Capitolo 44

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Nevaeh Rose

Lo sguardo di Nate ha bruciato su di me per tutta la cena. Non mi sembrava il momento per dirgli di Gabriel. È stata la mia prima cotta adolescenziale, ma non ci siamo mai spinti più di un bacio, per lo meno da parte mia.

Lo avevo del tutto rimosso dalla mia testa, finché non è riapparso e di conseguenza sono riapparsi anche i vecchi ricordi, dove l'unica cosa che pensavo all'epoca era fare lunghe passeggiate in riva al male con lui, sperando che l'estate non finisse mai.

«Nev?» La voce di Haylee mi risveglia dallo stato di trance. Porto lo sguardo su di lei e aspetto che parli, ma l'unica cosa che fa è indicarmi la pietanza sul mio piatto, che ancora non ho toccato.

«Si ora mangio.» Le rivolgo un sorriso rassicurante e taglio un pezzo di carne, infilzandola con la forchetta, per poi portarla alla bocca. Nate non ha proferito parola dall'incontro. È seduto al mio fianco, ma è come se non ci fosse. Come se avessi fatto qualcosa di sbagliato nei suoi confronti.

«Questa estate la passiamo in Tennessee.» Interviene Jake rompendo la tensione che il nostro silenzio ha creato. «Col cazzo che resto a Philadelphia.» Harry lo guarda scioccando la lingua.

«Affittiamo la stessa casa dello scorso anno?» Jake gli domanda. Sto ascoltando i loro discorsi, ma non sto seguendo. «Non credo che ci entriamo tutti, con Nev, Haylee e le ragazze che conquisterò.» Sposto lo sguardo sulla ragazza che manca all'appello.

Mia sorella che si è ammutolita come Nate e che sta mangiando senza degnare nessuno della sua presenza. È tutto così stressante. La gelosia di Nate, l'odio tra mia sorella e il mio migliore amico, la delle sessioni.

Istintivamente i miei pensieri si posano su Nate e sul suo futuro. Quest'anno è l'ultimo. Cosa farà dopo? Prenderà una specializzazione? Resterà a Philadelphia? Si trasferirà in Tennessee?
Sono tutte domande che mi assalgono la mente e alle quali non riesco a dare una valida risposta, perché non la so.

Non mi ha parlato dei suoi progetti, nonostante lo conosco abbastanza bene da sapere, che è una persona troppo organizzata e meticolosa per lasciarsi sfuggire la vita tra le mani. È un fottuto genio e lo sa, sfruttando questo prego a suo vantaggio.

«Io non so se posso venire.» Li interrompo. Harry fa cadere la forchetta nel piatto e Jake resta con la mano a mezz'aria e la bocca spalancata.

«Spero tu stia scherzando.» Harry mi guarda e sento lo sguardo di Nate su di me. «Non so cosa farò quest'estate.» Mi volto verso le due iridi color giada che mi fissano. Spero riesca a capire il senso delle mie parole. Non mi ha detto nulla di quest'estate, nonostante loro si stanno organizzando.

Nate serra la mascella e si alza di scatto, facendo stridere la sedia contro il pavimento. Nel giro di pochi secondi sparisce dalla nostra vista, dirigendosi verso l'uscita. Mi mordo l'interno della guancia per controllare la rabbia che si sta riversando in me.

Poso il tovagliolo sul tavolo e mi alzo, scusandomi con i miei amici. Lo seguo velocizzando il passo. Una lite ad inizio vacanza non è il miglior modo per iniziarla.
Porgo un sorriso rassicurante al cameriere ed esco dal ristorante sulla spiaggia.

Cerco con lo sguardo quel burbero del mio ragazzo, che ora sicuramente sarà un fascio di nervi e non oso immaginare cosa farebbe se qualcuno cercasse di infastidirlo.

Scorso la sua figura appoggiata contro una palma illuminata sul tronco da delle luci calde. Mi avvicino a lui e metto la mano sulla sua spalla. Si irrigidisce al contatto, per poi rilassarsi quando si rende conto che sono io.

«Torna dentro Nev.» Sospira e passa una mano tra i suoi capelli scompigliati, scompigliandoli ancora di più. «Torno dentro con te.» Mi posiziono davanti a lui e allungo la mano per sistemargli i capelli, che ricadono sulla fronte.

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