Capitolo 18

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Nevaeh Rose

Allungo la mano sinistra davanti a me, aprendo e chiudendo più volte l'indice. Guardo il mio dito finalmente guarito e tiro un sospiro di sollievo. Improvvisamente mi sposto con la testa all'indietro quando Harry si sporge in avanti. Afferra con le delicatezza la mia mano per poi scrutarla sotto il suo sguardo attento.

«Il tuo dito è guarito.» Sposta lo sguardo su di me e mi guarda sorridente. «È stato quello che le ho detto poco fa.» Aggiunge il dottore, facendo voltare Harry verso di lui. «È il mio esito quello che conta.» Ribatte il mio migliore amico.

«Vorresti dirmi come fare il mio lavoro?» Il dottore lo guarda sconcertato e Harry posa entrambe le mani sulla scrivania e lo guarda serio. «Si.» Risponde secco, senza troppi giri di parole. Il dottore toglie gli occhiali da vista e si pizzica il ponte tra le sopracciglia, sospirando pesante.

«Ho già avuto a che fare con gli altri due quindi non ti ci mettere anche tu. Torna sui libri e lasciami fare il mio lavoro, ragazzino.» La frustrazione nella sua voce, mi costringe ad alzarmi dal lettino. Mi avvicino ad Harry e metto la mano sul suo bicipite.

La situazione può prendere una piega spiacevole, visto che la mascella di Harry è più tesa di una corda di violino. «Sono il primo della classe a medicina generale e faccio un corso avanzato di anatomia. Sono il capitano della squadra di hockey e ho visto più donne io in due anni di college, che tu in tutta la tua carriera del cazzo.» Stringo il bicipite di Harry quando vedo la vena sul suo collo che sta pulsando.

«Ragazzino ci chiami lo specializzando che è qui sono per scaldare il posto.» Aggiunge il mio migliore amico, sbattendo le mani sulla superficie di legno. «Hars andiamo.» Piego il gomito sul suo petto e applico forza, per spingerlo via. Il suo respiro è sempre più affannoso e rischia un attacco d'asma in questo modo.

Non dovevo farlo entrare con me. Mamma si è fidata di far entrare Harry. Lei stava cercando di non far combinare danni a Jake e papà, che sembravano troppo presi a guardare chissà cosa sul telefono di Jake.

Io invece voglio uscire il prima possibile da qui. L'odore di disinfettante si fa sempre più pungente, fino a darmi fastidio al naso. Faccio respiro profondo e rivolgo la mia attenzione al dottore.

«Grazie dottore.» Volto la testa verso di lui mentre con il corpo spingo Harry all'indietro. «Il pollice è del tutto guarito e dai risultati delle analisi non vedo nessun valore alterato, per quando riguarda la trasfusione di sangue.» Il dottore si mette gli occhiali e si alza porgendomi la mano. Faccio un sospiro di sollievo.

«Fortunatamente buone notizie.» Accenno un sorriso e afferro la sua mano e gliela stringo. «È una ragazza forte signorina Marshall, il suo corpo ha reagito come avevo previsto. Mi raccomando l'assoluto riposo per via della costola incrinata.» Annuisco alle sue parole «Lo farò, anche perché la costola mi limita i movimenti.» Aggiungo e afferro la borsa, sistemandola sulla spalla.

Harry mette un braccio intorno alle mie spalle, attirandomi a se. «Mi prendo cura io della mia migliore amica.» Asserta serio il mio migliore amico, lasciandomi un bacio sulla tempia. Mi schiarisco la voce quando il dottore fa per ribattere. «Ci vediamo dottore, buona giornata.» Mi volto e mi dirigo verso la porta.

Afferro la maniglia e la abbasso, aprendo la porta. Lo sguardo minaccioso di Harry è fisso sul dottore. Lo tiro fuori dall'ufficio prima che possa mettergli le mani addosso. Mi volto verso di lui, incrociando le braccia al petto.

«Non guardarmi così.» Imita la mia posizione. «Ti ostini a farti seguire da gente incompetente.» Aggiunge scuotendo la testa. «Harry.» Sospiro e lo guardo. «Sto bene, il dito è guarito e piano piano guarirà anche la costola. Inoltre hai sentito anche tu che le analisi vanno bene.» Lo rassicuro e mi alzo sulle punte, allacciando il braccio intorno al suo collo.

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