<<Beh, non è andata poi così male. Piuttosto direi che è andata benissimo>> dissi io, cercando di risollevare il morale della mia migliore amica, leggermente abbattuta in quel momento.
<<Sono arrivata solo seconda nel concorso di bellezza femminile e mi dispiace aver portato solo un punto alla nostra classe>> rispose lei, accarezzando con aria mogia la coccarda argentata appuntata sul suo vestito.
<<Non dirlo nemmeno per scherzo, Momo. Hai perso solo per un voto e poi lo sanno tutti che la ragazza che ha vinto ha avuto una storiella con quattro giudici su cinque di quelli presenti>> dissi, riferendomi a scene che io stessa avevo visto nei corridoi della scuola o sulla terrazza, dove le persone credevano di non essere viste.
<<Forse hai ragione. In fondo Kaminari ha vinto per la categoria maschile e avete vinto anche la staffetta mista>> rispose lei.
<<Esatto. Inoltre io e Neito prima abbiamo fatto un breve conteggio, grazie a quello abbiamo confermato la nostra vittoria per quanto riguarda la classi prime. Abbiamo vinto di tre punti rispetto alla seconda classificata: la sezione C. La classe di Mashirao, Sero, Tetsutetsu e... Kirishima>> le spiegai, indugiando giusto per un secondo sul cognome del mio ex ragazzo, quello che tutto sommato ancora non ero riuscita nemmeno minimamente a lasciarmi alle spalle.
Prima del festival sportivo non mi ero sentita particolarmente emozionata o desiderosa di vivere quella giornata, ma a conti fatti non potevo negare di non essermi divertita e di non aver provato una certa soddisfazione nel raggiungere la vittoria insieme ai miei fidati compagni di classi, soprattutto considerando lo stretto legame che univa noi tutti della sezione.
<<Ti manca ancora, vero?>> mi chiese lei.
Sospirai, decidendo subito dopo di lasciarmi andare e di liberare tutti i miei pensieri.
In fondo la classe ad eccezione nostra era completamente sgombra in quel momento, siccome tutto il resto dei compagni si stava pregustando in cortile i minuti precedenti al falò previsto per le ultime ore del festival.
<<Mi manca ancora, non posso negarlo>> ammisi infine <<non riesco ancora ad abituarmi all'idea di vederlo qui a scuola e di non avere la possibilità di avvicinarmi a lui come facevo una volta... a volta mi manca ogni cosa, altre volte sono arrabbiata e fingo che non me ne importa. È strano da spiegare, a volte non riesco a capirmi nemmeno da sola.>>
<<Lo capisco benissimo invece, anche se dici di non riuscire a spiegare. Sono la tua migliore amica e so che ti sei innamorata di lui al primo sguardo. I tuoi sentimenti per lui si notavano da cinque chilometri di distanza e si notano anche adesso che cerchi di nasconderli.>>
A quelle parole sospirai nuovamente, capendo per l'ennesima volta di non poter nascondere niente agli occhi sempre attenti di Momo, soprattutto considerando la sua empatia.
<<Non sai che darei per tornare a quei giorni, quelli dove vivevo nella felicità e dove mi sentivo amata. Non sai come mi sentivo bene con le sue braccia attorno a me. Inizialmente l'ho odiato, ma alla luce di tutti gli ultimi eventi non riesco più a provare odio nei suoi riguardi. Vedo che si è pentito del suo comportamento e so che in fondo ci teneva molto a me, anche se non si è comportato nel migliore dei modi>> dissi sincera, ripensando a tutti i trascorsi.
<<Anche secondo me non ti ha presa in giro. Lo vedevo davvero molto preso da te. Semplicemente non è riuscito a confrontarsi davvero con il casino di pensieri dentro la sua testa finché non ci ha sbattuto il muso contro. Credeva davvero di essere riuscito a dimenticarla, ma poi si è reso conto del suo errore ed è crollato>> mi venne incontro lei.
<<Sono arrivata anche io a questa conclusione, ma nonostante questo non riesco ancora a perdonarlo del tutto. Mi ha fatto davvero molto male>> le confessai.
Sentii una profonda tristezza scendere su di me come un macigno e Momo sembrò rendersene conto, tanto da dire subito dopo: <<Perché non lasciamo perdere questi discorsi per un po' e non andiamo a vedere a che punto sono con il falò?>>
<<Mi sembra un'ottima idea>> dissi, lasciando insieme a lei l'aula, tuttavia portandomi dietro la mia malinconia e milioni di pensieri.. . . .
Il cortile della scuola era davvero bellissimo ed era quasi irriconoscibile grazie al duro ed eccelso lavoro del comitato organizzativo; quello che si occupava di curare i vari eventi dell'istituto, in particolar modo il festival dello sport, uno dei più attesi in assoluto.
Il rogo era stato allestito con precisione e in tutta sicurezza, ma stando alle voci era il più grande mai realizzato.
La scuola infatti aveva deciso di fare le cose in grande da quando un istituto avversario aveva iniziato a proporre eventi interessanti, talvolta copiando anche quelli proposti negli anni trascorsi dal nostro corpo studentesco.
Il preside non aveva preso bene la notizia e non aveva badato a spese per quell'evento, rendendo ancora più ricchi i premi della pregressa caccia al tesoro e aumentando il budget per i fuochi d'artificio previsti per la chiusura. Almeno stando alle indiscrezioni di alcuni del comitato studentesco con la lingua un po' più lunga del normale.
C'erano già molte persone in attesa e l'eccitazione generale era molto alta per quell'evento. Il motivo era che nella nostra scuola vigeva una tradizione, ossia quella di dichiararsi alla persona amata proprio in occasione del falò, approfittando dell'atmosfera romantica.
Lo spazio era infatti pieno di persone radunate a gruppetti e che si guardavano intorno chi con aria nervosa e chi con aria emozionata, forse spaventati dall'idea di un rifiuto o in attesa di una presunta dichiarazione. Le ragazze nel nostro istituto non erano molte, ma quelle che c'erano chiacchieravano chiassosamente, guardandosi intorno ammiccando o al contrario con un velo di timidezza, tutte con lo sguardo alla ricerca del ragazzo desiderato.
Inavvertitamente anche i miei occhi presero a vagare in giro, cercando una chioma rossa che a lungo aveva popolato i miei sogni e recentemente anche i miei incubi.
Non potevo farne altrimenti; cercarlo con lo sguardo fu più forte di me e di qualsiasi mia resistenza.
Lo scovai diversi secondi dopo, scoprendo di non essere l'unica ad aver avuto quell'idea.
Anche gli occhi del ragazzo infatti erano su di me e presa alla sprovvista dirottai la mia attenzione altrove, sentendo il cuore battermi a tremila dentro la gabbia toracica.
Sfortunatamente però notai anche un'altra questione, ossia gli sguardi rabbiosi di alcune ragazze intorno a me.
Chiaramente ero abituata a ricevere simili occhiatacce affilate, ma quel giorno erano particolarmente intense. Forse a causa della diceria rispetto a Shouto Todoroki e me.
Il più giovane della famiglia Todoroki era infatti molto desiderato a scuola, sia per la sua bellezza e sia per il suo prestigio economico, per non parlare della sua intelligenza. Nelle graduatorie del primo anno si infatti piazzava sempre al secondo posto, subito dopo la mia migliore amica. Inoltre la sua famiglia era in assoluto la più ricca della città, quindi per molte era decisamente un bel partito, il classico ragazzo che piaceva anche a mia madre.
Chiaramente io non ero in nessun modo interessata a lui, anche se nemmeno io potevo dire nulla davanti alla sua bellezza. Nella mia testa però non c'era attualmente spazio per nessuno, nessuno che non fosse Eijiro.
La ferita era ancora troppo fresca e non ero intenzionata a guardarmi intorno per il momento. Avevo ancora bisogno di tempo per riprendermi e per rivalutare anche solo la possibilità di riaprire nuovamente il mio cuore a qualcuno.
Eijiro era stato il primo ragazzo ad entrare nel mio cuore. Era stato il primo a baciarmi in quel modo così caldo ed intimo. Era stato il primo a diventare la causa dei miei sorrisi più sinceri e delle mie lacrime più dolorose. Era stato il primo a diventare improvvisamente il centro del mio mondo.
Non era quindi facile per me metterlo da parte da un momento all'altro.
In molti definivano il primo amore come il più intenso, quello unico e irripetibile destinato a non tornare mai più nella vita di una persona.
Spesso però così come nasceva era anche destinato a spegnersi, per poi diventare semplicemente un bel ricordo da accarezzare di tanto in tanto col pensiero, lasciandosi andare ad un sorriso carico di tenerezza e un pizzico di nostalgia.
Al momento però io non riuscivo a credere a quelle parole e nemmeno a concepire l'idea di vedere Eijiro diventare semplicemente un bel ricordo. Non ero ancora pronta e forse nemmeno lo volevo davvero.
Una parte di me lottava per tenersi stretto quel sentimento così intenso e forte, capace talvolta di lasciarmi inerme e senza fiato.<<Stanno per annunciare le classi vincitrici>> disse improvvisamente Momo, notandomi persa nei miei pensieri.
Era infatti tradizione annunciare poco prima dell'accensione del falò le tre classi vincitrici, una per ogni anno, così da dare ai rispettivi rappresentanti l'onore di accendere il fuoco.
Non fu comunque una sorpresa per nessuno sentire l'elenco, siccome i calcoli erano stati già fatti personalmente da ognuno di noi.
Mi limitai quindi a guardare con un pizzico d'orgoglio il nostro rappresentante Neito Monoma ricevere la fiaccola accesa, insieme ai due rappresentanti del secondo e del terzo anno.
Non ero perfettamente dell'umore per assistere ad un evento così mondano, non con tutti i pensieri malinconici che avevano preso a vorticare nella mia mente, ma decisi comunque di restare il tempo necessario per assistere all'inizio dell'enorme falò. Specie dopo tutta la fatica che la mia classe aveva fatto per accaparrarsi la vittoria e dopo tutti gli allenamenti da me fatti in compagnia degli altri per vincere la staffetta mista del festival sportivo.
Il falò divampò pochi secondi dopo, strappando vari versi di stupore ed iniziando immediatamente a riscaldarci.
Insieme ai nostri corpi si scaldarono anche i nostri cuori, infatti iniziai a notare le prime coppiette appartarsi leggermente in un angolo del cortile per confessarsi. Ne osservai qualcuno con la coda dell'occhio e con un pizzico di malinconia, notando alcuni tornare mano della mano ed altri allontanarsi dopo una disfatta, oltre che qualche ragazza correre via piangendo lacrime amare.
In particolar modo mi colpì una coppia che presa dall'emozione e dall'impulso aveva deciso di scambiarsi un breve bacio, un qualcosa che raramente accadeva in Giappone.
Una volta anche Eijiro mi aveva dato un bacio a stampo in cortile e quel ricordo fece vacillare la mia precaria soglia di sopportazione.
<<Momo, ascoltami... io vado a fare una passeggiata qua intorno. Per molti sarà anche romantico, ma vedere tutte queste coppie felici mi... beh, hai capito credo...>> dissi quindi.
<<Vuoi che venga con te?>> si propose immediatamente lei.
<<Non preoccuparti, vai pure dai nostri compagni di classe.>>
<<Torni per i fuochi d'artificio?>> chiese.
<<Credo di sì, se non mi vedi tornare significa che sono andata a casa, ma cercherò di non perdermeli>> le risposi, iniziando ad allontanarmi in direzione di un sentiero che costeggiava l'immenso istituto.
La strada portava all'area di ristoro all'aperto dove ero solita consumare il pranzo con alcuni compagni di classe quando il tempo lo permetteva, ma che portava anche in direzione della nuova piscina inaugurata proprio in occasione del festival dello sport.
Riuscii ad arrivare giusto fino a lì, cullata dalla leggera brezza che trasportava l'odore dei fiori ospitati in giardino e dal frinire di numerose cicale sparse nei dintorni, prima di sentire dei passi alle mie spalle. Passi di diverse persone tutte insieme.
Trovai la fonte in tre ragazze vagamente familiari e che sembravano decise a parlare proprio con me.
<<Avete bisogno di qualcosa?>> chiesi confusa, notandole ferme a fissarmi con un'aria non particolarmente amichevole.
<<Non fare tanto l'innocentina, puttana che non sei altro>> disse quella al centro del piccolo gruppo, facendomi assumere un'espressione ancora più interdetta.
<<Come prego?>> chiesi, aguzzando gli occhi nel tentativo di scorgere i loro visi. Non riuscivo a vederle bene a causa del basso bagliore emesso dai lampioni in lontananza, ma con un po' di fatica le identificai come un gruppo di ragazze che già in passato mi avevano dato del filo da torcere. In particolar modo ricordavo un episodio di diverse settimane prima, dove mi avevano placcata fuori dallo spogliatoio femminile, allontanandosi solo dopo l'intervento di un Eijiro visibilmente arrabbiato con loro.
<<Adesso ci divertiamo>> disse semplicemente sempre la stessa ragazza.PENNARELLO PER PIPISTRELLI MANCINI
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Sì, voi leggete la storia di questa persona. Bravi.E vi lascio anche con la suspense, perché sono pure stronza.
Buona giornata!
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Rich {Kirishima x Reader}
FanfictionTutte le mamme desiderano la felicità dei propri figli e tutte cercano di spingerli verso il vero amore. Sempre se non hai una madre che sogna di farti sposare con un riccone e ti manda in un istituto prestigioso al solo scopo di portare a termine l...