•37 Esplodere

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Kirishima era paralizzato, fermo come una statua di cera esposta in un museo.
<<Eijiro?>> chiesi titubante, fissando alternativamente prima lui e poi la sua porzione di dango a terra.
<<Non ti senti bene?>> chiesi.
Il ragazzo non rispose a nessuno dei miei due tentativi, continuando a tenere lo sguardo fisso su qualcosa davanti a noi.
Scelsi di seguire la traiettoria dei suoi occhi e fu lì che li vidi: capelli colore del grano baciato dal sole.
La stessa ragazza della fotografia. L'ex di Kirishima.
Non fu solo la vista della bellissima figura della ragazza a sconvolgermi, ma anche quella del suo accompagnatore.
Neito Monoma, mio compagno di classe. Figlio di uno dei più ricchi magnanti di petrolio in circolazione, acerrimo nemico di Kirishima per motivi a me sconosciuti prima di quel momento.
Tutti i tasselli trovarono rapidamente il proprio posto nella mia testa, formando un quadro ben definito.
<<Quel ragazzo che ti ha soffiato la tua precedente ragazza... è Monoma?>> chiesi.
A quelle parole gli occhi di Eijiro saettarono immediatamente nella mia direzione.
Occhi umidi. Occhi di qualcuno che cercava disperatamente di non piangere.
La loro vista fu come una pugnalata al cuore per me.
<<Rispondimi per favore>> chiesi, mentre le due bionde figure svanivano tra la folla e un pesante groppo iniziava a formarsi nella mia gola.
<<Sì>> rispose lui, utilizzando un tono di voce che non gli avevo mai sentito utilizzare.
<<Credo che tu mi debba una spiegazione>> dissi, sentendo le mie mani iniziare a tremare dalla rabbia e dall'agitazione.
Il mio sesto senso mi suggeriva di stare in allerta, un'altra parte di me suggeriva di correre ai ripari.
Mi aspettava un discorso che non ero sicura di avere la forza e il coraggio di affrontare, né tantomeno di ascoltare.
Eijiro non disse nulla, semplicemente si voltò e iniziò a camminare, fermandosi solo dopo qualche metro. Era un chiaro invito.
Mi stava chiedendo di seguirlo.
In effetti non me la sentivo di parlare con lui in mezzo a quella folla di persone così allegre e spensierate. Erano un'orchestra che suonava una musica adesso completamente in disaccordo col battito tumultuoso del mio cuore. Le mie orecchie non riuscivano a tollerare un suono così allegro, facendolo apparire distorto e inadeguato, quasi insopportabile.
Proprio alla luce di ciò affrettai il passo, seguendo il ragazzo lungo il viale, fino ad arrivare dentro un vicolo discreto e completamente deserto.
Il ragazzo mi dava ancora le spalle, apparentemente perso in un mondo tutto suo.
In lontananza si udiva ancora il suono della festa non molto distante, ma era abbastanza flebile da passare in secondo piano.
Adesso sentivo solo i miei battiti rimbombare fin dentro le orecchie, con una forza tale da farmi temere di vedere il mio cuore sfondare la gabbia toracica e schizzare via.
<<Eijiro, perché hai avuto quella reazione quando hai visto la tua ex?>> chiesi, sentendo una goccia di sudore scivolare lungo il retro del mio collo. Fredda e fastidiosa.
Lui voltò la testa lentamente.
Quelli che fino a poco prima erano solo occhi umidi adesso mostravano una sofferenza profonda.
Non avevo mai visto una simile espressione sul suo viso solitamente sempre gioioso e la sorpresa mi portò ad arretrare di un passo.
<<Cosa sta succedendo? Non capisco, io non capisc->>
Le mie parole si bloccarono quando lui tirò rabbiosamente un pugno contro il muro, sporcando leggermente la parete di sangue.
L'urto fu tremendo, eppure lui non si scompose minimamente. Restò semplicemente con le nocche contro la superficie, mentre io osservavo sconvolta piccole goccioline di sangue colare dalle sue nocche evidentemente squarciate, giù... lungo la parete verticale.
<<Io ho provato in tutti i modi. Ho cercato di dimenticare tutto questo e di andare avanti, ma non ci riesco. Per quanto io ci provi la situazione non cambierà mai. I mesi sono passati, ma io resto sempre lo stesso miserabile con le tasche bucate, buono nemmeno a tenersi una ragazza>> sbottò lui, parlando per la prima volta dal nostro arrivo nel vicolo.
Ero talmente incredula dalla piega assunta dalla situazione che non riuscii a rispondere in nessun modo. Le mie labbra si divisero nel tentativo di parlare, ma nessun suono lasciò la mia bocca. Nemmeno uno.
<<Tutti i miei sforzi e tutti i miei sentimenti vanificati dalla comparsa di quel damerino dalle tasche gonfie coi soldi di papà. Mi sono sentito così miserabile, così inutile>> disse lui.
Feci un passo nella sua direzione, tuttavia senza trovare dentro di me le forze per correre da lui. Il mio istinto mi diceva di aspettare prima. Mancava ancora qualcosa, qualcosa di non detto.
In compenso però riacquistai la facoltà di parola.
<<Non sei miserabile e non è vero che non sei nemmeno capace di tenerti una ragazza. Io sono qui con te, non me ne andrò mai. Puoi starne certo>> dissi, sentendo il mio cuore stringersi dolorosamente davanti alla figura del ragazzo così fragile e sofferente.
Qualcosa iniziò a mischiarsi alle goccioline di sangue cadute a terra dalla mano del ragazzo.
Lacrime. Lacrime di Kirishima.
Non avevo mai visto il ragazzo in quelle condizioni e quello mi portò ad avanzare ulteriormente.
Tuttavia lui alzò la mano sana nella mia direzione, invitandomi ad arrestare la mia avanzata.
<<Ferma non venire qui da me. Non me lo merito>> disse lui.
<<Come sarebbe a dire che non te lo meriti?>> chiesi, sentendo la voce tremare pari passo con le mie labbra.
<<Non sono mai stato sincero con te. Io non ho mai avuto completamente fiducia nella nostra relazione. Per quasi tutto il tempo non ho fatto altro che chiedermi: "quanto ci vorrà prima di essere scaricato anche da lei per un altro? Una settimana? Un mese? Due?">> disse lui.
<<Non lo farei mai! Non lo farei mai! Lo sai, io sono innamorata di te e di te soltanto, questo sentimento non può essere corrotto dal denaro>> dissi, alzando la voce per trasmettergli meglio le mie parole.
Venivano direttamente dal mio cuore e doveva ascoltarle al massimo.
<<Lo so>> disse lui.
<<Come scusa? E allora perché stai piangendo? Se sai che ti amo allora non serve avere paura.>>
Eijiro solo a quelle mie parole si staccò dal muro, avanzando nella mia direzione e fermandosi a solo un metro da me.
<<Sto piangendo perché sono arrivato al punto di rottura. Ho tentato in tutti i modi di riprendermi in mano la mia vita. Ho tentato l'ingresso nella scuola più prestigiosa del paese, mi sono tinto i capelli, ho corteggiato la ragazza che mi è sembrata la più bella tra tutte, ho messo anima e corpo in una nuova relazione, eppure non sono riuscito a lasciarmi il passato alle spalle, non sono riuscito a dimenticarmi di lei>> mi urlò praticamente in faccia.
Quelle parole mi trafissero come una pioggia di aculei, lacerando e strappando la mia anima in tante piccole parti.
Era un dolore sordo, invisibile ad occhio nudo, ma estremamente insopportabile.
Sentii le ginocchia traballare, ma riuscii comunque a mantenere la posizione eretta.
<<Eijiro, cosa significa questo? È uno scherzo, vero?>> chiesi, sentendo le prime lacrime solcare le mie guance.
<<Vorrei poterti dire di sì, ma la verità è che sono uscito con te perché ho visto la possibilità di innamorarmi di nuovo e andare avanti. Tu eri l'unica con le qualità adatte per riuscirci>> disse lui.
Lo shock sfumò rapidamente e sentii una grande rabbia sfociare dagli abissi della mia mente, come una belva feroce finalmente libera di balzare fuori dalla propria gabbia.
<<Mi stai dicendo che non mi hai mai amata? Mi stai dicendo che sono solo un patetico rimpiazzo della tua ex? Che tutti questi mesi da quando ci siamo conosciuti non hanno significato niente per te?>> chiesi, urlandogli quelle parole praticamente quasi in faccia.
<<Certo che ti ho amata e ti amo anche adesso. Di questo non devi mai dubitare. Ho iniziato a frequentarti semplicemente perché ti trovavo bella, ma mi sono innamorato davvero di te. Sarebbe da folli il contrario. Guardati... sei una persona meravigliosa. Sei leale, sincera, determinata, praticamente un sogno per qualsiasi ragazzo... proprio per questo non posso continuare tutto questo>> disse.
La belva appena liberata tornò guaendo dentro la propria prigione, dopo essere stata duramente colpita dalle ultime parole del ragazzo.
Le ginocchia presero a traballarmi ancora più forte, tenendomi su in piedi a fatica.
<<Se mi ami... se davvero mi ami... allora perché mi stai dicendo questo?>> chiesi, continuando a piangere.
Eijiro non rispose e la consapevolezza strisciò velocemente dentro di me.
<<Perché ami ancora anche lei, forse più di quanto ami me...>> dissi atona, con la stessa vitalità di una bambola di pezza <<eppure non capisco...mi hai detto di amarmi, hai accettato di partire con me, hai perfino gettato quella fotografia di voi due insieme...>>
A quelle parole il suo sguardo si posò a terra, evidentemente incapace di mantenere ancora il contatto visivo con me a causa del senso di colpa.
<<Quella foto... l'ho recuperata dal cestino poco dopo il mio rientro a casa. Avrei davvero voluto buttarla, ma non ci sono riuscito...>>
Le mie ginocchia smisero di darmi il loro sostegno e caddi a terra, nella stessa posizione di un condannato a morte che aspettava la sua esecuzione.
Il ragazzo si accucciò alla mia altezza, tuttavia mantenendo le distanze da me.
<<Eijiro, dimmi che non è vero. Dimmi che non mi stai davvero lasciando>> mormorai, utilizzando lo stesso tono atono.
<<Devo farlo, non posso più convivere con questo peso. Sono arrivato al limite e tu non meriti di stare con una persona come me, con un ragazzo che ama anche la sua ex>> disse lui, addolcendo la voce e allungando una mano verso la mia guancia. Tuttavia non raggiunse la sua metà, perché il suo braccio tornò ad afflosciarsi di nuovo, come prosciugato dalle sue energie.
<<Che razza di uomo sono? Guarda come ti ho ridotta. In ginocchio, con il vestito che ti sei messa per me contro il marciapiede e in lacrime>> disse, tuttavia piangendo anche lui.
Prima di rendermene conto mi ritrovai accostata a lui, con i miei pugni chiusi che colpivano il suo petto e gli occhi strizzati.
<<Sei uno stronzo, Kirishima Eijiro, sei uno stronzo. Stavi per fare l'amore con me, nonostante pensassi ad un'altra. Mi hai anche fatto litigare con mia madre. Lo sai che non ci parliamo da giorni? Ho mandato tutto a puttane pur di stare con te e cosa ho ottenuto in cambio? Niente, un bel niente. Ti odio. Ti odio. Ti odio>> urlai, utilizzando tutto il fiato che avevo nei polmoni.
Lui non fece niente per fermare i miei pugni e continuò a sopportare finché non fui troppo stanca e provata per continuare.
<<Brava, odiami, odiami con tutta te stessa. Accumula più odio di quello che adesso provo io per me stesso, ma ricordati che ho provato con tutte le mie forze ad andare avanti e tutte le cose che ho detto o fatto erano sincere. Ho lottato per questa relazione, ma oggi ho raggiunto il mio punto limite, dopo averla vista per la prima volta insieme al ragazzo per cui mi ha lasciato. La notte che hai dormito da me per la prima volta non sai quanto ho pianto logorato da tutti questi pensieri. Non so se ti sto lasciando perché sono troppo codardo per andare fino in fondo o solo perché penso ad un'altra, ma so che non posso più prenderti in giro in questo modo, ti auguro di trovare qualcuno che guardi te e te soltanto, così come meriti>> disse lui.
<<Io volevo essere guardata soltanto da te>> dissi, raccogliendo dentro di me tutta la mia forza residua per rialzarmi da terra.
Per una qualche sorta di miracolo riuscii a rimettermi in piedi, osservando la figura del ragazzo ancora in ginocchio.
Dentro di me si fece largo un desiderio, il desiderio di restituirgli almeno un po' del male che stava infliggendo a me, il desiderio di sfogare tutta la rabbia e la delusione che stavo provando.
Fu il mio orgoglio a farmi voltare, per poi farmi dire: <<Aveva ragione mia madre. Non dovevo innamorarmi di un poveraccio, sono bravi solo con le belle parole>>.
Una perfetta uscita di scena. La perfetta uscita di scena ragazza decisa a mantenere il proprio orgoglio, peccato per un piccolo particolare: dentro di me... urlavo dal dolore.

....
Non metterò un titolo buffo per questo spazio autrice
Che dire... sì: sono un essere orribile e ancora sì... potete uccidermi come ritenete più corretto, ma questo è ciò che ho deciso per l'andamento della storia, praticamente ancora prima di scrivere il prologo.
Ho pianto lacrime di sangue per scrivere questo capitolo, perché io amo Kirishima e mi immedesimo il più possibile nei panni della Reader, quindi boh... quando scrivo cose brutte un po' mi fa male.

Vi aspetto al prossimo capitolo, sperando di non essere troppo odiata adesso *si nasconde*

Rich {Kirishima x Reader}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora