Buongiorno a tutti! Per entrare meglio nella parte vi consiglio di leggere il capitolo con il sottofondo del brano che ho scelto per voi.☝🏻❤️
Talìa:
Una delle mie peggiori condanne è il fatto che resto convinta di cose per le quali ricevo la conferma continuamente del fatto che siano il contrario di come io credo siano.
Eppure io resto lí a sperarci comunque, fino all'ultimo.
Ad esempio io che sono spesso gentile con gli altri, perché nella mia testa regna la convinzione che le altre persone ricambieranno con altrettanta gentilezza. Mi sbaglio almeno 90 volte su 100.
Eppure questa mia convinzione non cambia e comunque so di voler cercare di essere gentile. Sarò stupida, non lo so.
Ho questa tendenza autodistruttiva di credere nelle persone e di continuare a crederci anche dopo che mi hanno deluso.
Fa parte della mia natura.
È da sempre che sento questo bisogno di capire gli altri e farli stare meglio, anche se ciò volesse dire che per farli star meglio devo star peggio io, metto sempre i bisogni degli altri davanti ai miei miei, come se sentissi il "bisogno" di credere.. di credere che ogni persona sia buona, che anche quelle "cattive" in fondo in fondo lo siano almeno un po, solo che magari la bontà la nascondono meglio, ma forse ce l'hanno anche loro.
Ho questo bisogno di credere che ogni persona sia recuperabile, che dal male di una persona si possa sempre riuscire a tirare fuori un po di bene.. e di queste mie convinzioni assurde non riesco a liberarmi.
Forse perché non sono nata per condividere l'odio, ma l'amore.
"Adrian, Santo, fatemi spiegare! Lei sta mentendo, sono stata io a chiamare la polizia attraverso un cellulare che avevo trovato dentro il magazzino. Talìa era nello scantinato insieme a voi." Apro la portiera e scendo dall'auto per inseguire Santo che è fuori di sé, mentre Fatima prova a recuperare il salvabile, tormentando il povero Adrian che si trova seduto nella sua auto.
Il suo discorso ha un senso logico visto dal mio punto di vista, ma tutti la ignorano come se fosse niente.
"Credetemi, se fosse stata lei come avrebbe fatto ad avvisare gli sbirri del cazzo? Ve ne sareste accorti!" Ignoro anch'io i suoi vani tentativi. Raggiungo l'uomo, che una volta incrociato lo sguardo, scopro avere gli occhi lucidi.
Santo sta piangendo, senza alcun dubbio.
Mi sento tremare le gambe e il cuore.
Questo grosso e forte mafioso si sta lasciando andare a simili emozioni di fronte a me?
Sposto di nuovo gli occhi verso le sue labbra assottigliate in questa smorfia di rabbia.
"Santo.." Mormoro dispiaciuta, mortificata e confusa.
D'istinto trascino una mano sopra la sua spalla per rassicurarlo, ma in men che non si dica ecco che le sue dita raggiungono la mia gola, facendo pressione tanto da spaventarmi.
Mi strattona spingendomi contro un albero del parco nel quale ci troviamo, strappandomi un gridolino di dolore per l'impatto contro la corteccia dura.
Il respiro comincia a cambiare, a venire sempre meno.
Cerco di raggiungere la sua mano con la mia per fargli capire che sta esagerando eppure la sua capacità di controllo non è come quella di suo fratello minore.
Non potrebbe mai esserlo.
Non potrebbe mai essere come Deian.
Ma sembra capirlo dal mio petto che si sta sollevando in preda ad un attacco di panico, o forse dal modo in cui il mio labbro trema quando lo fisso.
Allarga le narici e dopo lunghi secondi di intensi sguardi decide di mollare la mia gola facendomi barcollare per la piccola spinta.
Mi afferro delicatamente il collo, massaggiandolo e notando soltanto adesso che l'uomo di fronte a me indossa una specie di fasciatura intorno alla spalla che riesco ad intravedere grazie alla camicia sbottonata.
Sarà per l'attacco di Dominik.
Quando mi accorgo che mi sta guardando vedo il suo corpo irrigidirsi.
"È morta mia madre, è morta e non c'è Deian a gestire la situazione.
