Credo che mi si sia irritata la pelle vicino alla guancia, tenerla a contatto con il tessuto umido non va bene. Ma il cuscino non ha più nemmeno un angolino asciutto e la federa bianca è tutta sporca del poco mascara che prima era sulle mie ciglia. È andato via, non credo tornerà questa volta. Insomma... a questa età chi si prenderebbe cura di me? Holly Steven, ragazza e futura madre con un passato da autolesionista. Sono un fottuto casino. Il cellulare squilla e guardo il nome che compare sullo schermo: Aby. Non rispondo. La mia mano cade automaticamente sulla mia pancia ancora piatta e liscia pensando a come sarà dopo. Dovrò crescere davvero da sola un bambino o una bambina? Sono una stupida. Come farò da sola? Non ce la farò mai. Però l'idea di me con un figlio non mi dispiace. Potrei essere la madre che avrei tanto voluto e la famiglia che mi è sempre mancata. Ma non da sola. Per un secondo, uno solo, ho pensato che lui si sarebbe preso le sue responsabilità. Aby ha ragione, non è colpa mia. Io lo amo e credevo che anche lui amasse me. Ma forse mi sono sbagliata. Ancora una volta. Ma se fosse così, che senso ha avuto tutto? Il suo venirmi a cercare, prendersi una pallottola nella spalla per non farla prendere a me, rischiare la vita per me. Non capisco più un cazzo. Non so quanto tempo è passato da quando è uscito. So solo che non sono riuscita a muovermi per minuti, o ore forse. Non lo so. Sono salita senza una reazione, espressione, emozione. Non provavo niente dopo averlo visto andare via. Sono scoppiata in lacrime solo dopo essermi rifugiata qui, nella nostra camera. Il cuscino che ho stretto al petto sa ancora di menta, sa di lui. Quando non c'è ogni cosa sa di lui. Mi alzo dal letto e scendo le scale barcollando. Vado in cucina e prendo dei biscotti dalla dispensa. Apro il sacchetto per constatare quanti ne sono rimasti. Può andare. Sto per ritornare in camera ma mi fermo. La porta d'ingresso si apre lentamente e mi si ghiaccia il sangue. Harry compare sfregandosi le mani coperte dal cappotto. Ha il naso e le guance arrossate, deve fare molto freddo fuori. Si toglie le scarpe bagnaticce e credo che non si sia accorto di me. Io resto semplicemente a guardarlo. Sì volta e senza togliere il cappotto avanza di qualche passo. Io non riesco a muovermi, non riesco a fare niente. Adesso anche lui sta fissando me -Vieni qui- dice senza espressione. Cerco di riprodurre un po' di saliva ma sembra scomparsa dal mio corpo. Scendo i due gradini che avevo passato e vado difronte a lui titubante -Quindi...aspetti un bambino?- abbasso lo sguardo e sento i miei occhi bruciare. Non riesco a guardarlo. Sento il fruscio dei suoi movimenti nel cappotto e guardo ancora in un'altra direzione. Vedo la sua mano tendersi, ha qualcosa. Alzo lo sguardo e mi sento morire. È una... -È come la mia e come la tua. Solo più piccola. Se sarà una femmina la porterà come te, se sarà maschio o come me o può sempre tenerla al polso...- spalanco la bocca e prendo la fascia verde dalla sua mano fredda -Ormai sono diventate una specie di simbolo tra di noi- Ha i polpastrelli rossi -Holly? Hai perso la lingua?- sento le mie lacrime scendere e sul suo volto c'è un accenno di sorriso -I-io credevo che... te ne fossi andato, davvero questa volta...- inarca le sopracciglia -Davvero lo hai pensato?- annuisco -Beh Harry siamo così giovani e... è una delle responsabilità più grandi della vita... un bambino... insomma pensavo che... non volessi diventare padre. Non adesso insomma- il suo sorriso si allarga e compaiono due fossette più splendenti del solito. Si avvicina ancora a me e si inginocchia davanti a me. Alza leggermente la mia maglietta e la arrotola intorno al mio seno. Le lacrime si moltiplicano quando appoggia le labbra alla mia pancia e ci sorride contro -Ciao piccolino- sussurra contro -Benvenuto nel mondo- un singhiozzo esce dalla mia bocca e io appoggio la mano sulla sua testa, tra i ricci. Si alza in piedi e sistema di nuovo la mia maglietta. Mette una mano dietro il mio collo e parla. I suoi occhi non sono mai stati cosi verdi -Holly, ti amo. Amo te e amo nostro figlio. Lo cresceremo insieme, saremo la famiglia che è mancata a entrambi. Ti amo e mi servirà molto più fiato per dirlo a due persone. Una cosa di cui puoi stare certa è che non ti abbandonerò. Non un'altra volta. Voglio te, voglio questo bambino e sicuramente voglio la nostra famiglia- porto le mani sulla mia bocca per non singhiozzare troppo forte mentre il suo sorriso è qualcosa di indescrivibilmente bellissimo. Le sue braccia stringono il mio corpo mentre alzandomi sulle punte dei piedi allaccio le mie dietro al suo collo come se i nostri corpi potessero fondersi. Lascio andare i singhiozzi mentre Harry ride fra i miei capelli -Mio d-dio Harry... ti amo. Ti amo ti amo ti amo. Non sai c-che paura ho avuto!- divide i nostri corpi -Aspetta un attimo- prende qualcosa dalla tasca e io abbasso lo sguardo. O mio dio. O mio dio o mio dio. Harry apre la scatoletta in velluto blu e porta un ginocchio a terra. Alza lo sguardo con gli occhi leggermente arrossati e alza la scatoletta verso di me. Il mio cuore sta chiedendo pietà -Holly ti prometto di amarti per il resto della mia vita, di proteggerti e starti vicino fino a quando potrò, di farlo anche con nostro figlio. Voglio che tu stia vicino a me per il resto della mia vita quindi... vuoi sposarmi, Holly?- vedo tutto appannato, le lacrime solo davvero troppe. Riesco appena ad annuire e sotto le risatina di Harry che si alza mi faccio prendere la mano da lui. Prende l'anello e lo infila sul mio dito. Alzo lo sguardo dal dito a lui e gli salto letteralmente in braccio stringendo le mie gambe intorno alla sua vita -Holly piano!- ridendo mi afferra e si appoggia al divano mentre io cerco disperatamente le sue labbra che mi fa facilmente incontrare. Preme la bocca sulla mia mentre sento il sapore di una lacrima mischiarsi a quello di menta di Harry. Si volta e mi fa cadere con delicatezza sul divano mentre tiene sempre la bocca sulla mia. Toglie il cappotto facendolo cadere per terra e mi raggiunge sul divano. Mi fa sdraiare e riporta la maglietta intorno al mio seno. Rabbrividisco quando il suo respiro incontra la mia pancia nuda e le sue labbra premono ancora contro di essa -Vi amo piccoli- sorrido senza riuscire ancora a smettere di piangere -Ti amiamo anche noi-
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Emeralds.
FanfictionI suoi occhi sono diversi, non c'è rabbia, neanche testardaggine, credo...solo sincerità -Se ti dicessi che ti amo? - Lo fisso un momento negli occhi, non può averlo detto -Ti direi che sei pazzo -,- Forse, ma la normalità è una cosa superata in que...