Capitolo 13

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Nathaniel

Guardo il corpo senza vita cadere a terra nella pozza di sangue che si era già creata. La lama del coltello sporca di sangue continua a far cadere le gocce di sangue sul pavimento, finendo anche sui miei anfibi. Mi abbasso all'altezza dell'uomo che ho torturato e pulisco la lama del coltello sui suoi jeans.

L'odore di sangue non è il solo protagonista della stanza, ma anche i lamenti di questo pezzo di merda, che si ostentava a voler sfuggire dalle mie mani. Nessuno ne esce vivo e nel momento in cui cercano di resistere, la tortura diventa lenta e dolorosa.

Mi sollevo e metto il coltello nella tasca della giacca di pelle, uscendo poi dalla stanza. Steve sta già versando la benzina ovunque, infatti l'odore di chimico si mischia a quello del liquido scarlatto che ho in volto.

Harry appare poco dopo uscendo dalla stessa stanza da dove sono uscito io. Apre e chiude la mano dove il sangue continua a fuori uscire dalle nocche gonfie. Mi fulmina con lo sguardo e mi sorpassa dandomi una spallata. Il suo sacco da boxe è stato il muro quando la vittima non cedeva.

Serro la mascella e resto sul posto non muovendomi per via dello spintone. Jake guarda la scena e fa cadere le braccia lungo i fianchi, stringendo le mani a pugno. Da quando siamo arrivati che tra i due non si sa chi scatterà per primo.

Non a caso la prima missione dopo tutto quello che è successo è proprio sulla strada del magazzino abbandonato dove hanno tenuto Nev. Questa casa non è isolata come quella merda di posto. Anche i miei nervi sono a fior di pelle e aver scaricato la mia rabbia su quell'uomo è stato appagante, ma solo per qualche secondo.

«Harry dove cazzo stai andando?» Domanda Jake mentre recupera la tanica di benzina e la apre, iniziandola a versare ovunque. Harry lo ignora ed esce di casa sbattendo la porta con forza. Anche Steve è silenzioso e non ha detto nulla, neanche le sue stupide battute del cazzo che scambia con Jake.

Mi passo una mano sul volto, spostandola poi tra i capelli, che tiro indietro nervosamente. Afferro l'ultima tanica di liquido infiammabile e mi dirigo verso il corridoio, per poi entrare di nuovo nella stanza. Apro il contenitore e inizio a versarlo sul cadavere e sul pavimento, lasciando la scia fino alla porta.

«Nate.» Alzo gli occhi al cielo alla voce di Steve, che mi richiama e lo ignoro, continuando a versare la benzina. «Amico so che non è un buon momento, ma come sta Nevaeh?» Mi volto verso di lui a quella domanda e lancio la tanica guardandolo.

«È una domanda amico, non mi guardare come se volessi bruciare anche me in questa casa.» Mette le mani avanti giustificandosi. «Stavo pensando a come farti tappare quella bocca del cazzo e la tua idea non è male.» Schiocco la lingua sul palato «E non sono tuo amico.» Aggiungo, soffermandomi sull'ultima parola.

«Allora non coinvolgermi nei tuoi affari.» Scuote la testa. «Ti ficco un proiettile anche nell'altra gamba se non la finisci di rompere il cazzo.» Ringhio avanzando verso di lui. Steve fa un passo indietro, guardandomi con cipiglio in volto.

«Stai fuori dalle cose che vedi e non ti azzardare mai più a rivolgermi la parola se non si tratta di lavoro.» Gli punto il dito contro. «Ho chiesto a te per non dirlo direttamente a lei, ma a questo punto andrò da Nevaeh e le chiederò come sta.» Lui incrocia le braccia al petto scuotendo la testa. Faccio per parlare nuovamente, ma vengo interrotto da uno sparo, che riecheggia nella stanza.

Tendo la mascella e cammino velocemente, raggiungendo il salone. Con la coda dell'occhio vedo Jake precipitarsi fuori. Lo seguo a ruota ed esco dalla casa. Sposto la testa a destra e a sinistra finché non sento delle voci indistinte sul retro dell'abitazione.

I miei anfibi si muovono velocemente fin quando le voci non si trasformano in urli. «Che cazzo ti è preso, eh?» Scatto la testa nella direzione di Jake che strattonando Harry. Quest'ultimo ha lo sguardo rivolto verso il bosco e la pistola puntata verso un punto preciso.

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