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"Non c'è bisogno di usare questi metodi, voglio dirvi la verità e nient'altro." La cameriera non smette un secondo di lamentarsi e di piangere, mentre Santo la tiene inchiodata alla sedia al centro della sala.
La sta interrogando, tuttavia lei sembra collaborare.
Io invece sono confuso e non parlo.
La cosa più strana di tutta questa storia è che mio padre è stato trasportato d'urgenza in ospedale da un'autoambulanza che la ragazza stessa ha chiamato dopo averlo avvelenato.
Non ha senso.
-Suo padre è stabile per il momento.- Dice uno dei soccorritori che non osa guardarmi in faccia.
Sto giusto accompagnando la loro squadra all'uscita.
-Va bene. Ora potete andarvene.-
Queste persone non osano aggiungere una parola di troppo. Anche se non avessi pagato il loro silenzio sono sicuro che non l'avrebbero fatto.
-Capo!- L'attimo dopo uno dei miei uomini si avvicina armato.
Con un cenno lo invito a parlare.
-Siamo riusciti ad eliminare gli ultimi filmati delle telecamere del ristorante e a trasportare il cadavere di Katia in quel container.- Dice levandosi il passamontagna dal volto.
-Per il momento va bene così. È una situazione momentanea. Dovremo anche simulare la sua morte e trovare un colpevole prima che le accuse ricadano in qualche modo su di noi, anche perché la polizia sta arrivando.
Qualcuno avrà segnalato gli spari.- Spiego muovendo nervosamente il piercing alla lingua.
Non avrei voluto che finisse così per Katia.
Se ci fosse stata un'altra soluzione avrei preferito non uccidere una donna e magari permetterle di vivere una vita diversa.
Come dico sempre, con il denaro si può fare tutto, avrei trovato una soluzione migliore per Katia.
Ma la colpa è soltanto di una persona.
"Con me non ha intenzione di parlare. Chiede di te Deian." Quando mi avvicino alla sala nel quale si trova la ragazza, mio fratello mi mette al corrente della situazione.
Sospiro e passo una mano tra i capelli, lanciando un'occhiata alla cameriera che dice di chiamarsi Fatima.
Come può essere mia sorella? Che cazzo di storia è mai questa?
Sono stanco.
Per una volta in tutta la mia vita sono davvero stanco di tutti questi problemi.
"D'accordo, ci penso io. Aspettami fuori dalla stanza." Mi sbarazzo della giacca nera e rimango con la camicia leggermente sbottonata per via del caldo che sento.
Il nervoso mi fa quest'effetto.
"Ma Deian, sei sicuro di voler rimanere da solo con questa psicopatica del cazzo?" Santo la guarda male perché so già che non crede alle sue parole, e anche perché prima l'ha morso.
"Vai." Con uno sguardo lo invito a lasciarci soli e per fortuna mi da ascolto senza lamentele.
Mi porto una sigaretta tra le labbra secche.
Non mi piace parlare con le donne, di solito preferisco farlo con gli uomini per una questione di rispetto e di parità, io la penso in questo modo. Tuttavia non ho scelta stasera.
"Fatima, è il tuo vero nome?" Mi acciglio appoggiandomi al tavolino difronte a lei, mentre la moretta guarda il pavimento con un'espressione vuota in viso.
Ha le lentiggini e un volto scarno.
"Fatima Rinaldi." Precisa a bassa voce.
"Per quale motivo hai detto di essere la figlia di Antonio Scalise poco fa?" Non ho molto tempo quindi le faccio capire di sbrigarsi.
"Perché è così, è la verità. Antonio Scalise è mio padre biologico." Prende un respiro e si inumidisce le labbra sottili prima di incominciare a parlare di nuovo.
"Ha avuto una relazione segreta con mia madre anni fa e siamo nati io e mio fratello Jonas. Ma entrambi abbiamo ereditato il cognome materno." Sono incuriosito, non che non me lo aspettassi da un tipo come mio padre ma la ragazza mi ha colto alla sprovvista.
Per quanto cerchi di sembrare indifferente sono un attimo confuso.
"Va avanti."
"Lui.. lui nel corso degli anni veniva a trovarci a casa, ricordo che aveva smesso di farlo quando era nato il suo ultimo figlio ma aveva anche ripreso negli ultimi due anni, per una questione di diritti da quanto ne so.
Lo faceva di nascosto da Jonas.
In realtà mamma diceva che gli servivamo semplicemente per i suoi scopi, per gli affari e per tenerci buone nel caso ci passasse per la testa di smascherarlo con la sua vera famiglia. Poi mia madre ha perso la vita in un tragico incidente stradale e tuo padre.. Antonio ha ammazzato l'uomo che ha cresciuto me e mio fratello, l'ha fatto per gelosia. Lui era l'unico frammento della mia famiglia che mi era rimasto, prima che Jonas perdesse la testa e incominciasse a lavorare per l'antimafia per far arrestare tutti voi Scalise." Spiega facendomi presente quanto abbia sofferto.
"Io so tutto di voi. Ma Antonio non ha mai voluto che avessimo dei contatti con gli altri figli."
Ha senso.
Mio padre è un bastardo. Avrà tradito mia madre chissà quante volte, ma arrivare ad avere una seconda famiglia e distruggere la vita di tutte queste persone è davvero da uomo senza palle.
Avrei dovuto capirlo, questo è stato il mio errore.
