Capitolo 21

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Nathaniel

La osservo per quelli che sembrano minuti, ma invece sono solo una manciata di secondi. Il suo respiro caldo mi solletica il naso ed il mio trova l'accesso nella sua bocca. Siamo avvinghiati nel silenzio che resta il protagonista del nostro bacio.

Non parlo, perché non c'è niente da dire. Ma la ficcanaso sopra il mio cazzo, più di tanto zitta non ci sa stare e mi aspetto che faccia qualche battuta stupida.

«Ti sei sbagliato prima.» Mormora sulle mie labbra, sfiorandole con le sue. «È da ieri sera che volevo baciarti.» I suoi denti intrappolano il mio labbro inferiore e lo tira a se con forza. Ringhio in gola facendo stringere le mani sul suo fottuto culo, che strizzo senza ritegno.

«E cosa ti ha fermato?» Sollevo la testa, guardandola dritto negli occhi. La guancia si assottiglia, segno che si sta mordendo l'interno. Le pizzico la guancia, così da beccarmi uno schiaffo sul dorso.

Alza la mano e punta il dito prima contro di se e poi contro di me. Inarco un sopracciglio e afferro il suo dito abbassandolo. «Non ci riuscivo, c'era una parte di me che ti respingeva.» I suoi occhi color miele si incastonano nei miei. Mi sarei sorpreso del contrario.

«Lo stai facendo tutt'ora.» Passo la lingua sulle labbra inumidendole. «Mi hai baciato perché ti ho spinto io a farlo con le mie parole.» Stacco controvoglia le mie mani dal suo culo e le poso ai lati delle mie cosce sulla panchina di metallo.

«Cosa?! No. Ti ho baciato perché volevo farlo.» Posa le mani sulle cosce, non distogliendo mai lo sguardo da me. Il suo petto si alza e si abbassa a ritmo lento.

«Quello che mi hai spinto a fare è lasciare le mie mut-» Non le faccio finire la frase che poso l'indice sulle sue labbra, serrandole. «Stai zitta riguardo a ciò.» Il mio sguardo fulmineo soccombe su di lei, che se ne sbatte altamente.

«Le hai tolte o sono ancora lì?» Un ghigno soddisfatto le contorna il viso. Afferro la sua mano e la porto verso la tasca della giacca, per poi infilarla dentro. Sgrana gli occhi quando tocca il tessuto di pizzo.

«Ero serio sul legarti.» Sussurro sulle sue labbra e aggancio il cerchietto nero a lato del labbro inferiore tra i denti. «E se non la smetti di ribattere ogni volta e usare la tua lingua velenosa del cazzo, ti ci imbavaglio. La mia pazienza è a limite con te.» Nev rimuove la mano dalla mia giacca e rotea gli occhi, per via della mia minaccia più che seria.

«Poi non posso baciarti se mi imbavagli.» Le mie mani intrappolano la pelle sulle sue cosce, pizzicandola. Fa per schiaffeggiarmi, ma afferro i suoi polsi con una mano e li blocco dietro alla sua schiena.

«Ti bacerò io.» Avvicino la bocca al suo orecchio. «Sulla figa dopo che te l'avrò leccata fino a farti diventare gambe gelatina per l'orgasmo che ti farò avere.» Caccio fuori la punta della lingua e mi inoltro su uno spazio sotto il suo orecchio, leccandolo.

Le sue gambe si stringono intorno a me e la sento piagnucolare in preda al piacere. Il suo respiro caldo si scaglia contro il suo collo e le sue labbra umide sfregano la pelle.
Saperla sopra di me senza senza le mutandine e già bagnata me lo fa addrizzare subito. Rischierei di farle seriamente male per quanto forte voglio scoparla.

Porto la mano libera sul cavallo dei jeans, aggiustandomi il cazzo che si indurisce sempre di più sotto il suo corpo caldo che freme.

«Quanto cazzo mi vuoi Nev eh?» Le mordo il lembo di pelle appena leccato e con la pallina del piercing sulla lingua traccio la linea della sua carotide, scendendo fino alla fossetta alla base del collo.

«Quanto mi vuoi tu Nate.» Il suo bacino rotea e si spinge in avanti, strusciando contro la patta. Ringhio in gola per i suoi movimenti scaltri. «Ti ho fatto una domanda.» Mordo con forza la pelle, facendole uscire un gemito strozzato dalle labbra.

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