ONEIRATAXIA

Capitolo 12

Nevaeh Rose

Mi guardo un'ultima volta allo specchio, scrutando il segno ormai nero sullo zigomo e sulla mascella, per poi uscire dalla camera e scendere al piano inferiore. Per quanto io possa mettere strati su strati di fondotinta, il gonfiore è sempre evidente, così come il labbro inferiore. Il dolore quando mangio è persistente, ma non paragonabile a quello dello sterno quando faccio una mossa sbagliata.

Tolgo il cappellino bianco con la visiera e lo appoggio sul bancone insieme alla borsa. Faccio il giro dell'isola e mi sporgo con la testa verso papà, che è al telefono mentre sta cucinando. Sembra essere una questione importante vista la sua serietà e il suo sorridermi velocemente come saluto.

Allungo la mano per prendere una fetta di bacon dal piatto, ma l'indice fasciato me lo impedisce. Faccio un respiro profondo e inverto le mani, allungando la destra per prendere il pezzo di carne. Addento la striscia di bacon sotto lo sguardo di papà, che annuisce al telefono.

Mi giro di scatto quando sento il rumore del tosta pane, che indica il toast pronto. Lo afferro con la punta delle dita e lo metto nel piatto, insieme alle altre fette. Metto a fare il caffè, mentre aspetto papà che prepara le uova.

«Buongiorno Nev, chiamata di lavoro. Come hai dormito?» Mi giro verso papà, che blocca il cellulare e si gira verso di me. «Non molto bene.» Sospiro. Avere il sonno agitato mi ricorda un brutto periodo della mia vita, che voglio solo dimenticare. Grazie ad Harry e Jake lo sto facendo, la loro presenza è fondamentale per me.

«Forse se smettessi di bere caffè a tutte le ore.» Alzo un sopracciglio alle sue parole dopo aver versato il caffè in due tazze, gliene porgo una, che afferra prontamente. «Ah non guardare me mentre segui il mio consiglio.» Mi guarda, sorseggiando il suo caffè.

«Appunto per questo ti guardo così posso berlo.» Alzo la tazza e la inclino verso di lui, sorridendo soddisfatta. «Te la passo solo perché per un attimo ho rivisto tua madre in te.» Sbatte delicatamente la tazza contro la mia, per poi sorseggiare il caffè.

«Impressionante quanto tu le somigli, anche se devo dirtelo.» Si schiarisce la voce e incrocia le braccia al petto. Aggrotto le sopracciglia e lo guardo. «Credo che la vecchiaia la stia facendo diventare più irascibile.» Afferma lui guardandomi. Mi sistemo sul
posto quando mamma appare alle spalle di papà.

«Le è comparsa una ruga proprio in mezzo alla fronte.» La mamma alza un sopracciglio e incrocia le braccia al petto, ascoltando il monologo di papà. «È sempre uno schianto mia moglie e ovviamente non le rispondo quando mi dice se ha le rughe.» L'espressione scioccata della mamma adorna il suo viso. Sgrano gli occhi, indicando con il mento la spalla di papà, ma lui è troppo preso a parlare.

«Inizierebbe ad andare in escandescenza per una ruga e poi...» La frase di papà viene interrotta dalla mamma che afferra l'orecchio di papà e lo tira con forza verso l'alto.

«Chi ha le rughe?» Mamma afferma seria, tirando l'orecchio di papà, che sposta il corpo verso l'alto. Mi mordo l'interno cercando di trattenere una risata. «Nessuno ha parlato di rughe, Am.» Si giustifica papà, mettendo la mano su quella della mamma.

«La vecchiaia ancora non ha colpito le mie orecchie.» Si sofferma sulla parola 'vecchiaia' che ha usato papà poco prima. «Vuoi sentire solo quello che ti pare, tesoro perché io ho detto che resti sempre uno schianto.» Ribatte papà sofferente. Inclino la testa guardandoli. La mamma lascia orecchio di papà e lui si gira verso di lei, che lo sta fulminando con lo sguardo.

Prendo il toast e ci spalmo sopra il burro d'arachidi e poi la marmellata, per poi chiuderlo con un'altra fetta. Mi giro verso di loro scrutando i loro volti che si fissano, o per lo meno mamma fissa papà in attesa di parole sensate per sistemare la sua posizione.