Nevaeh Rose
Flashback
Provence, France
«Come ti senti oggi, Nev?» Mi volto verso Jean, che è seduto sulla sedia vicino al mio letto.
Trattengo il respiro per qualche secondo e tengo lo sguardo sulla vista dalla mia finestra. La distesa di lavanda in lontananza e i colori brillanti, che fino a ieri erano spenti della campagna francese.«Persa.» Fisso un punto qualsiasi, pur di evitare il suo sguardo. Sfioro con l'indice il vetro caldo, su cui si mette in risalto il riflesso di una ragazza castana. Non sono io quella ragazza, quella ragazza è dormiente.
«E ieri come ti sentivi?» Il rumore della penna sul notes interrompe il mio silenzio. «Come se non avessi identità.» Traccio il contorno delle labbra della ragazza che sta parlando, attraverso il vetro.
«L'infermiera mi ha detto che non hai avuto incubi o attacchi questa notte. È un buon inizio.» Picchietto l'indice sulla superficie trasparente e annuisco.
«Secondo lei troverò mai l'amore?»
Non ho il coraggio di guardarlo.«Può un'assassina trovare mai l'amore?» La mia mano istintivamente gioca con il pizzo sangallo del vestito. «Non credo che riuscirò mai a trovarlo.»
Silenzio intorno a me, ma rumore nella mia testa.
«Pensi di non meritare di essere amata?» Sospiro appoggiandomi contro il vetro caldo. «Se le persone a cui tenevo mi amassero, ora non sarei qui.» Chiudo gli occhi quando la ragazza allo specchio mostra le dita insanguinate.
«Proprio perché ti amano invece sei qui.» Mi contrasta lui. «No.» Scuoto la testa più volte e mi giro di scatto verso di lui. «Sono qui per colpa loro.» Mi blocco alle mie parole. «No, per colpa mia.» Annuisco. «Si.» Muovo la testa su e giù.
«Quindi amare è la tua più grande paura, Nev?» Appoggiò la schiena contro la parete, scivolando giù lentamente. «Hai paura puoi trovarti di nuovo in questa situazione?» Mi domanda.
«Ho paura di tutto ciò che bello.» Piego le ginocchia al petto e lo guardo, dopo dieci minuti dalla nostra seduta quotidiana. «Ho paura che proprio sul più bello, l'incantesimo si rompe ed io torno ad avere quella sensazione di smarrimento.» Stringo il tessuto del vestito in pugno.
«Hai paura di trovare la felicità nelle cose che pensi di non meritare?» Annuisco sentendo gli occhi pizzicare. «Perché io non merito niente. Sono colpevole.» Tiro su con il naso. «Ho distrutto io il mio incantesimo.» Ho distrutto la mia morale.
«Ci sono cose che non si possono controllare, ma non per questo devi addossarti tutte le colpe, Nev.» Un singhiozzo lascia le mie labbra e una lacrima mi riga la guancia.
«Ho ucciso il mio migliore amico.» Metto le mani tra i capelli tirandoli. «Come potrei meritare la felicità?» Mi dondolo su me stessa e tiro con forza le radici.
Non merito niente.
«Lui era il mio migliore amico.» Le lacrime non si vergognano a scendere davanti a Jean, che mi porge un fazzoletto. Scuoto la testa, annegando nel mio dolore.
«Lui ti ha fatto male Nev.» Rimbecca ed io nego con un cenno di capo. Appoggio le mani sul parquet e fisso il raggio di sole che filtra dalla finestra, riflettendo lo scheletro delle sbarre, che lo fanno sembrare quasi una prigione.
«Ha finto di esserlo. È entrato nella tua vita con l'inganno.» Le unghie consumate fino al polpastrello, grattano il legno con rabbia. «È un concetto che devi capire, perché il nostro percorso parte tutto da quello.» Posa il bloc notes sul tavolino e mi rivolge la totale attenzione.
Non la voglio.

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ONEIRATAXIA
Misterio / SuspensoONEIRATAXIA SEQUEL DI DECEITFUL L'incapacità di distinguere l'immaginazione dalla realtà. «Baciami e capirò che è reale.» Seconda Parte 🥇in #oscuro (19/10/22) 🥇in #hermantommeraas (12/12/22) 🥇in #charlyjordan (13/06/23) 🥇in #madelyncline (11/1...