Capitolo 31

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Nevaeh Rose

Scendo di corsa le scale, dopo aver ricevuto il messaggio di Nate mi sta aspettando fuori. Mi fermo sui miei passi non appena faccio l'ultimo gradino e vedo la scena che mi si palesa davanti. Mia sorella rannicchiata sul divano con una coperta addosso.

«Maddie?» Mi avvicino lentamente, ma non risponde. È di spalle quindi non posso vedere se è sveglia o no, così la raggiungo e metto la mano sulla sua spalla, sporgendomi oltre di essa. Tiro un sospiro di sollievo quando la vedo dormire e le sollevo la coperta fin sopra le spalle.

Mamma e papà sono in giardino a preparare per la cena di questa sera, perché se Maddie fosse rimasta sola, sarei restata qui con lei. Ieri ho detto a Jake se poteva darmi gli appunti della lezione, visto che Maddie non è andata all'Università. Quando sono tornata poi abbiamo passato del tempo sul giardino sul retro, in silenzio a guardare la mia piccola coltivazione di lavanda.

Le schiocco un bacio sulla guancia e faccio un respiro profondo, alzandomi poi. Non so cosa lei pensi della questione di mamma, che vuole mandarci in un posto sicuro. È stato un anno duro anche per lei, soprattutto questo ultimo periodo.

«Nev?» Mi volto quando mi chiama con un filo di voce. I suoi occhi spenti e privi di emozioni mi fanno attanagliare lo stomaco, e i sensi di colpa mi assalgono. Per quanto lei dimostri di essere forte, in realtà la mia sorellina è molto fragile.

«Stavi uscendo?» La guardo da sotto la visiera del cappello bianco e annuisco. «E c'è qualcuno in casa?» Il timone nella suo tono, mi fa subito scuotere la testa. «Ci sono mamma e papà. Io devo fare una cosa, ma ti prometto che tornerò presto.» Mi abbasso alla sua altezza quando lei si mette a sedere.

Annuisce spostando lo sguardo verso il giardino sul retro. La mia attenzione cade sul cerotto color carne  che ha a lato del collo e sul livido sopra di esso. Mi mordo l'interno della guancia con forza, bloccando ogni scenario che cerca di farsi spazio nella mia testa.

«Ci prepariamo insieme per questa sera.» Afferro le sue mani con le mie e le stringo, rivolgendole un sorriso debole. Sta lottando con tutta de stessa in questo momento per non piangere, ma i suoi occhi lucidi parlando per lei.

Faccio per parlare ma lei si schiarisce la voce e toglie le mani dalle mie, alzandosi. Mi alzo anche io spostandomi di lato quando mi sorpassa e sale velocemente le scale, avvolta nella coperta.

Ispiro profondamente e prendo il cellulare dalla tasca posteriore dei jeans. Lo sblocco e vado sul contatto di Harry, scrivendogli messaggio breve, ma d'impatto. Ieri sera ha dormito in camera mia, ma più volte mi sono svegliata perché usciva dalla stanza nel cuore della notte. Andava a controllare Maddie, ma è troppo testone per parlarle faccia a faccia.

Blocco il telefono quando vedo che lo ha visualizzato e vado verso la porta, la apro ed esco di casa. Scendo di corsa i tre gradini sulla veranda e attraverso il vialetto, raggiungendo poi la Jaguar di Nate. Mi sta fissando, accertandosi che sul mio viso non ci preoccupazione.
Apro lo sportello e salgo in auto, mettendo la cintura.

«Per quale motivo se io ti do un'orario, tu non lo risp-» Gli pizzico con forza la coscia, zittendolo prima che finisca la frase. «Stavo controllando come stesse mia sorella.» Lo liquido velocemente, anche se non gli devo nessuna spiegazione dei miei cinque minuti di ritardo.

Sposta con irruenza la mia mano e mi guarda torno per il gesto. Imito la sua espressione e incrocio le braccia al petto. Con uno scatto repentino afferra il mio viso con una mano e mi avvicina a lui, fiondandosi sulle mie labbra. Colta di sorpresa gli mordo il labbro e tiro indietro la testa.

«Non fare più queste scenate per cinque minuti di ritardo, altrimenti la prossima volta ti faccio aspettare mezz'ora.» Sorrido beffarda e questa volta sotto il suo sguardo fulmineo lo bacio. Ricambia il bacio a stampo, per poi staccarsi e mettere in moto.

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