Capitolo 20

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Nevaeh Rose

«È uno stronzo!» Sbotta furiosa Maddie lanciando il telefono nella borsa, che si trova sulle sue gambe. Prende una cucchiaiata generosa dalla sua acai bowl. «Pensa che io sia stupida, che sono come le marionette che si scopa.» Agita il cucchiaio nell'abitacolo, seminando granola ovunque.

«Mads sa che non sei stupida, stiamo parlando di Harry e sappiamo entrambe come è fatto.» Tengo lo sguardo fisso sulla strada, mandandone di tanto in tanto un'occhiata. È più il cibo sparso sul cruscotto che nella ciotola.

«E smettila di prendertela con il cibo.» Allungo la mano verso di lei e afferro la bowl dalla sua presa. La sistemo sulle cosce e la tengo con una mano, per paura che possa rovesciarsi. «Me la prendo con quella testa di cazzo che non è altro.» Ringhia urlando rossa in viso e sferra un pugno sul cruscotto.

«Ho capito che è una testa di cazzo, ma smettila di urlare.» Alzo la voce di conseguenza e svolto entrando nel parcheggio della Temple. Trovare un posto non è alquanto facile a meno che sei un giocatore o sei un senior che fa parte di una confraternita. Loro hanno i loro stalli personali nei posti più strategici e comodi.

Fortunatamente riesco quasi sempre a trovare posto quando arrivo in orario, ma questa mattina ho aspettato quindici minuti Maddie. Era troppo impegnata a mandare vocali minacciosi ad Harry. Sbuffo sonoramente mentre guido tra le varie file ormai piene.

«Seriamente crede che io mi beva la storia che era ad una festa. Beyoncé ad una festa? Una festa di martedì poi quando sono tutti in sessione e si preparano per il campionato?» Continua il suo monologo, perché io non la sto ascoltando.

I miei riflessi riescono a vedere la Jaguar nera mi taglia la strada. Metto entrambe le mani sul volante e frego di scatto. Maddie sobbalza per l'impatto posando entrambe le mani sul cruscotto.

Arriccio il naso per il dolore allo sterno, causato dall'impatto con la cintura di sicurezza, che mi tira indietro sul sedile. Quel grande stronzo di Nathaniel Wilson suona il clacson più volte, mentre urla alla persona dall'altro capo del telefono.

Se ne frega altamente che stava quasi per farmi andare a sbattere, infatti entra nella fila prima di me, quando sono io ad avere la precedenza. Lui è entrato dalla parte opposta, essendo a senso unico. Trasalisco quando sento qualcosa di freddo impregnare lo strato sottile dei miei leggings.

Faccio un respiro profondo senza guardare la fonte del disastro sulle mie gambe, perché tanto già lo so. Giro la testa verso Maddie, fulminandola con lo sguardo mentre i suoi occhi si spostano sulla bowl che si è rovesciata e sul contenuto sta scendendo nelle mie mutandine, facendomi rabbrividire.

«Non ti azzardare a fiatare.» La blocco quando apre la bocca per prendere la parola. La bionda al mio fianco annuisce e alza le mani in segno di resa. Stringo le gambe impedendo al frullato ghiacciato di continuare il suo percorso.

Afferro la vaschetta ormai vuota e la direziono verso Maddie, che l'afferra prontamente. Metto in moto, stringendo il volante con una presa ferrea quando schiudo le gambe per schiacciare sull'acceleratore dando modo alla sostanza cremosa e fredda di zuppare il mio intimo.

«Ho un cambio nella macchina di Harry.» Ignoro i suoi occhi color nocciola scrutare la macchina viola in mezzo alle me gambe. «Non mi serve. Ho un cambio nel portabagagli, perché di prima mattina non aspetto altro che mi si versi della frutta ghiacciata addosso!» Il tono nella mia voce raggiunge un climax, quando la frase finisce con un urlo.

«Se ti può consolare è una sensazione piacevole.» Madeline accenna un sorriso, sbattendo le palpebre con fare malizioso. «Non aggiungere altro.» Asserto seria, facendole togliere quel sorrisetto dal viso. Sembra Harry quando fa così e la cosa è disturbante.

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