•14 Incomprensioni

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Il mattino dopo, nonostante le pochissime ore di sonno, ero raggiante come non mai, visto che mi stavo pregustando già la faccia sorpresa del mio ragazzo.
I biscotti erano venuti benissimo e così anche il bento, preparato con più amore del solito.
Momo non faceva altro che sorridere vedendo la mia faccia entusiasta e i miei occhi che brillavano di luce propria.
Quando arrivammo all'ingresso il mio cuore quasi esplose dalla gioia notando la figura del ragazzo seduto insieme a Tetsutetsu. Di diverso però trovai di nuovo delle ragazze a parlare con lui, cosa che non succedeva da quando avevano capito tutte il tipo di rapporto tra me e lui.
Inoltre lui si dimostrava stranamente amichevole e non imbarazzato come accadeva in passato, sembrava quasi contento che fossero lì visto il modo aperto in cui sorrideva.
<<Ma che...?>> chiesi tra me e me, iniziando ad avvicinarmi per capire meglio la questione.
Momo, forse capendo la strana situazione, mi seguì qualche passo più dietro.
Quando gli occhi di Kirishima si posarono su di me diventarono ghiaccio puro e mi paralizzai sul posto.
Mi ignorò e tornò a parlare con quelle ragazze, trattandomi come se io non ci fossi, mentre Tetsutetsu mi guardava imbarazzato.
Decisi di non starmene lì con le mani in mano e piombai lì nel mezzo.
<<Che succede? Sei arrabbiato perché ieri non sono uscita con te? Pensavo che fosse tutto risolto>> chiesi.
Lui si limitò a guardarmi con la stessa espressione gelida e lo afferrai per un polso, decisa ad allontanarmi da tutte quelle orecchie.
Kirishima non oppose resistenza, ma scacciò immediatamente la mia mano dalla sua pelle, continuando a venirmi dietro con le mani dentro le tasche.
Ci fermammo ai margini del cortile e posai lo borsa col pranzo su una panchina, prima di avvicinarmi a lui.
<<Mi spieghi che diavolo ti prende stamattina? Ieri sembrava tutto normale. Se ti ha dato così tanto fastidio perché non me l'hai detto subito?>> chiesi irritata.
<<Hai anche il coraggio di prendermi per il culo?>> chiese, alzando la voce di un'ottava. Un tono che non gli avevo mai sentito usare.
Basita feci un passo indietro davanti a quella sua furia ingiustificata.
<<Ma di cosa stai parlando?>>
<<Non mentire! Ieri pomeriggio sono venuto al centro commerciale per farti una sorpresa, ma la sorpresa l'hai fatta tu a me. Ti ho vista con quel riccone dell'energia elettrica, altro che appuntamento con Momo>> disse lui, avvicinandosi rabbiosamente a me.
Ricollegai a uno a uno tutti i pezzi e mi ritrovai a spalancare la bocca davanti a quella palese mancanza di fiducia nei miei riguardi.
<<Ma come ti permetti? Lo stavo solo aiutando a trovare un regalo di compleanno per sua madre, mentre Momo cercava una commessa per chiedere un'informazione. L'avresti visto se fossi venuto da me, anziché aspettare stamattina per umiliarmi ingiustamente. Se vuoi chiamo Momo e->>
<<E cosa? Così da darti il tempo per metterti d'accordo con lei?>> chiese lui.
<<Ti sto dicendo la verità. Perché non vuoi credermi? A me piaci tu, Eijiro>> gli sussurrai con voce rotta.
Lui scacciò via le mie parole con una mano, come se le considerasse futili, e quello mi fece dannatamente male.
<<Non sei diversa dalla mia ex, dovevo capirlo. Sei un'altra schifosissima scalatrice sociale. Stavi con me solo per ridere alle spalle del ragazzo con tre lavori part-time, intanto che cercavi il tuo bel pollo da spennare per far contenta mammina?>>
