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Deian:
Sono le undici in punto di sera e mi trovo nella palestra di casa mia ad allenarmi per l'incontro di boxe di domani.
Katia nel frattempo è seduta sopra la panca piana che sta leggendo un libro. Ha voluto passare la serata con me per farmi compagnia.
In realtà mi è indifferente perché non le do importanza, ma almeno mia madre smetterà di rompere le palle con questa storia della frequentazione.
Dopo qualche flessione in più del dovuto mi fermo, sentendomi sotto pressione e scoprendo infatti che un paio di occhi verdi mi stanno esaminando attenti.
Non appena trovo il suo sguardo attraverso lo specchio, lei torna immediatamente con la testa chinata sul libro.
Ha il volto rosso dall'imbarazzo e i muscoli del corpo rigidi.
Mi passo una mano dietro la nuca e prendo una bottiglietta di acqua dal tavolo.
Delle volte mi dimentico di lei, è così silenziosa che risulta praticamente invisibile ai miei occhi, ma è anche seccante allo stesso tempo, sembra di stare in compagnia di un fantasma.
Poco fa, prima che cominciassi ad allenarmi, la dottoressa Norma è venuta a farmi visita per un controllo alla vecchia ferita dietro la schiena. Katia è rimasta in sala a guardare la televisione mentre lei mi ha visitato in tranquillità, ma mi ha sorpreso il fatto che fosse così stupida da non rendersi conto di ciò che stava succedendo nella stanza accanto la sua.
Ha diciott'anni, io alla sua età ero già avanti anni e luce, anche se credo che il modo in cui sia stata cresciuta abbia influenzato molto quello che è oggi.
"Posso farti una domanda, Deian?" Sento la sua voce sottile alle spalle. Quando mi volto la ritrovo a pochi metri di distanza da me, con le mani strette davanti al grembo e il vestito blu a righe, che questa volta non le dona per niente.
Sembra un pinguino.
In ogni caso sollevo un sopracciglio incitandola a parlare.
"Sei innamorato di un'altra ragazza, vero?" Non appena il messaggio mi arriva al cervello il mio sguardo si rabbuia.
La fisso adirato e lei sospira.
Innamorato?
E da quando una donna ha il diritto di ficcare il naso nei miei affari personali?
"I tuoi genitori non ti hanno insegnato a farti i cazzi tuoi Katia? Non ti dovresti permettere di chiedere della mia vita privata se non sono io a parlartene, pensavo che gli anni di convento fossero serviti a qualcosa." La sorpasso con una spallata e afferro l'asciugamano bianco che sistemo dietro il collo sudato.
Lei invece rimane esattamente nella stessa posizione.
"È meglio se te ne vai. Io devo tornare al lavoro e tuo padre ti vuole a casa entro la mezzanotte. Adesso ti chiamo un taxi." Apro la porta della palestra, non prima di aver preso con me il cellulare e il pacchetto di sigarette.
"Deian, se io non ti piaccio è inutile continuare con questa farsa. Parlerò con i miei genitori e vedrò che cosa posso fare, non sono una ragazza a cui piace obbligare le persone a stare con me. Piuttosto preferirei rimanere amici." Mi viene da ridere. Perché non riesce a capire che la sua parola non conta un cazzo?
È una donna, e suo padre ormai ha deciso insieme alla mia famiglia che questo matrimonio si farà, punto e basta.
"Katia non stai vivendo nel mondo delle favole, perciò svegliati e incomincia ad accettare la realtà dei fatti. Tuo padre e la mia famiglia ormai hanno già stabilito il nostro futuro insieme, quindi abituati a questa situazione e incomincia a comportarti da donna, come ti hanno insegnato."
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STAND BY ME.
RomanceIl figlio di uno dei trafficanti di droga più potenti al mondo e una giovane ragazza dei bassifondi Siciliani, proveranno ad ingannare il proprio amore a causa delle differenze sociali e delle obiezioni delle famiglie, per rendersi conto più tardi d...