Gli affari senza di lui cadranno a picco.
È finita! Lo capisci?
Tutto questo perché una donna del cazzo ha fottuto la testa di mio fratello!
Se lui non ti avesse conosciuta, Katia non sarebbe mai morta e Dominik non avrebbe architettato un simile attacco contro di noi." Perché tutti parlano di Deian come se fosse il padre della situazione?
Senza di lui sembrano persi.
In ogni caso le sue parole mi stanno facendo abbastanza male. Forse più di quanto pensassi.
Ma cerco di non farglielo notare abbassando lo sguardo verso il suolo.
Non avrei mai voluto che accadesse tutto questo a causa mia.
"Mi dispiace molto per tua madre. Ma io.." Tento di parlare ma la sua voce mi interrompe di nuovo.
Si avvicina lentamente, sfidandomi con lo sguardo.
"Ti dispiace? Davvero Talìa? Continueresti a rimanere qua, dispiaciuta, se ti dicessi che Jonas ha appena rilasciato i tuoi genitori?" Sbianco sentendo un tuffo proprio all'altezza del petto.
Un brutale colpo al cuore che mi costringe a soffocare lo stupore nella bocca, mentre comincio a tremare come una foglia per tutte le emozioni che non avevo messo in conto.
Non potrebbe mai averlo fatto.
"Che cos'hai detto?" Spalanco la bocca con gli occhi che mi escono fuori dalle orbite.
Non posso credere alle mie orecchie.
Eppure mi rendo conto che è sincero, ne sono certa dal momento in cui decide di mostrarmi un messaggio che ha ricevuto da un certo "Falco", nel quale conferma la loro libertà tramite una fotografia.
Rimango immobile, incapace di realizzare o anche solo di respirare, mentre alcune lacrime di gioia tagliano le mie guance.
Sono proprio loro.
Santo cielo.. non posso crederci.
"Proprio come pensavo." Afferma lui scuotendo la testa quando distinto faccio un passo all'indietro.
Le sue spalle si irrigidiscono di nuovo prima che estragga dal pantalone una bustina piena di erba e cominci a rollare una canna.
La sua voce è come una lama tagliente nel mio intestino. Con me ci vuole ben poco per farmi sentire in colpa, è sempre stato facile per gli altri, per un tipo come lui ancor di più.
Infatti segue una lunga pausa di silenzio prima che riesca a parlare.
"Come..? Perché li hanno liberati?" Domando cercando di capirne qualcosa o sono certa che impazzirò prima o poi.
Ma lui solleva le spalle come se fosse la cosa più ovvia di questo mondo.
Scorgo ancora rabbia sul suo volto.
"Jonas ha avuto quello che voleva, ovvero l'arresto di mio fratello, quindi i tuoi genitori adesso sono liberi. Non c'è più motivo di trattenerli." Lecca la cartina e posso notare lo stesso piercing alla lingua che porta anche suo fratello.
Sono davvero confusa. Non so cosa pensare.
Penso di non essermi mai sentita tanto male come in questo momento.
In ogni caso rimango in silenzio per rispettare il dolore della sua perdita, anche se adesso la parte più egoista di me vorrebbe soltanto correre e riabbracciare finalmente i miei genitori.
Penso sia normale, ma non posso abbandonarlo proprio ora. Non lo farei mai.
E lui deve saperlo.
"Non sapevo nulla della malattia di tua mamma. Deian non me ne ha mai parlato." Confesso un tantino delusa, infilando le mani dentro le tasche della felpa come gesto di auto protezione.
La grande distesa verde e il primo sole del mattino ci fanno da cornice in questo momento.
In qualsiasi altra circostanza l'avrei gradito, adesso invece sembra solo un triste addio.
La scena finale di un tragico film d'amore.
"Probabilmente una parte di lui non si fidava di te, e aveva ragione." Ringhia pieno di risentimento.
So che non dice sul serio ma annuisco.
Mi viene da sospirare, da piangere e urlare perché sono talmente stanca e fragile mentalmente da poter crollare in una depressione profonda da un momento all'altro.
E nulla mi risparmierà questa volta.
"Va via da qua Talìa. Va via e scorda tutto. È quello che vuole anche mio fratello."
Fisso il parco vergognandomi da morire per il modo in cui comincio a singhiozzare.
Non me lo merito.
Non ho mai mai voluto fare del male a questa famiglia.
"Non posso." Scuoto la testa mentre il labbro inferiore prende a tremare.
"Deian non può abbandonarmi proprio ora, e nemmeno io posso farlo, soprattutto in un momento simile. Lui ha bisogno di me." Non riesco a trovare le parole esatte per esprimermi, soprattutto quando decide di non guardarmi più in faccia e di farmi sentire tagliata fuori dalla loro vita, come uno scarto qualsiasi.
Una vita non definita che mi ha sempre terrorizzato, ma che ad oggi mi mancherebbe più di qualsiasi altra cosa al mondo.
Ne sono consapevole.
"Tu non hai il diritto di cacciarmi dalla sua vita.
Santo.. sono incinta. Lui mi aveva assicurato che avrebbe garantito per me e per il bambino se avessi deciso di tenerlo. Capisci?
Io.. ho bisogno di parlare con lui." Ormai sono in una valle di lacrime.
"Mio fratello non permetterebbe mai che suo figlio crescesse senza padre. Ma che tu soffrissi tanto quanto sta soffrendo lui, oh.. quello si. Tu non lo conosci." Sputa queste cattiverie guardandomi dritto negli occhi.
Quando sorride poi l'ansia mi pervade, per i dettagli da psicopatico che in questo momento caratterizzano il suo viso.
"In ogni caso sono sicuro che non lo rivedrai per molto tempo, conoscendolo avrà ordinato alle guardie del carcere di vietare il tuo ingresso e le tue visite." Mormora continuando a fumare la sua canna.
No! Cazzo, non può averlo fatto sul serio.
"Santo, ti prego ascoltami e risolviamo questa faccenda. Allontanarmi da lui.. da voi, non è la cosa giusta da fare, è soltanto la via più facile, una comoda via di fuga per i problemi che si sono creati." Lo sento ridere sotto i baffi prima ancora che riesca a terminare la frase.
"Pensi davvero di essere così importante per la nostra famiglia?" Solleva un sopracciglio e io mi sento di nuovo umiliata.
Assottiglio le labbra cercando disperatamente di rimanere calma, perché la forza di cui ho bisogno mi ha abbandonato già da tempo.
"Non penso questo, ma sono sicura che per lui lo sono stata, anche se state cercando di convincermi del contrario." Rispondo sincera e i suoi cristalli mi analizzano di nuovo in silenzio.
"Tu non sai minimamente chi è Deian, ne conosci il suo lato manipolatore. Sei stata soltanto un'esperienza, nient'altro di particolarmente speciale." La sua voce rimbomba dentro di me, intanto che continuo a scuotere la testa.
Non è così.
"Smettila Santo. Io non ti credo.
Deian mi ama, come io amo lui." Quando incontro il suo sguardo una sensazione di nervosismo mi attanaglia.
L'ho detto. Si. L'ho fatto.
Resto zitta per un momento, riflettendo sulle mie stesse parole.
"Pensi che ammettendo i tuoi sentimenti possa cambiare qualcosa? Pensi che questo coraggio possa renderti degna di noi?" Piega la testa all'indietro mentre ride in modo inquietante e fuma allo stesso tempo.
"La decisione è già stata presa per te." Spiega poi facendomi battere le ciglia.
"Di quale decisione parli?" Chiedo a bassa voce per paura della sua risposta.
Poi le sue parole esplodono con forza colpendomi dritte allo stomaco e non posso fare a meno di tenere una mano stretta in quel punto.
"Dovrai accettare il tuo destino e continuare per la tua strada Talìa, proprio come facevi prima di conoscere mio fratello." Inchiodo i piedi difronte a lui che continua a fissare tutto tranne che i miei occhi.
"No.." Il mio tono di voce è a malapena udibile.
Mi scaglio contro di lui cercando il suo sguardo.
"Lui non è disposto a dimenticare quello che hai fatto, sarebbe un tradimento verso la nostra famiglia, la nostra fratellanza e se stesso."
La mia vista lentamente si offusca.