Mi arrivò una coltellata al cuore al suono di quelle parole e arretrai ferita, sentendo gli occhi iniziare ad annebbiarsi a causa delle lacrime.
Avevo visto solo altre due volte quella rabbia folle sul viso di Kirishima, per colpa di Monoma, ma adesso faceva più male perché era rivolta contro di me.
Proprio in quel momento Kaminari arrivò davanti a noi con un tempismo perfetto e abbastanza ingenuamente da non accorgersi nemmeno della litigata in corso tra me e Kirishima.
Prima di dare il tempo al rosso di inveirgli contro si inchinò davanti a me, lasciandoci stupefatti.
<<Stamattina ho dato il regalo a mia madre e le è piaciuto tantissimo. Alla fine si è talmente commossa che ha anche pianto>> disse lui, senza alzare la testa <<grazie a te mia madre è tornata a sorridere proprio come una volta e non so proprio come ringraziarti per questo, quindi scusami se ieri sono venuto ad importunarti in quel negozio mentre aspettavi che la tua amica tornasse, ti devo un grandissimo favore, almeno come il sorriso che mia madre mi ha mostrato stamattina.>>
Solo in quel momento alzò lo sguardo su di noi, notando me praticamente quasi in lacrime e Kirishima davanti ancora rosso per la rabbia.
<<Capito in un brutto momento? Perché stai piangendo?>> chiese lui, alternando lo sguardo tra me e il ragazzo.
Non poteva esserci premeditazione in quello che era successo, visto che Kaminari era arrivato senza nessuna possibilità di essere stato avvisato da me e anche Kirishima lo capì.
<<Non succede niente, vai pure in classe, così dopo mi racconti meglio di tua madre. Va bene?>> gli chiesi, sfoggiando un sorriso falsissimo.
Il biondo decise di non infierire oltre e si allontanò grattandosi la testa imbarazzato.
Solo a quel punto mi voltai di nuovo verso Kirishima, trovandolo che mi fissava con la bocca aperta e una faccia mortificata.
Lasciai libero sfogo alle lacrime e lui si avvicinò a me, poggiandomi una mano sulla guancia. Mano che scacciai esattamente come aveva fatto lui poco prima con la mia.
<<Io...>> iniziò lui, senza riuscire a finire la frase, provando di nuovo ad accarezzarmi.
<<Non mi toccare>> gli dissi con voce rotta, sottraendomi di nuovo dal suo tocco.
Ero ferita. Ferita e delusa dal suo comportamento.
<<Mi dispiace, avevo frainteso. Perdonami se ti ho offesa, ma non potevo immaginare>> disse lui, sostenendo a fatica il mio sguardo.
<<Mi hai detto delle cose orribili e mi hai aggredita senza nemmeno darmi la possibilità di spiegare. Davvero ti fidi così poco di me da fare una sceneggiata del genere? Davvero mi credi così meschina?>> chiesi <<sono sempre stata sincera con te, eppure ecco cosa ho ottenuto in cambio.>>
Arretrai di qualche altro passo, notando lui cercare di colmare di nuovo la distanza tra i nostri corpi.
Facile adesso che ogni dubbio era svanito e si sentiva in colpa per il modo in cui mi aveva trattata.
<<Adesso vado in classe. Non voglio fare tardi per la prima lezione>> dissi.
Prima di andarmene però presi la borsa con il pranzo e gliela misi tra le mani.
<<A proposito, questa puoi prenderla tu. Ti avevo fatto anche dei biscotti per scusarmi per ieri, goditeli>> gli spiegai, praticamente con le lacrime che ormai sgorgavano senza sosta.
Lui stese la mano verso di me e fece per dire qualcosa, ma mi allontanai prima di dargli il tempo di parlare e continuai, ignorando la sua voce che mi implorava di perdonarlo

PETTINE PER COLIBRÌ
E niente... ho fatto la persona cattiva 🙈
Chiedo perdono, da qui la storia prenderà una piega un po' diversa

Rich {Kirishima x Reader}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora