Capitolo 45

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Nathaniel

Rigiro l'anello anti-stress e fisso il pavimento davanti a me. Ispiro ed espiro profondamente e mi passo una mano sul volto, spostando lo sguardo verso il bagno.
Harry è appoggiato allo stipite della porta e mi guarda.

Avrei voluto che fosse una cosa tra me e Nev, ma lui è rimasto attaccato come un gatto ai coglioni. Non tanto per suo fratello, quanto per la sua migliore amica, che potrebbe ricevere una notizia scioccante da un momento all'altro.
Nessuno dei due parla, ma ci scambiano delle occhiate di intesa e cinque minuti sembrano essere un'eternità.

Mi alzo quando sento il rumore dello sciacquone e poi l'acqua del lavandino scorrere. Harry invece si volta e fa un passo indietro. Entrambi guardiamo Nev uscire dal bagno con il test nella mano.

Il mio sguardo passa più volte dal suo viso a lei, aspettando una risposta o un'espressione che mi dia la conferma o meno.
Non so per quanto tempo posso resistere. Sto cercando di essere il più calmo possibile, ma la mia mancata pazienza sta prendendo il sopravvento.

«Allora?» Passo una mano tra i capelli tirandoli con forza, ma dalla sua bocca non esce neanche un minimo sibilo. Harry mette la mano sulla mia spalla e si volta verso di me.

«Fratello l'ha appena fatto. Deve aspettare quindici minuti.» Harry mi spiega come se fossi stupido. Do una gomitata a mio fratello e sposto l'attenzione su Nev, che nel frattempo si è seduta ai piedi del letto e tiene il bastoncino tra le mani tremolanti.

«È il secondo.» Sbatto le ciglia alla sua risposta flebile e la mia testa scatta verso il bagno. Una parte di me vuole entrare e andare a vedere quel risultato, un'altra resta ferma sul posto.

Fanculo l'irrazionalità.

Entro velocemente in bagno e i miei occhi saettano su ogni oggetto che si trova sul piano in marmo. Sento una morsa allo stomaco quando individuo il test nel lavandino e lentamente mi avvicino.

Se lo sta facendo un altro il risultato è prevedibile, ma ho bisogno di vederlo io stesso. Ho bisogno di risposte all'istante o potrei andare fuori di testa. Recupero il test e prima di controllare il risultato, mi guardo allo specchio e faccio un respiro profondo.

Butto fuori tutto lo stess dalla bocca e abbasso lo sguardo sul pezzo di plastica tra le mie mani. Il fiato mi muore in gola alla vista di una linea rosa scusa e un'altra rosa chiaro.

Intorno a me tutto si congela. I miei muscoli si paralizzano, incapaci anche solo di sollevare un dito. Schiudo le labbra e corruccio le sopracciglia con lo sguardo fisso sul test di gravidanza.

Improvvisamente alla mia mano si aggiunge una mano delicata e calda. Mi giro di lato per vedere Nev al mio fianco con l'altro test in mano. Non sono passati i quindici minuti, ma a giudicare dalla sua faccia, è spaventata.

Non dirlo a me.

Non è chiaro se è la paura per il risultato o per la mia reazione se dovesse risultare positivo anche questo. Le cingo le spalle con il braccio e la guardo da sopra, mentre lei posa il test sul lavandino.

Entrambi aspettiamo quelle maledette linee che sembrano non colorarsi mai. Sbuffo sonoramente e Nev nota il mio disagio, ma allaccia entrambe le braccia attorno alla mia vita.

Non l'ho mai vista così silenziosa e questa tensione palpabile tra di noi mi fa uscire fuori di testa. Cosa cazzo le dovrei dire? Scusa per aver infilato il mio cazzo in te e per esserti venuto dentro? Per quale fottuto motivo non le sono venuto in bocca invece che dentro.

«Nate.» La sua voce tremolante mi interrompe. Porto lo sguardo su di lei, ma la sua attenzione è sul test che ora è tra le sue mani. Come poco fa prendo un momento per controllare il risultato.
Non si torna indietro.

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