•69 Mettere un punto

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Come per ogni cosa anche quella giornata era ormai giunta al termine.
Dabi camminava pigramente accanto a me, mantenendo un passo strascicato, in un chiaro tentativo di adattarsi alla mia andatura, decisamente più lenta della sua.
Non era facile salutare una persona entrata a far parte della propria vita in maniera così incisiva, ma in quel contesto la separazione faceva parte dell'ordine naturale delle cose. In fondo Touya aveva fatto una scelta ben precisa e per portarla avanti doveva guadagnarsi da vivere, accettando anche di lavorare in trasferta. In fondo non poteva fare altrimenti e lo ammiravo molto per il suo coraggio e per la sua determinazione.
Non sapevo quando lo avrei rivisto ancora, ma dentro di me ero a conoscenza del fatto che quel giorno prima poi sarebbe arrivato, come sapevo che lo avrei aspettato con pazienza.
Ormai era diventato un mio amico. Un amico strano, ma pur sempre un amico.
<<Sicura che non piangerai anche oggi?>> chiese il ragazzo, guardandomi di sottecchi.
Era diventato già buio fuori, quindi il ragazzo senza tanti complimenti si era offerto di accompagnarmi a casa. In realtà non me lo aveva nemmeno chiesto, ma aveva semplicemente iniziato a camminare insieme a me, quando avevo mostrato l'intenzione di voler rincasare.
Ero chiaramente più bassa di lui, quindi per guardarlo male fui obbligata ad alzare la testa nella sua direzione, trovandolo con un sorrisetto di scherno ben piantato sul viso. Quel ragazzo era incorreggibile e sembrava provare un immenso piacere nel prendermi in giro. Lo aveva fatto fin dal nostro primo incontro.
<<Sicuro che non sarai tu a piangere non appena svoltato l'angolo? I finti virili come te me li immagino sempre a piangere alla prima occasione propizia, lontani da occhi indiscreti.>>
Il ragazzo scoppiò a ridere alle mie parole, facendo un gesto con le mani come di uno che cercava di scacciarle via. <<Ne hai di fantasia tu.>>
Tuttavia il tempo di ridere cessò presto, praticamente in concomitanza con un familiare vicolo, quello poco prima di casa mia.
Il ragazzo si fermò insieme a me, riconoscendolo, siccome non era la prima volta che si offriva di accompagnarmi.
<<Quindi eccoci qui>> commentai con fare ovvio, indicando brevemente la piccola salita che si diramava in direzione della mia abitazione. In verità vivevo in una zona abbastanza centrale, ma quando la situazione lo permetteva cercavo di evitare le strade troppo affollate del centro, prediligendo i vicoli secondari. Ovviamente non ci passavo quando di sera ero da sola, ma in quell'occasione c'era Touya con me e bastava per sentirmi al sicuro.
Il ragazzo mi guardava fissa negli occhi e per un secondo restai ferma ad aspettare la solita delle sue frasi piene di scherno, eppure sussultai notando l'espressione sul suo viso.
I suoi occhi infatti si erano leggermente ristretti e mi guardava accennando un sorriso che non gli avevo mai visto fare prima di quel momento. Non era infatti il solito ghignetto fastidioso che faceva per prendermi in giro, ma un sorriso che sembrava trasudare affetto.
Il suo gesto successivo, se possibile, mi sorprese ancora di più. Mi ritrovai infatti una sua mano posta sul capo e poi la sensazione di tante piccole carezze tra i capelli.
<<E così è arrivato il momento di salutarci per la seconda volta, piccolo pulcino.>> Le sue parole mi arrivarono come un bisbiglio, ancora più delicate delle sue dita tra i miei capelli.
Le mani del ragazzo erano grandi e piene di scottature, quindi non sembravano fatte per gesti di una simile accortezza e premura, eppure lo stava facendo. Quello bastò a lasciarmi senza parole.
<<Cerca di fare pace con la tua testaccia dura e vuota>> aggiunse poi, picchiettandomi la fronte con l'indice della mano che, fino a quel momento, aveva tenuto sopra la mia testa
Il suo monito era ben chiaro: mi stava invitando a prendere definitivamente una posizione con Eijiro, una in linea coi miei desideri più veri e profondi. Mi stava ricordando di non lasciare spazio a dubbi o ad errori, così da non pentirmene, e di inseguire quella che reputavo la strada più giusta per la mia felicità.
Visto il contesto non me la sentii di ribattere duramente, come avrei fatto di solito, ma mi limitai ad annuire energicamente, dando quasi l'impressione di una bambina ubbidiente che ascoltava il rimprovero di un adulto.
Normalmente non avrei gradito la definizione di "testaccia dura e vuota" a me rivolta, però sapevo di meritarmelo in quella precisa occasione e non potevo negare di non dover riflettere per bene sulla situazione. Dovevo prendere una posizione, non potevo trascinare quella situazione a vita.
<<Eh? Nessun calcio sullo stinco in risposta? Nessuno sbraitamento compulsivo?>> chiese sorpreso lui, posandomi una mano sulla fronte, in una chiara rappresentazione di un tentativo di misurarmi la febbre. Lo scacciai con fare disinvolto, ormai abituata al suo modo di fare.
Dabi fece per dire qualcosa, ma nel guardarlo mi sentii pervadere da una profonda tristezza e da una sensazione prematura di nostalgia. Mi sarebbe mancato, mi sarebbe mancato davvero tanto.
Ancor prima di realizzare mi ero buttata tra le sue braccia, stringendolo a me come mai mi ero permessa di fare prima di quel momento.
Il ragazzo restò di sasso al mio slancio d'affetto, ma poi lo sentii ricambiare rozzamente la stretta. In fondo non era tipo da grandi effusioni, ma stava cercando di fare del suo meglio.
