Capitolo 48

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Nathaniel

Fino a qualche mese fa non me sarebbe fregato un cazzo di morire per portare a termine la mia vendetta. I miei fratelli lo sanno. Tutti e tre sapevano i rischi a cui andavamo incontro, una volta accettato il lavoro di Thomas.

Jake ha Haylee e mettere a repentaglio la propria vita, non è l'appuntamento ideale che ha in mente. Quella ragazza lo ha stregato. Non riesco ancora a capire come abbia fatto visto che non parla mai.

Harry ha l'hockey. Ha già i sponsor pronti a metterlo sotto contratto una volta finita l'università. Fosse stato per lui avrebbe mollato già da parecchio le missioni. Ha sempre stuzzicato Thomas, per essere cacciato. Ma non esce volontariamente da questo giro se non con la morte

Io invece ho una bionda ficcanaso che è pronta a farmi il culo in qualsiasi momento. Tenere a bada lei è come tenere a bada un cavallo selvaggio. È imprevedibile e non sai mai come potrebbe reagire.
Soprattutto dopo che non l'ho tenuta al corrente di quello che sta per succedere.

In tutto ciò penso anche al figlio che non avrò mai. I miei pensieri su di lui sono più di quelli che ha Nev sulla gravidanza. Non sembra importarle nulla della vita che sta crescendo dentro di lei.

La mia opinione non conta un cazzo se lei non si sente a suo agito. È il suo corpo e quindi la sua decisione. Se non lo vorrà tenere non obbietto, ma se un giorno dovesse prendersela con me perché non gliel'ho impedito, lì si che mi arrabbierò.

Passo una mano tra i capelli per tirarli indietro e faccio un respiro profondo. È successo tutto così in fretta, che ho dovuto agire subito o non ci sarebbe stato un punto di ritorno.

Scendo dalla Jaguar parcheggiata in un vicolo secondario di questo quartiere di merda e chiudo lo sportello. Controllo l'orario sul messaggio e poi l'ora di adesso. Il tempo non scorre mai e le mani iniziano a prudermi.

Il rumore dei pneumatici che stridono sull'asfalto mi fa voltare di scatto. Serro la mascella alla vista della Rubicon di Harry. Cosa cazzo ci fa qui?
Mi volto verso di lui, tenendo comunque d'occhio entrata dall'altra parte della strada.

«Si può sapere cosa cazzo ti dice il cervello eh?» Harry scende lasciando la macchina accesa e si dirige a grandi falcate verso di me. Mi spintona brutalmente, ma io non batto ciglio.

«Come cazzo mi hai trovato?» Stringo i pugni con forza. «Vattene via.» Ringhio per poi afferrarlo per le spalle e spingerlo verso la macchina. «Non vado da nessuna parte.» Toglie le mie mani dal suo corpo.

«Ti sei svegliato con la voglia di fare l'eroe e sacrificare la tua vita per quel pezzo di merda?» Mi spintona di nuovo, ma questa volta colto dalla sprovvista indietreggio di qualche passo.

«Stanne fuori Harry. Ti ho detto di andartene.» Non avanzo di nuovo le mie mani su di lui, oppure finirò per pestarlo e tutta il piano salterà per colpa della sua ira incontrollabile.

«E sai già la mia risposta.» Serro la mascella e faccio un passo indietro. «Sta arrivando anche Jake. Gli ho detto che ci hai tenuto nascosto chissà cosa.» Respira velocemente ed io mi appoggio contro la macchina.

«Cosa cazzo ti frega cosa ti tengo nascosto? Sei il primo a voler uscire da quel mondo.» Incrocio le braccia e guardo come si massaggia il petto nervosamente.

«Ci siamo dentro tutti e tre e ne riusciremo insieme.» Fa dei respiri profondi e con la coda dell'occhio intravedo una macchina che si parcheggia dietro a quella di Harry.

Jake scende velocemente e sbatte lo sportello raggiungendoci. Guarda entrambi, ma si sofferma su Harry per costare le sue condizioni. Quest'ultimo fa un cenno di testa per rassicurarci, per poi prendere il pacchetto di sigaretta della tasca dei pantaloni.

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