•18 Mettercela tutta

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Quella mattina guardandomi vedevo una sottospecie di bambolina, a causa dell'operato delle collaboratrici di mia madre, e la questione mi faceva storcere il naso. Avevano dato il meglio di loro e sembravo quasi uscita da una rivista patinata, di quelle che si trovavano dal parrucchiere.
Ero abbastanza stanca di farmi trattare ogni mattina come un manichino da acconciare e truccare, soprattutto adesso che il mio umore era giù e non desideravo l'attenzione di nessuno addosso; in fondo però non avevo voglia di discutere con mia madre e col suo folle desiderio di sposare un ricco ereditiere.
Sbuffai ed afferrai la cartella scolastica, iniziando a scendere le scale con aria mogia.
La mattina prima mia madre mi aveva propinato dei terribili fiocchi di avena, simili per aspetto e consistenza a vomito di lattante, e speravo davvero di non trovare la stessa cosa di nuovo.
Quando entrai percepii invece l'odore di croissant appena sfornati e mia madre che mi fissava sorridente dal suo posto a tavola.
<<Ti ho vista un po' giù ieri sera e ho pensato di fare un salto al forno stamattina per prendere qualcosa di gustoso e tirarti su il morale>> disse lei, indicandomi la mia tovaglietta da colazione con sopra della spremuta d'arancia e un cornetto generosamente riempito con la cioccolata.
Sentii i miei occhi illuminarsi davanti a quel miracolo e le mie labbra distendersi in un sorriso.
<<Grazie al cielo, pensavo di dover mangiare di nuovo quella sottospecie di fanghiglia. Sei la migliore>> dissi, staccando immediatamente il primo pezzo di cornetto.
Lei inizialmente mi guardò storto per la mia affermazione, ma poi sorrise anche lei.
<<Hai ragione, faceva proprio schifo>> commentò.
Le nostre risate vennero interrotte da Misty, una delle maid del locale, entrata in cucina con un'espressione raggiante e maliziosa.
<<Chi è quel gran figo con la divisa della tua scuola che ti aspetta qui fuori? È quel ragazzo con cui ti frequenti?>> chiese.
Quasi mi strozzai con il boccone che stavo mandando giù e corsi verso la finestra, scostando con discrezione la tendina. Mia madre mi imitò immediatamente e osservammo insieme Kirishima poggiato sul muro del negozietto di fronte, mentre digitava qualcosa sul cellulare.
Proprio in quel momento la mia tasca vibrò.

Red riot, ore 7:40:
Spero di ripartire da qui. Appena puoi esci, per favore.