<<Non ti facevo così audace, piccoletta. Forse invece dovresti essere lieta della mia partenza>> commentò lui, lasciando qualche impacciata pacca appena accennata sulla mia schiena.
Alzai di poco il capo per guardarlo piena di curiosità, aspettando una sua spiegazione che non tardò ad arrivare. <<Perché sono talmente affascinante e pieno di qualità che se fossi rimasto un po' di più saresti sicuramente caduta ai miei piedi. Mi sarebbe bastato davvero poco per renderti pazza di me, ma ho scelto di non farlo.>>
Battei le palpebre un paio di volte per realizzare quello che aveva detto, prima di soffocare una risata.
<<Che pensiero nobile, Touya. Ti sono grata per la tua natura magnanima>> scelsi di rispondere con fare sarcastico, scuotendo la testa in segno di negazione. C'era davvero poco da fare con lui.
Il ragazzo mi strinse un po' più a sè, prima di continuare con i suoi vaneggiamenti. <<Certo, puoi negarlo quanto vuoi, ma io non sbaglio mai. In ogni caso meglio così... perché sai... non poteva funzionare tra noi due.>>
Decisi di reggergli il gioco, staccandomi quel poco che bastava per mostrargli la mia espressione divertita.
<<E perché mai? Sentiamo: voglio proprio ascoltare l'ennesima delle tue sciocchezze>> lo incoraggiai, notandolo assumere una finta aria seria e pensierosa, quando in realtà lo notavo chiaramente soffocare a propria volta un sorriso.
<<Perché io sono un gallo. Uno di quelli da combattimento che non ha mai perso una volta>> iniziò con fare pomposo, gonfiando il petto, dando più l'idea di un pavone, piuttosto che di un gallo <<e tu solo un pulcino bagnato... che ha avuto bisogno dei miei 10 yen per sopravvivere alla fame durante una giornata di pioggia.>>
Feci per rispondere con una frecciatina, ma mi bloccai, percependo per la seconda volta la sua mano posarsi con fare affettuoso sulla mia nuca. Touya a quel punto si fece più vicino, portando il suo viso a pochi centimetri dal mio. << I 10 yen meglio spesi in vita mia>> aggiunse poi in un sussurro, rendendo la sua voce a malapena udibile.
Prima ancora di realizzare mi ritrovai le sue labbra premute sulle mie, in un bacio morbido e breve, che si concluse pochi secondi dopo. Non era la prima volta che il ragazzo mi baciava a tradimento, lasciandomi ancora una volta confusa e con gli occhi sbarrati in un'espressione stupefatta.
Oramai sembrava il suo modo strano e contorto per salutarmi. Era l'unica opzione possibile, seppur fuori da ogni logica.
A ricambiare il mio sguardo allibito c'era quello deciso e profondo del ragazzo, che mi guardava con un sorrisetto. Sembrava soddisfatto del suo colpo di testa e si mostrava divertito davanti alla mia espressione.
<<Cerca di non sentire troppo la mia mancanza, va bene?>> mi chiese con disinvoltura, come se quel bacio non ci fosse mai stato. Eppure non erano passati che pochi secondi e avevo ancora una delle sue mani posata sulla mia guancia, col suo pollice a rilasciare lente carezze circolari.
Lottai per tirare fuori una qualsiasi risposta e restai sorpresa dal tono vagamente stridulo che abbandonò la mia gola. <<Pensa per te piuttosto.>>
Tentai con tutte le mie forze di mostrarmi fiera e composta, me riuscivo a sentire perfettamente il mio viso andare sempre di più a fuoco e le labbra tremare in un lieve balbettio.
In fondo mi aveva presa alla sprovvista e non succedeva tutti i giorni di ricevere un bacio così a tradimento da un ragazzo. Touya doveva davvero smetterla di fare tutto quello che gli passava per la testa o prima o poi sarei finita col tentare di strangolarlo a mani nude.
<<Resti sempre piccola e innocente, sai? Cerca di non cambiare mai, perché mi piaci così.>>
Riuscii finalmente a ritrovare la forza per rispondere col mio solito tono puntiglioso. <<Non sono piccola e innocente. E non mi interessa piacerti.>>
Alla mia risposta il ragazzo scoppiò a ridere, allontanandosi discretamente da me.
<<Allora io vado. Il vecchio passerà a prendermi poco prima delle cinque del mattino domani, giusto in tempo per farti una bella telefonata con l'anonimo>> concluse, lasciandomi un buffetto sulla fronte.
<<Ti piacerebbe. Questa sera non dimenticherò di certo di impostare la modalità silenziosa>> replicai.
Feci quindi per allontanarmi, alzando una mano in cenno di saluto. Tuttavia riuscii a fare solo pochi passi, prima di sentire di nuovo la sua voce.
<<Il mio fratellino... Shouto, è sempre da solo e non ha mai avuto un vero amico. Tu ne hai tanti, no? Lo inviteresti ad uscire con voi qualche volta? Penso che potrebbe fargli bene. Adora la soba fredda ed anche se non sembra è un appassionato di manga che trattano qualsiasi tipo di sport, li legge fin da piccolo di nascosto, se ti serve qualche spunto per rompere il ghiaccio con lui. Puoi farlo?>> mi chiese lui, camminando all'indietro.
Quella era una prova di immenso amore fraterno ed era quindi impossibile per me rifiutare una simile richiesta, una richiesta che proveniva direttamente dal suo cuore. Mi ritrovai quindi a sorridere intenerita e ad annuire con la testa.
<<Lo farò. Te lo prometto.>>

Rich {Kirishima x Reader}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora