-Capitolo 41-

9.3K 361 58
                                    

Buona vigilia a tuttiiii! Questo capitolo è il mio regalo di Natale per voi, che siete sempre così così gentili e pazienti con me.❤️
Spero che possiate trascorrere le feste in serenità e allegria con le vostre famiglie, un abbraccio a tutti!🎄🎅🏼

Talìa:"Non mi toccare! Lasciami in pace cazzo!" Strillo con le lacrime gli occhi, rimettendomi in piedi con uno scatto

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Talìa:
"Non mi toccare! Lasciami in pace cazzo!" Strillo con le lacrime gli occhi, rimettendomi in piedi con uno scatto. All'improvviso mi sento come un pesce fuor d'acqua in mezzo a queste persone, mi sento male e ho solo una voglia matta di sotterrarmi dieci metri sotto terra.
Mi stringo nelle spalle spostando lo sguardo su di loro come se i miei occhi fossero laser incandescenti.
Mi sento così turbata, umiliata..
"Scusate, è riuscita a sfuggirmi." Ecco che compare l'uomo alto e muscoloso che mi ha trascinata dentro questo castello d'oro contro la mia volontà.
"Scusa capo." Si rivolge a Deian e non osa guardarlo negli occhi.
"Mi ha morso.' Continua mostrandogli il segno dei miei denti conficcato sulla mano.
Immediatamente abbasso lo sguardo e i suoi occhi accusatori sono già su di me, che mi bruciano la pelle facendomi avvampare.
Non dovrei reagire in questo modo, non dopo tutta la sofferenza che mi sta causando, ma fanculo, sono costretta a voltarmi di spalle prima che se ne accorga, anche se so che non gli sfugge niente.
Non riesco a reggere il suo sguardo.
Il fatto è che avere una parte di lui dentro di me fa sì che ogni singola cellula del mio corpo sia ancora più attratta da lui.
Come se ci fosse una sorta di connessione tra di noi.
"Dove cazzo pensi di andare? Adesso chiamo il dottore per farti visitare." Mormora afferrandomi per un braccio, prima che riesca a sorpassarlo.
"Stavi per svenire." Aggiunge.
Mille brividi mi inondano la spina dorsale.
Ma il mio sguardo si incupisce, tradendomi.
"Levami queste mani di dosso, subito." Farfuglio tra i denti e lo vedo sorridere maliziosamente.
Ha le pupille rosse e dilatate e il volto sciupato, ma ai miei occhi resta sempre e comunque l'uomo più sexy e bello del mondo.
Maledetta me, maledetto lui.
Erano mesi che non lo guardavo da così vicino.
È leggermente dimagrito, ma sto notando qualche tatuaggio in più rispetto a quelli che aveva prima.
Ha i muscoli più definiti.
Non riesco a smettere di fissarlo sopratutto per la visuale del suo addome nudo.
Accidenti, io sono una donna incinta con gli ormoni impazziti, e lui è un attentato per me.
Mentre mi mordo il labbro sento il mio cuore battere all'impazzata, è così da quando i nostri sguardi si sono intrecciati, tanto che adesso non riescono più ad evitarsi.
A vederlo è sempre lo stesso. Quegli occhi misteriosi, scottanti.
"Non si usa più salutarvi?" Interrompe la signora dai capelli rossi, frapponendosi tra di noi.
Entrambe continuiamo a fissarci in modo cagnesco.
"Datevi una svegliata tutti e due! Siete adulti ormai, state per avere un figlio ma sembrate due ragazzini." La donna si accende una sigaretta e dopo un lungo tiro, trascina le mani sui fianchi.
Deian la squadra dall'alto al basso.
È nervoso, so quanto odia che qualcuno gli parli in questo modo.
"Non metterti in mezzo nonna , questi sono cazzi nostri. Quando avremo l'occasione di parlare chiariremo tra di noi." Dice appunto ed evitando il mio sguardo.
Mi scappa una risatina isterica per le bugie che stanno sentendo le mie povere orecchie.
