-Capitolo 47-

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Buon 1' dicembre a tutti!🩵❄️

Talìa:Sono le undici di sera quando apro gli occhi

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Talìa:
Sono le undici di sera quando apro gli occhi.
Devo essermi addormentata durante il pomeriggio guardando una serie tv.
Sbadiglio e provo a muovermi dall'altro lato del materasso ma c'è un peso mi sta schiacciando il petto. Metto a fuoco la vista e mi rendo conto che si tratta della testa di Fatima. La sua chioma scura è sparpagliata ovunque, tranne che sul suo cuscino. Anche oggi si è addormentata a casa mia e di Deian, piuttosto che a villa Scalise.
Ma ormai succede spesso. Il più delle volte mi addormento con lei e con Teo ormai.
Spengo la televisione e provo a riaddormentarmi ma ormai non c'è più speranza.
Qualche minuto più tardi afferro il cellulare dal comodino, digito il numero di Deian ma non ricevo alcuna risposta, così mi trascino al piano di sotto per un bere un bicchiere d'acqua.
Questa casa è grande e vuota, lo sembra ancor di più quando Deian si assenta per lavoro. Delle volte trascorre talmente tanto tempo fuori casa che le mie amiche di tanto in tanto si trattengono la notte per farmi compagnia.
Ma questa volta è diverso perché io e Fatima non siamo sole.
Proprio nel momento in cui mi trovo in cucina con la caraffa d'acqua in mano, sento dei passi alle mie spalle e un leggero tintinnio della fibbia di una cintura slacciata che mi fa drizzare la schiena.
"C'è qualcuno? Perla, sei tu?" Chiamo la donna di servizio ma il silenzio in questa casa è straziante. Comincio a sentire il sudore nelle mani e i passi avvicinarsi sempre di più. Immediatamente corro ad accendere la luce della cucina.
Una sagoma nella penombra della sala da pranzo mi sta fissando.
Trascino una mano nel cassetto alle mie spalle per afferrare il coltello, ma poi il suo sguardo intenso intercetta il mio e butto fuori tutta l'aria dai polmoni.
Che cazzo.
"Maledizione Deian!" Il cuore mi è appena schizzato fuori dal petto.
Ma non era fuori per lavoro?
"Credevo che stessi dormendo." Si appoggia contro lo stipite della porta e rimane a fissarmi.
"Ti sei bevuto il cervello cazzo? Mi hai fatto prendere un infarto!" Passo una mano sul viso prima che le sue braccia mi circondino la vita.
Questo ragazzo il più delle volte è inquietante.
Glielo dico e lo sento ridere.
Lo stringo forte lasciandomi andare contro il suo petto, inalando l'odore che emana la sua pelle e che amo in assoluto. È incredibile come trasudi mascolinità da tutti i pori.
"Perché sei a petto nudo e.. perché hai i jeans sbottonati?" Le mie dita toccano gli addominali bollenti. Deian ringhia un verso al mio orecchio per poi infilare una mano sotto la mia maglia e lasciarmi dei solchi profondi.
"È casa mia, per quale motivo non dovrei farlo?' Sussurra schioccando un bacio sul mio collo.
Maledizione, è già eccitato contro di me.
"Forse perché tua sorella sta dormendo al piano di sopra e potrebbe vederti?" Dico. Lui mi solleva il mento con le dita. Con l'altra mano afferra un telecomando dalla mensola e imposta una luce rossa, soffusa, in cucina.
"Indossi un pigiama carino, ma sarebbe ancora più bello se si trovasse sul pavimento, piccola." Senza esitazione le sue dita sono già arrotolate tra i miei capelli che tira leggermente per ottenere ciò che vuole e quindi infilarmi la maledetta lingua in bocca.
Chiudo le mani a coppa per afferrargli la mascella rasata, intanto che lui mi solleva in aria e mi fa accomodare sull'isola della cucina.
"Deian, potrebbero vederci. Perla si sveglia spesso durante la notte e.." Ansimo tra un bacio e l'altro ma vengo interrotta.
"Cosa cazzo pensi che me ne importi? Ti ho già detto che questa è casa nostra, possiamo fare quello che vogliamo." Il suo ginocchio mi divarica le gambe.
Ha ragione. Al diavolo tutti.
Mi sbarazzo del pigiama rimanendo con l'intimo di pizzo rosa.
Deian mi fissa carico di desiderio, con le labbra gonfie per i baci e il petto agitato.
Con un sorriso malizioso poso una mano dietro la sua nuca. Lo attiro vicino a me e porto la bocca ad un centimetro di distanza dal suo orecchio, ci soffio sopra sentendo come rabbrividisce alle mie tentazioni, poi comincio a succhiarlo avidamente per fare la stessa cosa con il collo e la clavicola marcata.
"Talìa cazzo, non hai idea di cosa vorrei farti in questo momento." Stringe le mie natiche con la mascella contratta.
"Voglio vederlo, allora.."
Deian porta una mano intorno al mio collo e mi spinge all'indietro, per sdraiarmi sul mobile della cucina.
Posa le braccia ai lati della mia testa e accenna quel sorriso da bastardo che tanto amo, poi libera i miei seni e comincia a torturarli, pizzicandoli con i denti perfetti che si ritrova.
Mi contorco per lui.
Getto la testa all'indietro e mi dimeno quando lascia una scia di saliva lungo il mio ventre per poi soffermarsi tra le mie gambe.
Scosta le mie mutandine di lato.
"Oddio. Deian.." Gli afferro i capelli.
E la sua lingua è già premuta dove dovrebbe essere, tra le pieghe della mia intimità, spingendo per entrarmi dentro e portarmi dritta all'inferno.
Ricordo che tempo fa avevo sentito parlare di un certo filo invisibile del sesso, quel filo essenziale che serve a tenere unite le coppie.
Ai tempi io non capivo il suo significato.
Pensavo: quando qualcuno ti ama lo fa e basta, non sempre serve spingersi tanto oltre.
Che ingenua.
La verità è che l'intimità tra due persone unisce eccome, ripara laddove sono presenti crepe che non si possono sanare a parole, per questo durante un rapporto sei totalmente coinvolto.
In quel momento ci si stringe la carne, ci si bacia e si commettono peccati profondi..
Tutti sentiamo dentro di noi quel legame esplosivo. È inevitabile.
"Sei liscia piccola." La sua voce sensuale mi dissuade dai pensieri.
Ho le mani che stanno graffiando ogni centimetro della pelle di Deian, e quando sputa i miei stessi umori tra le mie gambe lo imploro di finire il suo lavoretto.
Deian mi possiede. Ha contaminato la mia mente dal primo giorno che l'ho incontrato.
Maledetto lui.
"Talìa sei fantastica cazzo." Torna a baciarmi come un animale affamato e io allaccio le gambe intorno al suo bacino.
Lo vedo lottare contro se stesso mentre cerca di essere cauto, ma allo stesso tempo c'è troppa brama nei suoi occhi per nascondere la parte selvaggia.
"Se non vuoi posso fermarmi." Barcolla in preda alla foga mentre si abbassa rapidamente i pantaloni.
"Dimmelo Talìa. Ti ho già presa stanotte e questa mattina di nuovo. Lo capirò se non vorrai." Ha i capelli scompigliati. La catena d'oro intorno al suo collo continua a sbattergli contro il petto sudato per i movimenti poco chiari.
Sembra quasi ubriaco.
In tutta riposta artiglio le sue spalle e mi rimetto in piedi, inginocchiandomi poi difronte a lui.
"Non potresti fermarti nemmeno se io lo volessi."
Lo fisso carica di desiderio.
Mi sposto i capelli di lato e lui allunga una mano contro il mobile per mantenersi in piedi.
"Hai ragione." Dice eccitato.
Dunque mi afferra la nuca con rudezza e si spinge dentro la mia bocca con un colpo netto.
Strizzo gli occhi e un verso strozzato gli sfugge dalla gola.
"Merda.." Ansima toccandomi fino in fondo.
Faccio quello che vuole lui, lo faccio nel migliore dei modi per vederlo impazzire dal piacere fino a quando non sento che c'è quasi ed è allora che aumento la velocità dei miei movimenti.
La sua presa attorno ai miei capelli aumenta nel giro di pochi secondi.
Mi palpa il seno e geme. È fuori controllo.
"Cazzo.." Gracchia e il suo liquido bollente ecco che mi schizza in gola.
Lo assaggio come se fosse la prima volta, fino all'ultima goccia.
Lo ingoio osservandolo dal basso mentre riprende fiato. Con il pollice poi raccoglie un rivolo del suo sperma che è colato dalla mia bocca e mi rimette in piedi con poco sforzo.
Io non voglio smettere di toccarlo.
Non voglio smettere di stargli vicina.
Rincomincio a baciarlo con passione e in pochissimo tempo mi trovo sollevata in aria. La schiena premuta contro il frigorifero e le sue braccia che mi circondano trasudando calore.
Sa di liquore.
Gli bacio la gola assaporandone il gusto, gemo contro la sua bocca e ogni volta che lo faccio il suo corpo si contrae sempre di più.
Poco dopo torna di nuovo duro per me.
Mi lascia un altro po' di saliva intorno ai capezzoli poi sento che si ritrae e senza preavviso affonda dentro di me.
Emetto un grido di shock che Deian ovatta con la mano, per non farci scoprire.
Comincia a scoparmi contro il frigorifero e poi di nuovo sull'isola della cucina.
Sbatte contro di me facendomi saltellare e gemere per le spinte dolorosamente piacevoli che mi procura.
L'ennesima stoccata e io sobbalzo.
I suoi occhi scuri e passionali mi fissano, fino a quando non comincio a tramare e vengo copiosamente intorno a lui, seguita dal bacio violento che mi fa capire di averlo trascinato con me verso la follia.
Entrambi ci lasciamo cadere l'uno sull'altro.

Deian:
È la mattina del giorno seguente e sia io che il resto della famiglia ci troviamo a villa Scalise per festeggiare il compleanno di mio fratello Santo, che compie la bellezza di ventinove anni.
La famiglia si è riunita, i bambini giocano in cortile, le donne si sono riunite in sala da pranzo e noi uomini invece ci troviamo seduti in terrazza a discutere dell'andazzo degli affari.
Gli zii si stanno complimentando con me, Santo e Adrian per il lavoro che stiamo svolgendo con il traffico di droga. Non mi meraviglio. D'altra parte non esiste una realtà in cui io non stia avendo successo in questo ruolo.
"Oltre ad Adrian, abbiamo saputo del nuovo arrivo in famiglia. Congratulazioni Deian. Tuo padre sarebbe fiero di te." Mi irrigidisco alle parole di un parente e tutti lo notano. Infatti cala un silenzio devastante in cui ci fissiamo.
No. Non ne sarebbe fiero.
A lui non fregherebbe un cazzo.
Il suo unico obbiettivo rimarrebbe ugualmente quello di eliminare Talìa dalla mia vita per puro scopo personale. Pur di rovinarmi la vita.
"Quando il matrimonio Deian?" Chiede il padre di Adrian.
Non rispondo e fumo la mia sigaretta.
Se proprio devo ammetterlo risulta strano il fatto che oggi mio padre non sia seduto a capotavola a dettare regole ad ognuno dei suoi figli, come è solito fare.
Di tanto in tanto organizzava queste patetiche riunioni di famiglia.
Ma a quanto pare, nonostante il suo stato vegetale, sembra che lui continui a punirmi tormentandomi la mente. È ovunque.
Persino i suoi fratelli hanno ereditato i geni marci di mio padre. E anche loro mi stressano, che cazzo.
"Stasera dobbiamo tornare al Joia. Rafael vuole parlarci di un nuovo affare." Cambio discorso e mi rivolgo a Santo che tira fuori una pillola dalla tasca per infilarsela in bocca.
Quando annuisce, sorride, ed è macabro come me.
"Sono forse diventato divertente?" Afferro il mio bicchiere di champagne.
Santo con un cenno di testa mi invita ad affacciarmi al balcone della terrazza, come se ci fosse qualcosa che mi stesse sfuggendo.
"La ragazza ha carattere." Conclude.
Ragazza?
Alzo il culo dalla sedia e quando mi affaccio impiego un momento per capire di chi si tratti. La situazione non è ancora del tutto chiara, ma Talìa sta ballando con Thomas nel bel mezzo del giardino e il resto delle donne intorno a loro sta applaudendo le mani.
Ma che cazzo stanno facendo?
Talìa balla al ritmo del flamenco e Thomas sembra apprezzarlo mentre la fa girare su se stessa.
Le mie nocche sbiancano tutto d'un tratto e Adrian viene al mio fianco.
So già cosa sta per dire.
"Non parlare Adrian. Non fare domande. Fatti i cazzi tuoi."

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