Mia madre ovviamente sbirciò il contenuto e prese a saltellare come una ragazzina.
<<Allora è proprio lui! Lo sapevo che mia figlia aveva ottimi gusti, guarda che bel ragazzo, i miei nipotini saranno bellissimi>> commentò entusiasta, sbirciando ancora dalla tendina.
<<Smettila di fare la maniaca appostata alla finestra, potrebbe vederti. E poi non ti sembra troppo presto per pensare ai nipotini?>> chiesi io.
<<Vuoi aspettare di diventare vecchia e moscia? Nella vita bisogna stare al passo coi tempi>> disse lei.
Alzai gli occhi al cielo guardando mia madre, Misty e Yumiko spiare ancora dalla finestra.
<<Voglio tornare al liceo e trovarmi uno come quello>> sospirò Misty.
<<Se sono tutti così in quella scuola penso che andrò ad iscrivermi>> commentò Yumiko.
La cosa stava diventando a tratti inquietante e decisi di uscire di casa per sottrarmi dalle loro grinfie.
Mi allontanai quatta quatta e salutai solo davanti all'uscio della porta, senza dare loro il tempo di dire altre cose imbarazzanti.
Sentendo la porta aprirsi lo sguardo di Kirishima si alzò verso di me. Sorrise immediatamente e il mio cuore sussultò.
<<Buongiorno> disse lui.
<<Buongiorno>> risposi io.
<<Ti va di andare a scuola insieme?>> chiese, grattandosi imbarazzato la nuca.
<<Tu vivi dalla parte opposta della città, perché ti sei scomodato così tanto? Se proprio dovevi parlarmi potevi farlo nel cortile della scuola>> gli dissi, facendogli cenno con la testa di andare.
Lui iniziò subito a camminare al mio fianco.
<<Non sono qui per parlare, ma per farti capire che sono disposto a tutto pur di riaverti. Verrò qui ogni mattina, se me lo permetterai.>>
<<Non credo sia il caso, hai molta strada>> commentai indecisa. Da una parte la cosa mi lusingava, ma dall'altra mi spaventava.
Non sapevo cosa fare.
<<Non preoccuparti per questo. Dimmi solo che posso, conta solo questo per me>> rispose lui. La sua mano sfiorò accidentalmente la mia in quel momento e un forte brivido mi attraversò.
Come potevo allontanare qualcuno capace di darmi così tanto con così poco?
Sospirai e lo fissai indecisa.
<<Sei proprio testardo, eh?>>
Lui lo prese per un sì e mi sorrise apertamente, sentii le mie guance arrossire e mi affrettai a volgere la testa altrove.
Era uno di quei sorrisi da baciare, solo che in quel momento non era il caso.
<<Che hai lì?>> chiesi, guardando la busta che si portava dietro.
<<Oh, il nostro pranzo. Non sono sicuramente bravo come te ma ho fatto del mio meglio>> disse, alzando leggermente la busta.
<<L'hai fatto tu?>>
<<Beh, sì. Mi sembrava il minimo per sdebitarmi per tutte le volte che l'hai preparato tu per entrambi e poi mi sembrava un'idea carina per ritrovare un po' d'intensa, ma se non ti va lo capisco>> mi spiegò.
Esitai per un secondo, ma la curiosità di vedere il pasto preparato con le sue mani per me era troppa.
<<Va bene>> dissi sottovoce.
<<Va bene?>> chiese lui sorpreso.
Annuii con la testa e tornai a fissare davanti a me, sicuramente con la faccia rossissima visto che la sentivo chiaramente bruciare.
L'effetto che mi faceva non era minimamente cambiato, addirittura mi sembrava aumentato vertiginosamente. Forse a causa della lontananza e alla parte di me che sentiva profondamente la sua mancanza aumentare ogni secondo.
Approfittai di quel silenzio per respirare un po' di aria fresca mattutina e per guardare di sfuggita il profilo perfetto del ragazzo al mio fianco.
Ero davvero innamorata di lui e non riuscivo a togliermelo dalla testa in nessun modo. Probabilmente non sarei riuscita a tenere il muso ancora a lungo davanti a un comportamento così dolce e premuroso da parte sua.
Sospirai e tornai a guardare avanti, godendomi quei momenti di pace.
<<Non pensavo fosse così bello fare la strada insieme alla persona che ti piace>> disse lui dal nulla, fissandomi di sottecchi.
<<Mai fatto la strada insieme ad una ragazza che ti interessa? Eppure hai avuto delle ex>> constatai, fissandolo sospettosa.
Lo sguardo con cui mi guardava però era sincero e non ci lessi dentro nessun segnale di bugia.
<<Le altre ragazze che ho avuto andavano in scuole diverse ed erano troppo lontane, mentre la mia ultima ragazza non voleva essere portata a casa da me>> spiegò.
<<Perché?>>
<<Diceva che non voleva che il padre ci beccasse, ma secondo me si vergognava semplicemente di me. Pochissime persone sapevano della nostra relazione, non mi permetteva di prenderla per mano in pubblico e mi baciava solo quando nessuno ci vedeva>> disse.
L'espressione di Kirishima era triste mentre parlava e teneva lo sguardo basso, era cupo come un cielo carico di nuvole gonfie di pioggia. Sicuramente doveva aver sofferto molto, soprattutto quando lei lo aveva lasciato per un ragazzo economicamente benestante.
<<È terribile...>> commentai, incapace di aggiungere altro.
Doveva essere tremendo il ripudio da parte della persona che ami.
<<È per questo che ho reagito così male quando ti ho visto col tuo compagno di classe al centro commerciale. Sai, ho scoperto così il suo tradimento... anche se li beccai al cinema piuttosto che al centro commerciale>> confessò, passandosi stancamente una mano sul viso <<io ho sofferto tanto per questa cosa e temevo di ripiombare nella stessa situazione, quindi mi sono chiuso a riccio per non soffrire di nuovo, anziché venire da te per sentire le tue ragioni.>>
<<Kirishima, io non potevo immaginare una cosa simile. Mi dispiace davvero molto...>> risposi.
Lui mi guardò teneramente e fece scivolare per un secondo la sua mano verso la mia, al solo scopo di darmi una piccola carezza sul dorso.
<<Sono io che mi scuso per non aver subito capito da me che tu sei diversa. Lei non mi ha mai guardato nel modo in cui mi guardi tu, né ha mai cercato la mia mano come te ad ogni nostra uscita. Mi hai reso immensamente felice ogni volta e vorrei sentirmi così ancora tante volte, insieme a te>> mi sussurrò, scostandomi via i capelli dal viso.
Esitai per un istante, ma poi mi lasciai andare e gli sorrisi.
<<Stasera ho il turno libero a lavoro per dei lavori di manutenzione al locale, ti piacerebbe venire con me da qualche parte?>> chiese.
Capii subito da me di essere arrivata al limite dopo quella chiacchierata, non ce la facevo più a stare lontana da lui, quindi mi ritrovai ad annuire timidamente.
L'enorme sorriso che mi regalò subito dopo bastò per spazzare via ogni residuo di dubbio dentro di me, volevo tornare con lui, volevo stare con lui per sempre.

DINOSAURI AL GABINETTO
E niente... il mio angolo romantico ha ceduto ed eccoci qua.
Dai, onestamente... chi resisterebbe davanti a quel bel faccino? (chi risponde diversamente verrà cancellato dalla lista degli esseri umani dotati di raziocinio u.u)
Ho sonno e nessuna voglia di fare qualcosa oggi, ma devo lavorare, quindi addio sogni di gloria.
E ho scritto troppo, quindi ciau!

Rich {Kirishima x Reader}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora