•43 Secondi

2K 190 64
                                    

Dabi camminava sicuro di sé, attraverso stradine e squarci tra la vegetazione con una naturalezza tale da stupirmi.
Io mi ero persa dopo appena tre svolte, mentre lui sembrava sapere esattamente dove andare e cosa fare, dando l'idea di una persona che doveva essere lì da parecchio, nonostante quella fosse una zona quasi prettamente turistica.
La grande mano del ragazzo, piena di scottature, era ancora attorno al mio polso e sembrava intenzionata a restare lì ancora a lungo.
Io dal canto mio mi sentivo molto a disagio ad avere un contatto così prematuro con una persona incontrata da a malapena 24 ore, ma lui sembrava perfettamente a suo agio.
Non sapevo nulla di quel ragazzo. Solo il suo soprannome, che lavoro faceva e che era già diplomato. Non aveva scucito nessuna informazione precisa né sulla sua identità e né sulla sua vera età, ma in fondo io avevo rivelato solo i miei anni. Per il resto non era sembrato particolarmente interessato a informazioni come il mio nome o la mia città di provenienza; tuttavia questo non gli impediva di portarmi in giro come una sottospecie di pacco.
<<Senti Dabi, quando avresti intenzione di lasciarmi il polso?>> chiesi, parlando per la prima volta in quindici minuti, a differenza sua che aveva blaterato tutto il tempo in merito a scorciatoie che solo lui conosceva e panorami mozzafiato.
<<Semplice, quando saremo arrivati. Io qui vado spedito e non ti voglio sulla coscienza dopo che ti sarai persa. Mi sto solo assicurando che un pulcino come te non resti indietro>> disse.
<<Ma che persona premurosa abbiamo qui>> dissi sarcastica, resistendo all'impulso di riprenderlo per avermi nuovamente chiamata con quel buffo soprannome.
Lui non rispose, ma si voltò velocemente verso di me con l'ombra di un sorriso sul viso.
Sospirai arresa.
<<Manca molto a questo "panorama mozzafiato"?>> chiesi, riferendomi ai suoi continui elogi rispetto al luogo della nostra destinazione.
<<Dieci minuti, anche meno se acceleriamo il passo>> rispose lui.
<<Come? Più di così?>>
Evitai di rivelare di avere già quasi il fiatone per tenere il suo passo, perché sospettavo di essere immediatamente presa in giro.
Lo conoscevo da pochissimo, ma avevo compreso parte della sua personalità e sicuramente avrebbe colto la palla al balzo per canzonarmi, così come aveva fatto innumerevoli volte dal nostro recente primo incontro.
<<Ti faccio vedere in che modo>> disse lui, iniziando quasi a correre lungo quel terreno adesso leggermente scosceso.
Faticai molto per non spalmarmi con la faccia a terra, essendo di natura non tra le persone più aggraziate e col senso dell'equilibrio al mondo. Per una sorta di quasi miracolo arrivai a destinazione senza schiantarmi nemmeno una volta al suolo, nonostante i battiti cardiaci accelerati per la corsa e le gambe leggermente molli dallo sforzo.
<<Wow>> dissi semplicemente, restando a bocca aperta e sentendomi una stupida per non aver creduto alle parole del ragazzo.
Il panorama era infatti uno dei migliori mai visti in vita mia.
Davanti a me c'era una distesa immensa di acqua cristallina, che brillava come tante piccole pietre preziose a causa del sole che tramontava proprio in quel momento. Quest'ultimo si presentava grande come mai l'avevo visto e colorava il cielo di una gamma di colori che nemmeno sul più bello dei dipinti.
Il pezzo forte erano le numerose scogliere, scogliere altissime, talmente bianche e splendenti da catturare la luce residua e proiettarla sull'acqua, facendo apparire tutto come cosparso da una polvere fatta di diamanti.
Il luogo era nascosto e deserto, quasi del tutto silenzioso; se non per il rumore delle onde che si scontravano contro la roccia e il suono di qualche gabbiano all'orizzonte.
<<Allora... cosa mi dice adesso questo pulcino dubbioso e diffidente? Non mi credevi quando ti parlavo della bellezza di questo luogo, eh?>> chiese lui, mostrandomi un sorrisetto soddisfatto e per questo irritante ai miei occhi.
Quel tipo non faceva altro che mettermi nel sacco dalla prima volta e farmi apparire come una ragazzina imbranata.
Non risposi alla sua leggera provocazione, troppo presa ad osservare lo spettacolo attorno a me.
Solo diversi minuti dopo mi resi conto di un particolare: la mano del ragazzo era ancora attorno al mio polso.
<<Ti dispiace...?>> chiesi, indicando con la mano e lasciando in sospeso la frase.
Lui mollò immediatamente la presa, mostrandomi l'ennesimo mezzo sorrisetto divertito.
<<Che ragazza anaffettiva. Di solito andate tutte su di giri per cose simili e correte a spettegolare con le amiche, convinte di aver rimorchiato un ragazzo più grande. Per caso sei una di quelle ragazze femministe che evitano i ragazzi come la peste e li respingono col crocifisso in mano a mo' di vampiri?>>
<<No, nessuno spirito femminista. Sono semplicemente una ragazza mollata da meno di una settimana dal ragazzo che amava, solo perché lui pensava ancora alla propria ex>> confessai di punto in bianco, rabbuiandomi tutta d'un colpo.
Per la prima volta dal nostro incontro Dabi restò sconcertato per qualche secondo, senza avere la battuta pronta come in precedenza.
<<Oh... capisco, mi dispiace davvero>> rispose sottovoce.
Mi voltai lentamente nella sua direzione, alla ricerca di un qualsiasi segnale di presa in giro, ma la sua espressione era sincera. Gliene fui grata.
<<Vedi il lato positivo della faccenda. Non hai nemmeno sedici anni e ancora tante possibilità davanti. Anche io ho superato delle rotture dolorose, ma adesso sono ancora qui>> mi spiegò lui, mettendosi a sedere e invitando me a sedere al suo fianco.
Accettai l'invito.
Non sapevo quando esattamente era successo, ma avevo iniziato a formare un leggero legame con quel ragazzo conosciuto per caso in un semplice pomeriggio di pioggia.
Era sicuramente prematuro parlare di legame dopo appena 24 ore di conoscenza, ma era il mio istinto a suggerirmelo.
Nonostante la sua supponenza mi sentivo a mio agio con lui ed era strano provare questo senso di pace con un simil sconosciuto.
<<Senti Dabi, me lo dici quanti anni hai?>> chiesi di punto in bianco, iniziando a provare una sorta di curiosità per quello strano ragazzo così invadente.
Lui sospirò, come arreso davanti a quella che doveva essere un'espressione estremamente curiosa.
<<Ne ho diciannove>> rispose lui.
<<Ah, quindi sei uno che adesca quelle più giovani approfittando della pioggia e della voglia di uno snack>> dissi, prendendolo io in giro per la prima volta.
<<Sì, sono un maniaco ricercato in tutte le prefetture del Giappone>> rispose lui sarcastico <<in realtà non è mio solito fare simili gesti, ma pioveva e beh... mi sembravi in discreta difficoltà.>>
Annui, decisa a fare altre domande. Iniziavo a prenderci gusto.
<<Come mai non vi tuffate da qui? Non è più discreto rispetto alla spiaggia?>> chiesi.
<<Ti faccio vedere una cosa>> disse lui, alzandosi di scatto e porgendomi una mano per farmi alzare a mia volta.
La fissai dubbiosa per un po', ma poi mi lasciai andare ed accettai l'offerta.
Ovviamente lui mi lasciò andare non appena mi misi in piedi e si avvicinò al bordo della scogliera. Lo seguii immediatamente.
Affacciandomi notai all'istante la natura del problema: gli scogli continuavano anche dentro l'acqua, rendendo altamente pericoloso tuffarsi. Infatti solo piccole zone erano libere dagli scogli, ma centrarle con un tuffo sembrava quasi impossibile.
<<Capisci perché preferiamo la spiaggia? Anche se è rischioso, a volte la guardia costiera pattuglia la zona per evitare certe bravate. Non sai qualche volte sono corso via bagnato fradicio e ancora in costume per le strade>> raccontò lui <<inoltre l'ultimo che ha provato a tuffarsi qui...>>
<<Cosa?>> chiesi io preoccupata.
<<Beh, ci ha rimesso le penne. E adesso si racconta che il suo fantasma vaghi ancora nella zona, intento a sorprendere giovani ragazze e bambini da soli, per trascinarli in acqua e annegarli>> rispose, abbassando man mano la voce fino a renderla lugubre.
A quel punto sembrò notare qualcosa oltre le mie spalle e impallidì, indicando con un dito qualcosa tra la vegetazione circostante.
Mi voltai di scatto spaventata, constatando la presenza di un bel niente.
Dabi iniziò a ridere. E non era uno dei suoi soliti sorrisini di scherno, ma una vera e propria risata.
<<Smettila di prendermi in giro!>> esclamai offesa, spintonandolo.
Ovviamente non lo spostai di un centimetro.

HO SCRITTO 1343 PAROLE, QUINDI ADESSO ADDIO FINO AL 2028
No, scherzo. Vi voglio bene e devo tormentarvi fino all'epilogo, mettervi ansia e farmi odiare.
Dopo un po' ho iniziato a trovare divertenti le vostre "minacce" e adesso le leggo con una certa soddisfazione, seduta sul mio trono dorato (scrisse Newtella, seduta sui gradini di casa sua come una barbona).
Oggi non la tiro per le lunghe, perché devo correre a lavoro e sono in ritardo.
Mi trattengo solo un altro momento per ringraziarvi ancora per i vostri voti, i vostri commenti e perché seguite ancora la storia nonostante i miei alti e bassi. Siete adorabili.
Un bacione a tutti, ciao!

Rich {Kirishima x Reader}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora