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Sono ancora scioccata. Harry mi ha dato uno schiaffo. Ma come gli è saltato in mente?! Ho fisso nella testa le parole di Becka e più penso a quello che è accaduto e più mi convinco che era la verità. Vado in bagno e faccio il solito procedimento con la lametta. Rob non è a casa, almeno quello. Guardandomi nello specchio vedo una leggera sfumatura rossa sulla guancia. C'è un piccolo segno violaceo, credo che sia causato dall'anello che porta al dito medio. Come può avermi fatto questo?! Non riesco davvero a capire cosa gli passa per la testa, sembrava gentile, adesso si spiega tutto, lo è stato solo per arrivare a questo. Infilo un pigiama arrotolando le maniche per non sporcarle e mi lascio cadere sul letto nel silenzio della mia stanza. Il mio cellulare vibra, lo sblocco, mi sale la nausea

Da: Rob
Stasera non torno. Arrangiati se ti serve qualcosa

Non rispondo e riblocco il telefono, una buona notizia. Dato che papà non torna vado al piano di sotto a guardare se c'è qualcosa di interessante in tv. Trovo lo schizzo ancora sul tavolino, lo prendo e ci lavoro un po', il primo istinto è stracciarlo sperando che funzioni come una di quelle bambole voodoo che comandano le persone da lontano o qualcosa del genere, ma poi preferisco limitarmi a continuare il disegno . Il cellulare vibra di nuovo, che cosa vuole ancora? Sbuffo e guardo il messaggio.
Oh...Non è Rob

Da: figoassurdostyles
Holly, mi dispiace tantissimo per quello che ho fatto

Ignoro il messaggio e al pensiero di quello che è appena successo mi pizzicano gli occhi. Passa qualche minuto e il telefono vibra ancora

Da: Figoassurdostyles
Ti prego Holly, rispondimi, anche un vaffanculo ma rispondi. Davvero, non so cosa mi sia preso, sai che non lo avrei mai fatto

Non gli do questa soddisfazione e faccio finta di nulla, ancora una volta. Lo avrebbe fatto? Non lo so. In fin dei conti non so niente di lui, gli unici momenti che abbiamo passato insieme è stato quando mi portava i compiti a casa ma non parlavamo mai di lui, solo scuola e la mia salute, niente di più. C'è una parte di me che vorrebbe sapere perché l'ha fatto ed è certa che ci sia una spiegazione, l'altro lato però, dice che semplicemente non c'è niente di più in lui, semplicemente è abituato ad avere quello che vuole, in un modo o nell'altro

Da: figoassurdostyles
Holly, ti prego

Strofino gli occhi per non piangere ancora e mi rendo conto che sta provando a chiamarmi. Premo sul tasto verde e faccio partire la chiamata, ma non parlo. Gli farò spendere un po' di soldi

"Holly! Hai risposto!"

"Holly?"

"Mi senti?"

"Parla!"

Chiude la chiamata e spengo il telefono. Mi sdraio sul divano e faccio un po' di zapping annoiata. Non ho nemmeno fame, come al solito, mi si è chiuso lo stomaco. Mi addormento senza rendermene conto.
Spalanco gli occhi e mi guardo intorno agitata, non ho idea di che ore siano, notte, ne sono certa. Accendo il cellulare per vedere che ore sono e mi ritrovo sommersa di notifiche

Da: figoassurdostyles
Holly per favore

Da: figoassurdostyles
Che devo fare? Parlami almeno, lasciami scusare!

Da: figoassurdostyles
Va bene ho capito. Non puoi comunque scappare in eterno. Ci vediamo a scuola. Te lo ripeto, mi dispiace

