Capitolo 32

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Nevaeh Rose

Flashback

«Nevvvvv!!!» Sobbalzo alla voce della mia sorellina e guardo la a che stavo ricopiando, fare una strana forma. Poso la matita sul tavolo e alzo lo sguardo su mia Mad, che mi sta guardando con un grande sorriso.

«Che c'è?» Mi alzo da per terra e la guardo. Non mi piace quando mi interrompe mentre faccio i compiti. Prima finisco e prima posso arrampicarmi sull'albero.

«Zia ha detto che oggi tolnano mamma e papà. Ho plepalato un disegno.» Saltella sorridente con il foglio bianco in mano. Perché zia Jolene ha detto una bugia alla mia sorellina? Io non voglio dire bugie alla mia sorellina. Mamma e papà hanno detto che non si dicono bugie.

«Ti piace, Nev?» Gira il foglio e guardo le figure stilizzate che ha fatto. Mamma, papà, Alex e noi che ci teniamo per mano. «Ti piace?» Allunga il foglio verso di me e si imbroncia quando non le rispondo.

«Non ti piace?» Prendo il disegno e passo l'indice sulle nostre figure che si tengono per mano. La mia sorellina non mi dice bugie e io non dico bugie a lei. Voglio bene alla mia sorellina, ad Alex meno perché è sempre in camera sua a giocare con i suoi amici e non gioca con noi.

Poso il disegno sul tavolo e mi siedo a terra. Mad si siede davanti a me. Non voglio vedere la mia sorellina piangere, ma le bugie non si dicono.

«Mamma e papà non tornano, Mad.» La sua faccia cambia e i suoi occhi si riempiono d'acqua. La mamma ha detto che non devo piangere. E neanche la mia sorellina deve piangere.

«Non è velo, Nev.» Muove la testa, muovendo anche le treccine. «Non devi piangere Mad.» Prendo la sua manina e le indico il disegno. «Vedi? Io ci sono.» Sposta lo sguardo sul disegno, ma scoppia a piangere.

La mia sorellina sta piangendo per colpa mia. È triste per colpa mia. Papà ha detto che gli abbracci risolvono tutte le cose brutte, così mi avvicino a lei abbracciandola.

«Io voglio mamma e papà!» Urla piangendo e chiudo gli occhi posando la testa sulla sua spalla. «Anche a me mancano.» Io voglio essere forte per la mia sorellina, ma anche i miei occhi si riempiono d'acqua e non mi piace.

«Non ci vogliono bene.» Piange stringendo le sue braccia intorno al mio corpo. «Si ci sono bene, Mad. La zia ha detto che gli manchiamo tanto.» La rassicuro e apro gli occhi.

«E se qualcuno ti manca è perché gli vuoi bene.» Ripeto le parole di papà.

La guardo e passo la mano tra le sue trecce scompigliate. La mamma lo fa ogni volta che Maddie è triste e poi sta subito meglio.

«Stai meglio, sorellina?» Chiudo gli occhi quando piange di nuovo. Non mi piace. Scuoto la testa e la abbraccio, toccandole le trecce.

«Basta piangere. Tu sei una guerriera e le guerriere non piangono.» Mamma e papà mi hanno sempre detto questo e anche Mad è una guerriera.

«Non è velo! Io sono una plincipessa.» Piange più forte e afferra il disegno accartocciandolo.

Mi stacco da lei e afferro il mio astuccio grande lilla. Lo apro e lo giro, così tutti i colori cadono sul tavolino in vetro. La zia non vuole che io faccia i compiti qui, ma io li faccio lo stesso.

Cerco tra i colori a cera quello nero e lo prendo. Mi colori il ditino e lo avvicino alla guancia di Mad. Lei si tira indietro e mi guarda male. Scuoto la testa e le sporco la guancia con il colore. Faccio lo stesso dall'altra parte.

«Mi hai spolcato, Nev. Ora sono blutta.» Le sposto la manina quando fa per pulirsi e mi sporco il ditino, facendo lo stesso sulle mie guance. La mia sorellina mi guarda e smette di piangere.

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