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Deian:
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"Papà.. sei tu?" Vedo una porta aprirsi e cerco di mettere a fuoco la vista.
Sento solo dei passi, niente di più.
Rimango in silenzio per qualche istante.
"Papà? Santo? Chi c'è?" Mi viene da piangere quando un'ombra si avvicina e inchioda i piedi al centro della cantina.
Non vedo un essere umano da settimane, e per quanto mi stia sforzando a riconoscere il suo volto la situazione non cambia, sembra tutto un sogno confuso.
Dentro di me ho paura che siano le solite allucinazioni , perché in questo buco nero il tempo non esiste, non ho la percezione di nulla. Non c'è luce, non c'è niente di niente e la vista mi sta lentamente abbandonando.
Ma io mi sono detto che posso farlo, posso riuscire a superare questa maledetta prova perché sono un combattente. Non posso deludere la mia famiglia, loro contano su di me.
Poi d'un tratto il pianto di un bambino giunge alle mie orecchie.
Sento un buco nello stomaco. Teo? è appena nato.
"Teo.." Sibilo emozionato. Mi sta battendo forte il cuore. Vorrei slegarmi i polsi da queste corde e correre da lui ma non sento più le braccia e non riesco nemmeno a muoverle.
Una lacrima mi taglia il viso, seguita dalla seconda e poi dalla terza.
È nato mio fratello.
"Perché stai piangendo Deian?" Si, è mio padre. E sento l'odore schifoso del suo sigaro.
Provo a ricacciare dentro le lacrime ma non ci riesco. Non posso piangere davanti a lui. Papà non vuole.
"Ti ho fatto una domanda, femminuccia del cazzo!" Mi urla ad un centimetro dal viso. Questo è l'uomo che mi ha messo al mondo, e colui che adesso mi sta distruggendo.
Mi fa male quando mi guarda con vergogna. Ma io non voglio stare qua, non mi piace questa formazione, vorrei solo correre da mia madre.
Un tempo lui era un esempio per me, così come per mio fratello Santo, ad oggi non me ne capacito.
Papà non mi da mai sollievo. Mi perseguita, mi odia.
Due giorni fa mi ha preso a cinghiate sulla schiena per non essere riuscito a camminare sui carboni ardenti sotto la sua richiesta. Dice che in questo modo imparerò a controllare il dolore, che imparerò ad ubbidire e che diventerò un vero uomo.
Ma io so che lui lo fa per una questione di risentimento.
Santo, nonostante anche lui abbia dovuto sopportare questa formazione violenta, non ha mai ricevuto i miei stessi maltrattamenti.
C'è qualcosa di più.
"È appena nato tuo fratello Teo." Sento che papà parla a bassa voce, prima di vedere la sua ombra ritirarsi in fondo alla stanza.
Non ho nemmeno il tempo di rispondergli perché la maniglia di ferro si abbassa.
Oggi anche io devo festeggiare la mia nascita. Compio tredici anni. è un giorno speciale per me e sono sicuro che Santo se ne sia ricordato.
Lui, la mamma e la nonna non scordano mai il mio compleanno. Papà invece non né ha mai ricordato uno.
La porta si apre e in un attimo sono di nuovo solo.
"Teo.." Riesco a sorridere. Immagino mio fratello come un piccolo angelo caduto dal cielo, una benedizione.
Benvenuto al mondo, piccolo.
."È permesso?" Questa voce delicata mi distrae dai pensieri e mi porta ad alzare la testa dal divano in pelle sulla quale sono sdraiato.
Sbatto le ciglia, ho gli occhi pesanti.
"Deian, ti senti bene?" Talìa entra nello studio e si chiude la porta alle spalle. Oggi indossa una vestaglia lunga e tra i capelli ha una marea di brillantini color argento, così come sugli occhi.
È selvaggia con questa acconciatura mossa, sembra una tigre.
"Siediti." Le faccio cenno di accomodarsi accanto a me, mentre mi sbottono di poco la camicia. Ho caldo e sono fatto di coca.
Talìa intanto mi ascolta e dopo essersi seduta e aver accavallato le gambe proprio ad una spanna da me, punta gli occhi nei miei. Mi piace il modo in cui mi guarda.
Io sono macchiato, un essere immondo. E lei non ha paura di me.
Incomincio a fare questi pensieri.
È una ragazza che ne ha passate tante nella vita, credo che sia per questo che non ha paura di quello che fa.
Lo apprezzo molto.
"Ti ho mandata a chiamare perché ho bisogno che tu tenga sotto controllo il locale mentre mi assenterò in questi giorni. Chantal è in attesa e senza Adrian non verrà, perciò dovrai controllare le ragazze al posto suo e con l'aiuto di Jennifer. È stata Chantal a chiedermelo.
In ogni caso manderò qualcuno dei miei uomini ad aiutarvi. Credi di potercela fare?" Porto una sigaretta tra le labbra e la osservo mentre sembra confusa.
"Avrai un aumento." Concludo.
"E tu? Tu.. dove andrai?" Balbetta allibita. I miei occhi d'un tatto si scontrano con il livido violaceo proprio accanto la sua spalla.
Dev'essere stato quel pezzo di merda del direttore. Adrian mi ha raccontato tutto l'altra sera e il vecchio ha già avuto quello che meritava.
Serro la mascella e mi sollevo di scatto dal divano.
"A tagliare la testa a quattro cani del cazzo." Fumo e nel frattempo sento che anche lei si alza.
"Prima devo chiederti se tu centri qualcosa con le uccisioni che ci sono state in paese. Sono tutti spaventati Deian. Anche la mia famiglia. Tu.. tu sai che è stato ucciso un bambino di quattro anni?" Mi volto verso di lei e noto che ha le mani strette davanti al grembo e lo sguardo rivolto verso il basso. La sua voce trema. Credo che non vedesse l'ora di domandarmelo.
"Che cosa ti interessa? Chi cazzo pensi di essere per avere il diritto di ficcare il naso nei miei affari?" Alzo la voce e lei sobbalza. L'attimo dopo il suo sguardo sta cercando disperatamente il mio.
"Davvero non te ne frega un cazzo?" Si avvicina facendo rimbombare nella stanza il rumore dei suoi tacchi a spillo. Mi irrigidisco, voltandomi di nuovo di spalle.
Sta gettando benzina sul fuoco. È meglio che se ne vada via da qua o non so come potrebbe concludersi questa conversazione.
"Si." Rispondo secco.
"E perché io ho come l'impressione che non sia stato tu ad ucciderli?" Che cosa sta succedendo? Ha posato una mano sulla mia spalla.
La mia pelle è in fiamme sotto il suo tocco, lei lo nota e mi afferra per un braccio.
Quando fa il giro e si posiziona davanti a me, mi fissa intensamente. Sembro un idiota mentre respiro a fatica osservando i suoi seni tondi e questo cazzo di viso angelico, che solo Dio sa cosa ci vorrei fare.
Talìa ha un corpo che mi manda su di giri.
Ma proprio come temevo, quando afferra il cellulare dalla vestaglia e interrompe il nostro contatto, la rabbia riaffiora più di prima.
Sta leggendo un messaggio. E dal suo viso capisco che qualcosa non va.
Istintivamente glielo strappo da le mani. È un messaggio di Erik. Le chiede di incontrarsi stasera.
Mi viene da ridere e le lancio il cellulare sul divano.
"Ehi! Che cosa fai?!" Strilla nervosa per poi sorpassarmi con l'intento di andare a recuperare quella specie di aggeggio mezzo rotto. L'afferro per il braccio facendole sbattere il naso contro il mio petto.
"Non toccarmi! Chi ti credi di essere?" Alza la voce. Le sorrido incazzato spingendola bruscamente contro la scrivania.
"Ancora con quel coglione? Non ti è bastato quello che ti ha fatto?!! Vuoi che capiti di nuovo la stessa cosa dell'altra volta?!" Al mio tono di voce Talìa si irrigidisce. Il silenzio cala tra noi e lei mi guarda scioccata, per poi arricciare il naso.
"Che cosa ti interessa di quello che faccio nella mia vita? Mi spieghi che cosa vuoi da me? Io non capisco, cazzo! Tu non mi dai mai delle risposte Deian, io vivo nel mistero quando ti sto accanto, e non capisco perché mi debba sentire obbligata ad aprirmi con te quando tu non lo fai mai. Mi avevi parlato di fiducia reciproca e di parola d'onore, ma non mi sembra che tu stia rispettando queste condizioni."
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STAND BY ME.
RomanceIl figlio di uno dei trafficanti di droga più potenti al mondo e una giovane ragazza dei bassifondi Siciliani, proveranno ad ingannare il proprio amore a causa delle differenze sociali e delle obiezioni delle famiglie, per rendersi conto più tardi d...