braccia conserte.
Le mostro un debole sorriso.
"E io sapevo chi era la stilista." Ridacchio anche se è l'ultima cosa che vorrei fare in questo momento.
Lei mi ronza intorno, mentre cerco di districare i capelli con le dita perché non so dove trovare una dannata spazzola.
Chantal rimane a guardarmi con un cipiglio divertito sul viso.
"Lascia stare! Ci penso io." Alza gli occhi al cielo ricordandomi quando lavoravo al Joia, lei si occupava quasi sempre dei miei capelli, perché sono lunghi e io non ho la pazienza di sistemarli.
Infatti la lascio fare mentre mi fa accomodare davanti alla specchiera.
Estrae dal cassetto un phon e una piastra per ricreare i boccoli.
Realizza dunque una bellissima piega mossa, che fissa con della lacca profumata.
È molto brava, vorrei anche io imparare a gestire i miei capelli.
Rimaniamo a chiacchierare per una ventina di minuti, le racconto di queste settimane, di come ho incontrato Deian, quindi anche gli avvenimenti a seguire.
"Che è successo stanotte?" D'un tratto mi coglie alla sprovvista, facendomi schizzare il cuore in gola per il modo diretto in cui formula la domanda.
Non avranno sentito la discussione? Accidenti.
Sento un brivido viaggiare lungo la schiena.
Non ne voglio parlare.
Lei lo capisce e mi lancia un'occhiata attraverso lo specchio, ma a quanto pare non si arrende.
"È un bravo ragazzo." Sibila osservando la mia espressione fredda in viso.
C'è un momento in cui i nostri sguardi si incontrano di nuovo e cerco di trovare le parole di cui ho disperatamente bisogno ma non arrivano.
Non potranno mai arrivare, finché la situazione tra di noi non cambierà.
"Lui tiene molto a te." Leva una mano dalla mia spalla, staccando la spina dell'arricciacapelli.
"Lo so." Mi affretto a dire perché non voglio parlare di questo.
Sento una scarica di rabbia inondarmi le vene al solo pensiero di ieri sera.
Poi non so come, ma ci ritroviamo a parlare di questa famiglia.
Mi spiega le loro difficoltà, il fatto che Antonio Scalise abbia reso la vita difficile anche a lei inizialmente, che suo padre è morto per tradimento e che loro non sono affatto persone cattive, semplicemente lottano per ciò che è loro e per difendersi.
Mi racconta anche della storia d'amore con Adrian, finché non ci ritroviamo a discutere del cugino, quindi Deian.
Quello stronzo che mi trasmette tutta questa rabbia.
"Deian ha dei giorni si e altri no.
Devi sapere che nei momenti morti in cui non lavora, si allena.
Lui non accetta ordini, fa le cose di sua spontanea volontà e a suo modo, e soprattutto non sopporta la sensazione di sentirsi privato della sua libertà, perché a questo ci ha già pensato a suo padre quando era bambino." Mi si stringe lo stomaco e sono costretta respirare profondamente.
"È comprensibile." Dico mordendo il labbro tanto da farlo sanguinare.
Non voglio parlare di lui. Perché lo stiamo facendo? Mi innervosisce.
Chantal fa il giro della sedia e in un secondo me la ritrovo davanti.
"Lui ha soltanto bisogno di ritrovare la sua stabilità, perché ho sofferto tanto.
Io credo che non voglia aprirsi con te perché se poi te ne andassi, temo che gli farebbe più male del dovuto e non lo sopporterebbe.
Ma non pensare nemmeno per un secondo che lui non sia innamorato di te." La mia bocca prende la forma di una O.
"Perché mi dici questo?" Non capisco. Innamorato?
Lei mi sorride dolcemente.
"Devi sapere in cosa ti stai cacciando. Non è facile avere al fianco un uomo che fa parte della mafia. Oltre ai suoi sbalzi d'umore, manderai giù molti altri colpi bassi. E poi, Deian è un ragazzo con un passato troppo difficile, lui ha proprio bisogno di una come te." Non me l'aspettavo, ma annuisco perché sono ancora turbata.
Chantal invece dopo avermi dato una breve stretta alla spalla, mi lascia alla privacy che tanto desidero.
Sì avvia quindi verso la porta.
"Oh.. dimenticavo. È arrivato il dottore, credo che abbia finito di visitare Thomas, adesso è il tuo turno."
"Thomas è qui?" Chiedo e lei annuisce.
"Non dargli troppa confidenza, è ancora un ragazzino disperato con gli ormoni a mille." Scoppia a ridere e faccio lo stesso.
Ma prima che possa aprire la porta, chiamo il suo nome.
"Si?" Si accarezza il ventre.
Sollevo di poco l'angolo della bocca.
"Grazie."

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