Credoche mi si sia irritata la pelle vicino alla guancia, tenerla acontatto con il tessuto umido non va bene, ma il cuscino non ha piùnemmeno un angolino asciutto e la federa bianca è tutta sporca delpoco mascara che prima era sulle mie ciglia. È andato via, non credotornerà questa volta. Insomma, a questa età chi si prenderebbe curadi un bambino? Sono un casino. Il cellulare squilla e guardo il nomeche compare sullo schermo: Bea. Non rispondo. La mia mano cadeautomaticamente sulla mia pancia ancora piatta pensando a come saràdopo. Dovrò crescere davvero da sola un bambino o una bambina? Sonouna stupida. Come farò da sola? Non ce la farò mai. Però l'idea dime con un figlio non mi dispiace. Potrei essere la madre cheavrei tanto voluto e la famiglia che mi è sempre mancata. Ma non dasola. Per un secondo, uno solo, ho pensato che lui si sarebbe presole sue responsabilità. Bea ha ragione, non è colpa mia.Pensavo che sarebbe rimasto, ma forse mi sono sbagliata. Ancora unavolta. Ma se fosse così, che senso ha avuto tutto? Il suo venirmi acercare, prendersi una pallottola nella spalla per non farla prenderea me, rischiare la vita per me. Non capisco più un niente. Non soquanto tempo è passato da quando è uscito. So solo che non sonoriuscita a muovermi per minuti, o ore forse. Non lo so. Sono salitasenza una reazione, espressione, emozione. Non provavo niente dopoaverlo visto andare via. Sono scoppiata a piangere solo dopo essermirifugiata qui, nella nostra camera. Il cuscino che ho stretto alpetto sa ancora di menta, sa di lui. Quando non c'è ogni cosa sa dilui. Mi alzo dal letto e scendo le scale barcollando. Vado in cucinae prendo dei biscotti dalla dispensa. Apro il sacchetto perconstatare quanti ne sono rimasti. Può andare. Sto per ritornare incamera ma mi fermo. La porta d'ingresso si apre lentamente e misi ghiaccia il sangue. Harry compare sfregandosi le mani coperte dalcappotto. Ha il naso e le guance arrossate, deve fare molto freddofuori. Si toglie le scarpe bagnaticce e credo che non si sia accortodi me. Io resto semplicemente a guardarlo. Sì volta e senza togliereil cappotto avanza di qualche passo. Io non riesco a muovermi, nonriesco a fare niente. Adesso anche lui sta fissando me -Vieni qui-dice senza espressione. Cerco di riprodurre un po' di saliva masembra scomparsa dal mio corpo. Scendo i due gradini che avevopassato e vado di fronte a lui titubante -Quindi aspetti unbambino?- abbasso lo sguardo e sento i miei occhi bruciare. Nonriesco a guardarlo. Sento il fruscio dei suoi movimenti nel cappottoe guardo ancora in un'altra direzione. Vedo la sua mano tendersi, haqualcosa. Alzo lo sguardo e mi sento morire. È una ... -È come lamia e come la tua. Solo più piccola. Se sarà una femmina la porteràcome te, se sarà maschio o come me o può sempre tenerla al polso-spalanco la bocca e prendo la fascia verde dalla sua mano fredda-Ormai sono diventate una specie di simbolo tra di noi- Ha ipolpastrelli rossi -Holly? Hai perso la lingua?- sento le mie lacrimescendere e sul suo volto c'è un accenno di sorriso -I-io credevo chete ne fossi andato, davvero questa volta- inarca le sopracciglia-Davvero lo hai pensato?- annuisco -Bé Harry siamo giovani, è unadelle responsabilità più grandi della vita, un bambino, insommapensavo che non volessi diventare padre. Non adesso almeno- il suosorriso si allarga e compaiono due fossette più splendenti delsolito. Si avvicina ancora a me e si inginocchia davanti a me. Alzaleggermente la mia maglietta e la arrotola intorno al mio seno. Le lacrime si moltiplicano quando appoggia le labbra alla mia panciae ci sorride contro -Ciao piccolino- sussurra contro -Benvenuto nelmondo- un singhiozzo esce dalla mia bocca e io appoggio la mano sullasua testa, tra i ricci. Si alza in piedi e sistema di nuovo la miamaglietta. Mette una mano dietro il mio collo e parla. I suoi occhinon sono mai stati cosi verdi -Holly, ti amo. Amo te e amo nostrofiglio. Lo cresceremo insieme, saremo la famiglia che è mancata adentrambi, ci hai pensato? Ti amo e mi servirà molto più fiato perdirlo a due persone. Una cosa di cui puoi stare certa è che non tiabbandonerò. Non un'altra volta. Voglio te, voglio questo bambino-porto le mani sulla mia bocca per non singhiozzare troppo fortementre il suo sorriso è qualcosa di indescrivibilmente bellissimo.Le sue braccia stringono il mio corpo mentre alzandomi sulle puntedei piedi allaccio le mie dietro al suo collo come se i nostri corpipotessero fondersi. Lascio andare i singhiozzi mentre Harry ride frai miei capelli -Non immagini la paura che ho avuto, sei un idiota!Potevi avvisarmi che uscivi ma che poi tornavi, mi hai fatto passarel'inferno!- divide i nostri corpi ridacchiando-Aspetta un attimo-prende qualcosa dalla tasca e io abbasso lo sguardo. O mio dio. O miodio o mio dio. Harry apre la scatoletta in velluto blu e porta unginocchio a terra. Alza lo sguardo con gli occhi leggermentearrossati e alza la scatoletta verso di me. Il mio cuore stachiedendo pietà -Holly ti prometto di amarti per il resto della miavita, di proteggerti e starti vicino fino a quando potrò. Voglio chetu stia vicino a me per il resto della mia vita quindi che ne dici se... per caso eh ... ci sposiamo?- vedo tutto appannato. Riesco appenaad annuire e sotto le risatina di Harry che si alza mi faccioprendere la mano da lui. Prende l'anello e lo infila al mio dito.Alzo lo sguardo dal dito a lui e gli salto letteralmente in bracciostringendo le mie gambe intorno alla sua vita -Holly piano!- ridendomi afferra e si appoggia al divano, si volta e mi fa cadere condelicatezza sul divano. Toglie il cappotto facendolo cadere per terrae mi raggiunge sul divano. Mi fa sdraiare e riporta la magliettaintorno al mio seno. Rabbrividisco quando il suo respiro incontra lamia pancia nuda e le sue labbra premono ancora contro di essa -Vi amopiccoli- sorrido senza riuscire ancora a smettere di piangere -Tiamiamo anche noi-
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Emeralds.
FanfictionI suoi occhi sono diversi, non c'è rabbia, neanche testardaggine, credo...solo sincerità -Se ti dicessi che ti amo? - Lo fisso un momento negli occhi, non può averlo detto -Ti direi che sei pazzo -,- Forse, ma la normalità è una cosa superata in que...