ONEIRATAXIA

Capitolo 28

Nathaniel

Picchietto le dita sul volante, mentre aspetto che la piccola ficcanaso esca di casa. A quest'ora dovrebbe essere già fuori. Muovo la testa a destra e sinistra e sfrego gli occhi con indice e pollice. Ho dormito un paio d'ore e la stanchezza di fa sentire.

Dormire con Nev che mi comprime i polmoni per quanto forte mi stringe non è così semplice. Ormai ha questo vizio del cazzo, impossibile da togliere. Lancio un'occhiata alla porta ancora chiusa e sbuffo.

Porto la mano al centro del volante e quando sto per premere il clacson, il rombo di una moto mi fa spostare l'attenzione sul casco completo che si fa sempre più grande. Mi irrigidisco sul posto quando la moto si ferma all'altezza del mio sportello.

Con la coda dell'occhio guardo la porta bianca ancora chiusa. Abbasso il finestrino e lo guardo, afferrando il primo oggetto appuntito che trovo sotto mano. La voglia si sgozzarlo di prima mattina reprime qualsiasi forma di stanchezza, a cui il mio corpo si stava abbandonando.

«Tornato dalla vacanza?» Wallace solleva la visiera ed io lo guardo impassibile e pronto a farlo fuori. «Hai avuto abbastanza tempo per pensare, non credi?» Si appoggia con il palmo della mano sul tettino della Jaguar.

Scuote la testa e sposta lo sguardo verso la casa. Sbatto il pugno sulla portiera richiamando la sua attenzione. Non deve neanche passargli per l'anticamera del cervello il nome di Nev. Un ghigno malefico appare sulla sua faccia da cazzo e con uno slancio si tira indietro.

«Tranquillo, ancora per un po' te la puoi godere.» Batte la mano sulla carrozzeria e con un movimento repentino lo afferro per il colletto della giacca di pelle e lo spingo con forzo verso di me.

«Se solo osi anche solo nominarla, ti ammazzo con le mie mani.» Ringhio, stringendo la presa fino a far diventare le nocche bianche e sento la pelle lacerarsi intorno alle estremità degli anelli. «Il ragazzo geloso, che la protegge. Non ti si addice questa nomina, Wilson.» Cerca di istigarmi.

«Mi preoccuperei più per quando scoprirà che la stai prendendo in giro.» Mette la mano fasciata dal guanto sulla mia e fa per strattonarmi, ma lo afferro per il polso, strattonandolo a mia volta. «C'è un concetto che ancora non ti è chiaro, testa di cazzo.» Lo guardo dritto negli occhi e lui resta in silenzio, aspettando che sia io a parlare.

«Puoi prendere per il culo Thomas, ma se pensi di avanzare degli stupidi giochi da bambini con me, ti sbagli alla grande.» Asserto seriamente. «E questo dovrebbe spaventare, Wilson?» Schiocca la lingua. «Solo perché hai preferito farla torturare dal sottoscritto, che ucciderla tu? Sei proprio senza palle.» I suoi occhi torvi, si spostano nuovamente sulla porta.

«Quello che farò io sarà niente in confronto e lei sarà lì a vedere come la tua carcassa marcia perderà la vita. Devi andare a dormire con la consapevolezza che l'ultima cosa che vedrai, saranno i suoi occhi. Devi capire che è stata lei a vincere il tuo gioco.» Serra la mascella alle mie parole e mi guarda paonazzo, ricomponendosi all'istante.

In quel frangente di secondo ho potuto vedere cosa veramente non riesce a controllare. Ovvero che sia Nev ad ucciderlo. Sta cercando di spaventarla e manipolarla a suo piacimento, così che diventi inoffensiva. Le minacce di morte nei suoi confronti solo per farla restare al suo posto.

«E mi prenderò io stesso l'onore di insegnarle a premerti il grilletto in mezzo agli occhi.» Aggiungo poi, ma il suo sguardo è altrove. Mi giro di scatto e vedo Nev sul marciapiede, che si sta domandando cosa sta succedendo.

«La proposta è valida fino a questa sera.» Ringhia abbassandosi la visiera, per poi mettere in moto. Sollevo il finestrino e seguo con lo sguardo Wallace, che fa un cenno con la mano a Nev, facendola irrigidire sul posto. Mi guarda sul posto tesa come una corda di violino.