"Ma a differenza delle altre persone ha deciso di risparmiarti, grazie al bambino. Ti ha graziata." Tengo duro, perché non voglio credergli.
"Come fai a dire una cosa del genere se non ci hai nemmeno parlato?!" Urlo fuori di me.
"Lo so e basta! Prima di portare il tuo culo fuori dal commissariato ho parlato con mio fratello.
Sono riuscito a farlo grazie al medico del carcere che l'ha preso in cura.
Lui sapeva già che eri stata tu a chiamare la polizia, nonostante io provassi a negare e a farlo ragionare. Evidentemente conosceva la persona di merda che sei!" Mi guarda dal basso verso l'alto con disgusto.
Mi sento morire.
"Sei morta per lui."
Le mie mani tirano i capelli quando li raggiungono. Sento i battiti del cuore esplodermi nelle orecchie, le gambe molli e la testa che vortica facendomi barcollare.
"Santo.. la mia vita è lui adesso." Cerco di riprendermi perché non posso mollare.
"Io ho scelto Deian molte volte, l'ho scelto rinunciando a tutta la mia vita e continuerò a sceglierlo per sempre, ma adesso non mi puoi chiedere di rincominciare dopo tutto quello che c'è stato tra di noi.
Noi siamo una famiglia. Io, lui e il nostro bambino.
Ti prego, devi credermi. Ciò che ho fatto è stato sempre per proteggerlo. Non potrei mai fargli del male. I-io lo amo.."
Sono distrutta. A pezzi.
Mi sento invadere da questa sorta di tristezza. E anche se non è una novità, fa sempre male.
Porto una mano sul ventre perché in questo momento lui è tutto ciò che mi rimane di Deian.
Colui che ci legherà per sempre.
Santo però sospira diventando silenzioso.
So che avrei dovuto tenere nascosto questo segreto, e che probabilmente penseranno di uccidermi per questo. So anche che d'ora in poi verrò considerata come un disonore per queste persone ma se c'è una cosa che mi ha insegnato Deian è il fatto di rischiare e di lottare per raggiungere il mio obiettivo.
Ed è quello che sto facendo.
Io non posso posso rinunciare all'unica cosa che che mi ha resa davvero felice nella mia vita.
Deian ha guarito gran parte delle cose che non aveva rotto lui in me.
Con lui al fianco mi sono sempre sentita viva, una persona vera.. Come se finalmente avessi trovato il mio posto nel mondo.
"Ti prego. Aiutami Santo." So che mi sta ascoltando in questo momento, pur fingendo il contrario, ma non è questo a catturare la mia attenzione.
È il suo volto freddo, completamente privo di ogni emozione.
"Ricorda bene ciò che sto per dirti, perché non lo ripeterò due volte.
Se ti sto risparmiando in questo momento è soltanto perché porti mio nipote in grembo, il mio stesso sangue.
Ma per tutti noi sarai per sempre considerata una traditrice, una persona ormai morta che cammina nell'ombra delle nostre vite." Getta la sua canna per terra e dopo averla calpestata inchioda i piedi difronte a me, digrignando i denti.
Non sembra lui, bensì una persona sopraffatta dalla rabbia.
E io mi sento esattamente come l'oggetto che ha appena pestato malamente.
"Torna a vivere come una morta di fame. Tu non sei una di noi, e non lo sarai mai."
Ingoio il vetro che ho in gola.
"Ciao Talìa. È stato un piacere anche per noi." Quando sale in macchina lasciandomi sola, circondata da tutta la tristezza di questo mondo, crollo sulle ginocchia con il respiro mozzato in gola.
Mi gira la testa e vedo tutto nero. Il pianto mi entra dentro e mi scava tra le ossa.
Tremo, pietrificata. E quando l'auto abbandona la mia vista, l'ansia prende il sopravvento.
Capisco che è finita.
Che sarà come se non fossimo mai stati niente.
Ma che a differenza loro.. io non dimenticherò mai.
STAI LEGGENDO
STAND BY ME.
RomanceIl figlio di uno dei trafficanti di droga più potenti al mondo e una giovane ragazza dei bassifondi Siciliani, proveranno ad ingannare il proprio amore a causa delle differenze sociali e delle obiezioni delle famiglie, per rendersi conto più tardi d...