"Sai che dovremmo sottoporti a degli esami specifici per dimostrare che quello che dici è la verità?" Le domando e Fatima annuisce.
È una conversazione tranquilla, io faccio le domande e lei risponde. Anche se in questo momento l'unica cosa che vorrei fare è dare il colpo di grazia a mio padre e sotterrarlo con le mie stesse mani.
Sono ad un passo da ordinare ad Adrian di pagare i medici per mandarlo a riposo una volta e per tutte.
"E poi? Come sei arrivata a lavorare come cameriera nel ristorante della mia famiglia?" La guardo e so che è nervosa da morire, ma non è una vigliacca perché non si tira indietro.
La vedo schiarirsi la voce mentre si gratta la nuca e aspetto che parli.
"Ero sola. Non avevo più nessuno e mi servivano soldi per vivere.. quindi per la disperazione mi sono rivolta a tuo padre che mi ha proposto questo lavoro e un appartamento dove vivere in cambio del mio silenzio. Devo dire che è stato buono con me, nonostante il comportamento di Jonas. Ma lui stasera.. ecco.." Sbatto le palpebre e un milione di domande mi passano per la mente. Pensare a quello che sta per dirmi mi fa venire solo un forte mal di testa.
"Io non ho mai donato il mio corpo per soldi.. ma lui stasera voleva che intrattenersi alcuni dei suoi soci in cambio del rinnovo del contratto di questo lavoro.
Mamma mi aveva detto che non ci stava con la testa e che gli piaceva giocare e uccidere la gente, io non ho mai voluto crederci fino ad oggi.
Ma più lui mi ha colpita, l'ha fatto perché mi ero rifiutata di lasciar divertire i suoi burattini del cazzo."
"Per questo l'hai avvelenato?" Chiedo.
Lei annuisce. La sconfitta in quegli occhi neri, come i miei, è davvero pesante.
Lo che sta dicendo la verità.
"Non mi sento dispiaciuta per quello che ho fatto, ho sempre saputo che avrebbe voluto rovinarmi la vita come ha fatto con mamma. Non ero altro che una garanzia per lui.
Io mi sono dovuta proteggere Deian. Tu.. mi capisci vero?" Mi alzo dal tavolino sulla quale ero seduto e Fatima non mi scolla gli occhi di dosso.
Non posso credere che sia mia sorella.
Questa tizia minuta, ma forte, ha il mio sangue.
Porto una mano tra i capelli perché non so che cazzo risponderle.
Per me non è altro che una sconosciuta.
"Sono contenta di pensarlo morto." Le direi che sta sbagliando in un'altra circostanza, che è pur sempre suo padre ma in questo caso non ha altro che ragione.
Penso che non esista una sola persona sulla faccia della terra che non desideri la sua morte.
"Tuo fratello sai che sei in questa situazione?" Spengo la sigaretta nel posacenere mentre Fatima tamburella le dita sulla gamba, un segno di nervosismo.
Lo immaginavo.
A tratti assomiglia a Santo.
"Ultimamente stavo pensando di contattarlo in qualche modo per provare a parlare con lui, ma è davvero arrabbiato. Quando è morta mamma è andato completamente fuori di testa e adesso il suo unico obiettivo è ammazzarvi tutti quanti.
Probabilmente in questo momento direbbe che sono stata brava, ma che avrei dovuto lasciare che fosse lui a colpire nostro padre.
In ogni caso Jonas non è più in lui. È accecato dalla vendetta e sarebbe inutile provare a parlarci.
Le nostre vite si sono separate da tempo ormai, nemmeno io posso farlo ragionare." Io non so come sia stata la sua vita finora, ma immagino che non sia stata semplice. E nemmeno quella di Jonas.
In ogni caso sono sicuro che la nostra famiglia non le chiuderà le porte in faccia.
Parlerò con loro e ovviamente la terremo sotto controllo, non mi fido di lei ma se quello che dice è vero, è pur sempre una Scalise.
Ha il nostro sangue.
"Alzati, dobbiamo andare via da qui. Tra poco arriverà la polizia e probabilmente anche tuo fratello." Fissa il tavolo e la stanza è silenziosa per un attimo, so che sta riflettendo su quello che ho detto.
"Hai detto andiamo? E dove? Antonio probabilmente sarà ancora in vita, se scoprisse che io e te.." Cerca di parlare ma la interrompo.
Le lancio ai piedi la bustina del veleno per topi che ha usato per avvelenare mio padre.
"Con quello che gli hai dato ci vorrà un po' prima che si riprenda. Sempre se succederà." Lei allarga le narici con gli occhi di chi non dorme da giorni interi.
Che situazione del cazzo.
Adesso abbiamo anche un altro problema, oltre a questo.
Sparando a Katia abbiamo spezzato tutte le alleanze tra la mia famiglia e quella di mia madre.
Devo sbrigarmi, abbiamo bisogno di quanti più uomini possibili.
"Deian, la polizia!" Sento che esclama Fatima alzandosi di scatto dalla sedia e indicando le grosse vetrate della sala che lasciano intravedere le luci blu.
Subito afferro la giacca.
"Passiamo dal retro. Diamoci una mossa."
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STAND BY ME.
RomanceIl figlio di uno dei trafficanti di droga più potenti al mondo e una giovane ragazza dei bassifondi Siciliani, proveranno ad ingannare il proprio amore a causa delle differenze sociali e delle obiezioni delle famiglie, per rendersi conto più tardi d...