Più cinque chiamate senza risposta. Non mi importa. Sono quasi le tre del mattino. Conoscendomi è difficile che riprenderò sonno. Mi alzo e prendo un bicchiere di latte per poi tornare sul divano, aspettando l'ora di andare a scuola. È tutto una merda.
Sono le sei, la sveglia suona, ma io sono già sveglia. Mi alzo dal divano e vado al piano superiore per prepararmi. Lavo via il sangue del giorno precedente dal mio braccio e mi vesto con un paio i leggins neri e una felpa da ragazzo. Non è una felpa qualunque. È la felpa di Jake, quando me l'ha regalata è stato qualche settimana prima dell'incidente, me lo ricordo ancora quel giorno: eravamo stati tutto il giorno insieme, eravamo andati a casa dei suoi genitori a pranzo ed ero felice, mi avevano accolto come una figlia nella loro famiglia e continuavano a ripetere che non potevano desiderare di meglio per il loro primogenito, soprattutto dopo tutte le delusioni causate dal loro secondo figlio. Aveva due anni in meno di Jake, era esattamente l'opposto di lui. Non mi ha mai raccontato molto di lui, so solo che se ne è andato di casa a sedici anni e non ha più voluto avere contatti con i genitori, non so per quale motivo. Jake era furioso con lui, l'unico che lo sentiva ogni tanto era solo lui, il minore ha sempre avuto ammirazione per J. Anche lui lo diceva, lo vedeva come un eroe, ma poi le cose sono cambiate. Jake non voleva più sentirlo ma rispondeva alle sue chiamate solo per sapere che era vivo e che stava bene e per riferirlo alla famiglia. Non so cosa sia successo dopo la sua scomparsa, non so se il fratello ha più chiamato i genitori o che fine abbia fatto. Dopo quel maledetto giorno, sono scoparsa dalla loro vita, dopo che mi hanno cacciata loro per primi. A ricordare i suoi genitori mi viene il mal di stomaco, erano la cosa più vicina ad una famiglia che avevo e adesso non sono neanche se stanno bene. Mi mancano, vorrei sapere se l'hanno superata, per quanto sia possibile riprendersi dalla morte di un figlio. Dall'altra parte però, spero anche di non rivederli mai più, non so cosa potrebbe succedere, non so che cosa potrebbero dirmi o cosa potrebbero vedere in me. Comunque scuoto la testa cercando di scacciare tutti questi pensieri mentre preparo lo zaino per andare a scuola.
Scendo le scale con il cellulare e le cuffie tra le mani per essere certa di averlo, apro la porta e la richiudo a chiave alle mie spalle. Oggi è sabato, meno male domani, essendo domenica, sarò a casa. Sono stanchissima avendo dormito poco e lo stress mentale dato dall'accaduto di ieri mi fa stare ancora peggio. Scendo gli scalini della veranda e cammino per dirigermi alla fermata, alzo lo sguardo e mi blocco quando noto una macchina nera metallizzata con i vetri oscurati ferma nel vialetto. Ho già visto quella macchina. Lo sportello si apre e una testa riccioluta e degli occhiali da sole neri compaiono. Che cosa ci fa qui?! Dovevo aspettarmelo dopo il tentato stalking di ieri. Inizio a camminare a testa bassa cercando di evitarlo ma, come mi aspettavo, mi si para davanti -Non puoi evitarmi in eterno- mi fermo e sbuffo senza guardarlo in faccia -Che cosa fai qui?- cerco davvero di non incrociare il suo sguardo, ma la tentazione è molta, sembra di sentire i suoi occhi urlarmi " guardaci, guardaci!" -Sono venuto a prenderti, non voglio che tu vada ancora sul pullman con Becka- alzo lo sguardo e lui toglie gli occhiali da sole, merda -Che ti frega, eh? Devi essere solo tu a prendermi in giro?!- sbraito. Sono così arrabbiata, vedo i suoi lineamenti indurirsi e la mascella irrigidirsi -Ti ho già detto che...- inchioda lo sguardo sulla mia guancia, dove c'è il segno viola, credo, alza la mano e guarda l'anello, ha capito di essere stato lui. Abbassa lo sguardo -Holly, mi dispiace! Ti prego, lascia che ti porti a scuola- sbuffo sonoramente -Se partiamo adesso arriviamo con un'ora di anticipo- scrolla le spalle e nei suoi occhi trovo qualcosa di diverso, lui ha paura, ma di che cosa? -Allora aspettiamo...- impreco sottovoce -Okay, ci vediamo alle sette e mezza- detto questo mi giro e torno in giardino. Lo faccio entrare e mi fermo in veranda ad aprire la porta. Fatto questo entro lasciandolo fuori e sbattendogli la porta in faccia. Mi sento terribilemente in colpa, anche se non dovrei, ma almeno posso vendicarmi un po'. Prendo un altro bicchiere di latte e mi metto a vedere la tv. Sono sicura che è già andato via, quindi mi toccherà prendere il pullman delle otto arrivando con mezz'ora di ritardo. È troppo orgoglioso e stupido per aspettare in giardino.
Quando ormai sono le sette e mezza passate spengo la tv, apro la porta e rimango di sasso quando lo trovo seduto sugli scalini della veranda. Dalle spalle posso vedere che ha i gomiti appoggiati alle ginocchia e la testa è sostenuta dalle mani. Quando mi sente si alza, si volta e sorride. Io lo fisso impassibile, chiudo la porta e esco dal cancellino con lo zaino in spalla. Mi avvicino alla macchina e quando scatta mi metto al posto del passeggero senza dire niente. È divertente vederlo così in un certo senso, sembra che cerchi di parlare ma quando capisce che non gli risponderei comunque resta zitto. Lo sento sbuffare e comincia a guidare verso la scuola. Il viaggio è ovviamente in silenzio. Quando arriviamo parcheggia l'auto e si volta provando ad avviare una conversazione. Lo precedo aprendo la portiera e andando diretta all'antrata senza voltarmi neanche.

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