Codardo e bugiardo, le mie teorie si stanno confermando ancor di più perché lui non avrà mai il coraggio di affrontare questo discorso.
Chi lo conosce sa.
Io sono il suo punto debole e cercherà sempre di evitarmi.
"Deian parla pulito quando ti rivolgi a me." I due si innervosiscono facendo sì che la tensione si triplichi in me.
"E tu non scordare con chi cazzo stai parlando nonna. Mio padre non è più al potere, adesso sono io che ho preso il suo posto perciò ti conviene portarmi il dovuto rispetto o comincerò a fare piazza pulita, a partire da te." Detto questo si volta di spalle e ai miei occhi attenti non sfuggono certamente tutti i tagli e i lividi violacei sulle sue nocche.
Ma che cosa ho appena sentito?
Deian ha preso il posto del padre? Che cosa vorrebbe dire questo?
Segue un breve periodo di silenzio, nel quale Deian comincia a camminare verso la sua camera per lasciarci sole.
Mi dispiace molto per il trattamento che sta ricevendo la signora, ma entrambe sappiamo quanto sia alterato in questo momento suo nipote.
"Signora, voglio tornare a casa. Io non ho niente a che vedere con voi e con i vostri problemi." Mi rivolgo alla nonna che sospira continuando a fumare. Deian si blocca di scatto.
"Talìa." Ringhia con la voce roca ma non lo ascolto e continuo a interpellare unicamente la signora, che appoggia appieno il mio piano, cioè, scatenare una reazione in lui.
Lo capisco dal modo in cui si curvano gli angoli della sua bocca quando prendo parola.
"Ti ho chiamata, sei sorda per caso?!" Sobbalzo quando improvvisamente la mano pesante di Deian mi afferra dal gomito e mi strattona facendomi barcollare.
Sento la rabbia esplodermi dalle orecchie.
"Sei impazzito per caso? Ficcati quelle manacce in quel posto dove non batte il sole!" Sbraito spingendolo, ritrovandolo ad un centimetro del mio viso.
Mi ammutolisco all'improvviso.
Le sue dita stanno stringendo il mio mento. L'attimo dopo mi spinge contro il muro facendomi sfuggire un lamento per i suoi modi animaleschi.
"Ti ho già detto di non mancarmi di rispetto. Hai intenzione di ascoltarmi, o vuoi che te lo faccia capire in un altro modo?" Mi sorride come un pazzo prima che il mio braccio si sollevi in aria per colpirlo.
È una questione di istinto.
Ma a questo brillante e grosso pugile ovviamente non sfugge niente e in men che non si dica blocca il mio movimento, stritolandomi il polso tra le dita tatuate.
Dovevo immaginarlo.
"Vuoi scoprire cosa intendo?" Arrotola una ciocca dei miei capelli intorno al dito.
"Fottiti." Lo strattono.
Mi sta facendo male, ha una forza micidiale confronto alla mia ma questa volta non ho intenzione di dargliela vinta, perciò rimango impassibile e decido di allungarmi verso di lui come segno di sfida, fino a sentire il suo alito che sa di alcol e fumo.
"Non osare minacciarmi stronzo. Io non ho paura di te. Questo atteggiamento puoi riservarlo ad altre persone, non a me." Gli sorrido evitando lo sguardo indecifrabile della nonna.
Ma chi diavolo si crede di essere?!
"Io invece credo che dovresti averne. Erik conferma, giusto? Non ti conviene fare la spiritosa con me solo perché ti ritrovi in questo stato." Ride.
Quanto è malata la sua mente?
E la mia? Perché non so per quale motivo, ma avrei voglia di baciare ogni centimetro della sua pelle ora.
Oddio sto diventando pazza.
"Sei un dannato psicopatico. E sai cosa?" Ho il suo respiro praticamente ad un centimetro del naso.
È affannoso e veloce.
"Rimpiango ogni giorno di averti incontrato quella sera." Queste parole mi sfuggono dalla bocca quando intravedo un coltellino svizzero sporgere dalla tasca del suo pantalone.
Arrivati a questo punto non credo di fare la differenza per lui. Penso che se mai mi dovesse ferire, se qualcuno gli ordinasse di farlo, Deian lo farebbe senza esitare per una questione di orgoglio.
D'altronde lui è stato cresciuto con queste mentalità, non gli do tutte le colpe, il fatto è un altro.
L'ennesima occhiata e capisco che sta arrivando al limite.
"Io te l'avevo detto. Ti avevo avvertita di stare lontano da me, nel caso te ne fossi dimenticata, tu però eri troppo attratta dal sottoscritto per ragionare lucidamente, troppo ossessionata per lasciarmi andare che ti sei lasciata fare tutto ciò che ho voluto." È un grande manipolatore, non c'è alcun dubbio.
Le sue parole però fanno male.
"Sai meglio di me che non sono andate in questo modo le cose." Replico arricciando il naso.
Lui non risponde, ma le sue espressioni soddisfatte fanno sì che la tensione nei miei muscoli si triplichi.
"Ma suppongo che sia esattamente quello che ti piace raccontare alle altre persone, solo perché non hai mai avuto il coraggio di ammettere i tuoi sentimenti, proprio come un codardo." In un secondo mi ritrovo le sue mani ai lati della mia testa.
Le braccia tese, e la bocca carnosa su cui vorrei fiondarmi, che mi solletica il naso.
È una sensazione paradisiaca questa.
"Chi credi di essere Talìa? Come cazzo puoi pensare di essere così importante per me?" Mi fissa intensamente facendomi inarcare la schiena per il modo sensuale che ha anche solo di guardarmi.
Il mio sesso pulsa, sento le mutandine bagnate e sono costretta a serrare le gambe.
"Sono la madre di tua figlia.
Ah, ricordi che si tratta di una bambina? Giusto? O forse eri troppo fatto per dare un'occhiata all'ecografia?" Ecco che i miei occhi cominciano a diventare lucidi, per quanto provi a trattenermi.
Questo per me è un tasto dolente.
"È stato molto bello conoscerla senza di te. È stato piacevole cavarmela da sola durante questi quattro mesi, lavorando sei giorni su sette e senza mai lamentarmi.
E ti ringrazio davvero per esserti interessato della mia salute o quanto meno della sua.
Ti sei mai chiesto se avessimo bisogno di qualcosa? Ti sei mai domandato come facessi a mantenere economicamente tutte le medicine senza spaccarmi la schiena dalla mattina alla sera, in questi momenti sensibili che dovrebbero essere i più belli per una donna? O quanto sia difficile nascondere tutto questo alla mia famiglia per paura di essere rifiutata?
Dico davvero Deian, ti meriti un premio per il miglior padre di merda dell'anno." La prima lacrime scorre sul mio viso. A seguire la seconda e la terza.
Per un momento giurerei di aver visto il suo sguardo addolcirsi, ma come ho già messo il conto, probabilmente sto diventando pazza.
"Basta!" S'intromette la signora che continua a fumare una sigaretta dopo l'altra in modo nervoso.
Deian non risponde, me lo aspettavo.
Come potrebbe giustificarsi adesso?
Ho il petto agitato quando riprendo fiato. Mi asciugo le lacrime con la manica del cappotto e cerco di sorpassarlo perché sono stufa di questa situazione, voglio solo tornare a stare bene, nient'altro.
"Lasciami passare. Non voglio stare qui." Comincio ad urlare e a piangere nello stesso momento. Mi ero promessa di non farlo, sono un fallimento persino per me stessa.
"Tu non ti muovi da questa casa finché non lo deciderò io." Deian mi afferra dal braccio e dopo avermi trascinata lungo il corridoio contro il mio volere, mi guida in quello che riconosco sia un ufficio.
Spinge poi le grosse mani sulle mie spalle per obbligarmi a sedermi dove dice lui.
"Ho detto basta! Maledizione! Sembrate due ragazzini, tutti e due!" La nonna di Deian ci corre dietro ma invano perché lui riesce a chiudere in tempo la porta della stanza.
