Capitolo 30

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Nathaniel

Guardo per l'ennesima volta il messaggio al quale non ho risposto. Jake sta facendo delle ricerche e aspetto che scopra qualcosa, prima di rispondere. Ci servono quante più informazioni possibili per la cena di venerdì.

Nev ancora mi non ha detto nulla a riguardo, perché non sa che io lo so e che dovrò essere lì a riportare tutto a Thomas. Non sono una cazzo di spia e se andrò, riferito solo cose che vanno a mio vantaggio. Nessuno deve sospettare di nulla, in primis Nev che sicuramente si ricorderà di aver sentito il nome di Ronald uscire dalla bocca di Thomas più volte.

Parlando di problemi ecco che spunta chi ama ficcanarci il naso. Mi ha mandato un messaggio poco fa al quale non ho ancora risposto. Ho altro a cui pensare. Una proposta che sapevo fosse arrivata. Non mi ha colto impreparato perché sapevo già cosa rispondergli la sera stessa, ma non l'ho fatto.
Ho già dieci passi avanti a lui e questa sera ne avrà la conferma.

«Nev?» Sposto la mano dal tettino della Jaguar quando riesco a sentire il suo respiro accelerato attraverso la cornetta. «Nate.» Biascica il mio nome ed io mi stacco dalla macchina e faccio un passo indietro, aggrottando le sopracciglia.

«Nate ho bisogno di te per favore. Maddie è stata ferita.» Non le do il tempo di finire la frase che apro lo sportello e salto in macchina. Avvio il motore ed esco dalla viale deserto e buio. «La mia sorellina è stata ferita.» Premo con forza il piede sull'acceleratore e sterzo bruscamente all'incrocio, non rispettando lo stop.

«Sto arrivano Nev. Resta con me okay?» Metto il viva voce e tengo il volante con una mano, mentre con l'altra apro la chat con quel deficiente di Harry e velocemente gli scrivo quello che mi è stato detto da Nev.

«La mia sorellina è stata ferita.» Tira su con il naso, ripetendolo in totale stato di shock. «Tu sei ferita?» L'immagine di lei con le mani insanguinate e agonizzate si fa spazio nella mia testa e reprimo, senza esitare, le immagini che mi ritornano di quel filmato.

«No, ma Wallace. Lui» Tira su con il naso e si ferma. L'importante è che mi stia parlando, anche se riesce a malapena. Ho bisogno di saperla lucida. «Sono quasi arrivato. Guarda tua sorella, ma ascolta la mia voce, okay?» Prendo la scorciatoia fatta da strada bianca, seminando poi una nuvola bianca per la mia velocità elevata.

«Quanto è grave la ferita?» Tolgo il viva voce e avvicino il telefono all'orecchio. Tendo con forza i muscoli della mandibola quando l'unica cosa che sento è un respiro accelerato e un farfugliare qualcosa tra se e se.

«Nev?» La richiamo e la pelle sulle nocche si sta per lacerare per quanto tengo stretto il volante. «Nev?! Porca puttana. Rispondi!» Questa volta alzo la voce e schiaccio con forza il pedale del gas, facendo scuotere ulteriormente la Jaguar per la strada dissestata.

Le vene ai lati della testa pulsano dalla rabbia, che mi acceca quando finalmente arrivo nel suo quartiere e percorro l'isolato lungo. Suono il clacson facendo fermare una macchina intenta a fare retromarcia sul vialetto di casa.

Sembra un'eternità prima di vedere il cancello bianco, ma i pneumatici stridono sull'asfalto quando freno di scatto. Inserisco il freno a mano e spegno la macchina, saltando giù dalla Jaguar. Apro il cancello con una ginocchiata e a passo svelto raggiungo la porta di casa.

Do una gomitata alla porta socchiusa ed entro di casa, dirigendomi al piano di sopra, visto che l'unico posto con le luci accese. Chiudo e apro i pugni più volte, scaricando la rabbia contro la pelle che si lacera per la stretta degli anelli.

Salgo le scale due per volta e quando sono all'ultimo, cammino verso la stanza di Maddie. Mi fermo sulla porta alla scena che mi si presenta davanti. Nev che rannicchiata su se stessa con le unghie conficcate nel collo e sua sorella stesa a terra e il sangue che sporca il pavimento all'altezza del suo collo.

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