La chiave scatta nella serratura e il silenzio incombe come la peste.
Occhi dentro gli occhi. I nostri sguardi si incrociano di nuovo e rabbrividisco.
"Parliamo e chiudiamo questa storia del cazzo. Mi sono stancato di star a sentire queste pagliacciate, ho cose più importanti a cui pensare." Mi tratta come se fossi niente.
Non so per quale motivo, ma ho bisogno di trascinare la mia mano sul ventre per darmi la forza di cui ho bisogno per affrontarlo.
E i suoi occhi calano proprio la, in quel punto dove custodisco il mio tesoro più grande.
A lui non importa niente di noi.
Non gli importa del fatto che una delle ultime volte che l'avevo visto lui era ferito gravemente in quello scantinato, lui non pensa a queste cose.
A quanto io sia stata in pensiero per lui.
È troppo egoista per farlo.
"Ti darò il mantenimento per la bambina, per partecipare economicamente alle spese." Comincia e sgrano gli occhi.
"Pensi che sia questa la soluzione migliore?!" Grido esasperata, lui sospira.
Non mi importa niente dei suoi soldi del cazzo.
"Sei una persona egoista Deian, ma come ragioni?" Cominciamo a litigare pesantemente e nel giro di cinque minuti ci ritroviamo di nuovo faccia a faccia, pronti ad azzannarci come bestie inferocite.
Ci puntiamo il dito contro urlando senza capirci.
Mi domando se sarà sempre così, il solito muro di mattoni.
"Tu dovresti prenderti cura di noi, non trattarci come delle scocciature." Mi porto le mani tra i capelli e comincio a camminare avanti e indietro indietro per la stanza.
Improvvisamente però il rumore della serratura cattura l'attenzione di entrambe e la porta si spalanca.
È Adrian, al suo fianco vedo Chantal e la nonna.
Il maschio, tra le mani gioca con un mazzo di chiavi intanto che si fissa con il cugino.
Probabilmente saranno quelle di scorta.
Subito dopo ecco che compare Santo.
Tutti e due gli uomini sono vestiti in modo sportivo come se fossero appena tornati da un allenamento intenso.
Chantal invece è sempre molto fine e ora che la osservo meglio riesco a notare le sue bellissime forme che sono più sviluppate rispetto a prima, le sono anche cresciuti i capelli. Non posso negare che la gravidanza le doni moltissimo.
"Ragazzi così non andiamo da nessuna parte. Questa situazione non fa bene al feto." Guardo storto il fratello di Deian.
"È una bambina, Santo." Mormoro prima che Chantal mostri un ghigno di approvazione. Vorrei tanto scoprire il sesso del suo bambino.
"Ciao Talìa, lo so e volevo farti le mie congratulazioni." Oh.
"Grazie." Sbatto le ciglia.
Viene verso di noi e rimango stranita quando estrae dal giubbotto di Gucci due specie di biglietti.
Un'espressione strana affiora sul volto di entrambi.
"Ci abbiamo pensato su tutti quanti, ma crediamo che un viaggio non sarebbe una cattiva idea per ristabilire l'equilibrio della coppia, sopratutto in questo momento. È un regalo da parte di tutti noi, ma è stato pensato da mio zio, il padre di Adrian. Sostiene che tu, cugino, abbia bisogno di staccare la spina per qualche giorno.
Stai lasciando troppi morti alle spalle Deian, la polizia comincia a starci con il fiato sul collo." Prende fiato e prosegue.
Io invece sento mancare il pavimento sotto i piedi.
"Quindi preparate le valigie, vi abbiamo regalato una settimana di relax a Cuba." Sgrano gli occhi, così come Deian che va vicino al fratello con aria minacciosa.
"Che cazzo stai dicendo? Sono appena uscito di galera, ho degli affari da riprendere in mano." Ovvio. Era scontato.
Queste parole per qualche secondo mi rimbalzano nel cervello.
Perché mi fa sempre così male?! Per quale motivo continua a ferirmi senza rendersene conto?!
Io lo odio cazzo. È brusco, diretto e dice le cose come stanno, il problema è che lo fa senza riflettere.
"Ehi, ciao Talìa." Chantal si avvicina a me, riportandomi con i piedi per terra. Mi stringe in un caloroso abbraccio mentre gli uomini cominciano a discutere tra di loro.
Ricambio l'abbraccio ma non sono proprio in vena oggi, non con lui al fianco quindi non rispondo.
"Come stai?" mi chiede.
"Non bene." Scuoto la testa perché non voglio parlare di questo. La nonna di Deian infatti mi afferra la mano in modo dispiaciuto.
Un gesto inaspettato.
"Le cose sembrano andare da schifo per tutti a quanto pare." Con un furtivo cenno di testa Chantal indica Adrian.
Annuisco capendo al volo.
"Sai.. Deian mi aveva impedito di vederti, ha fatto lo stesso con il resto della famiglia, altrimenti ti sarei venuta a trovare senz'altro."
L'ennesima coltellata.
"Mi fa piacere." Storco il naso, ironica ovviamente. Sono nervosa da morire, ho come la sensazione che non potrò più andare da nessuna parte dopo essermi unita a questa famiglia, anche se l'unica persona che dovrebbe volermi al fianco sta cercando di scrollarmi via.
"Da quando tu non sei più presente nella sua vita Deian sembra fuori controllo. Più che altro, perso. Non sa nemmeno lui come gestire tutta questa situazione. Ma ti assicuro che non c'è stato un solo momento in cui lui non abbia pensato a te e alla tua sicurezza. È molto protettivo nei confronti tuoi e della piccola."
"Che cosa significa?" Domando confusa. Non capisco, le cose non tornano.
"Voglio dire che anche quando non lo sapevi, lui ti teneva al sicuro. Mentre era in carcere aveva assunto delle guardie specializzate per garantire la tua protezione.
Non dovrei saperlo, ma una sera ho sentito Santo parlare con Adrian di questo argomento." Non mi aspettavo questa confessione.
Rimango qualche secondo in silenzio ad assimilare. Io non mi sono mai accorta di nulla.
"N-non mi interessa." Sta soltanto fingendo proprio come ha sempre fatto.
Ormai non mi lascio più ingannare.
Proprio mentre la signora più anziana delle tre sta per prendere parola, Santo, Adrian e Deian si avvicinano a noi, facendo ammutolire tutte e tre.
"Beh allora è deciso." Mormora Santo.
Dal volto imbestialito di Deian immagino che non abbia buone notizie.
Ottimo.
"Io con lui non vado da nessuna parte, scordatevelo. Non ho intenzione di passare un minuto di più in sua compagnia." Dico di getto per anticipare le loro mosse.
Scherziamo? Non durerei un secondo da sola con lui.
"Tu sei l'ultima persona che può permettersi di scegliere tra di noi." Risponde il diretto interessato, infilando le mani nelle tasche.
"Mi state facendo venire il mal di testa accidenti, preferivo di gran lunga rimanere a casa con Teo." La nonna si dispera mentre Adrian avanza verso di me, sollevando lo sguardo nel mio.
"Io e Chantal partiremo con voi per Cuba. Santo rimarrà qua per gestire gli sbarchi e gli incontri che avevamo fissato con i nostri soci, almeno non sarete soli." Fisso Adrian sbalordita.
"Fantastico, e io cosa dirò ai miei genitori?" I miei nervi schizzano alle stelle un po' troppo velocemente e Deian mi lancia un'occhiata di pura rabbia, come se mi stesse ordinando di stare in silenzio.
"La verità, di tutto Talìa. Io credo che sia arrivato il momento di parlare con loro."

IG: scrittr1ceanonima_

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

IG: scrittr1ceanonima_.wattpad
Seguitemi sul profilo Instagram per rimanere aggiornati sulla storia, troverete molte foto e altri contenuti inerenti🫶🏻

STAND BY ME.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora