•02 Amara consapevolezza

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Le prime due settimane di lezioni si rivelarono più pesanti del previsto, ma dovevo aspettarmelo da una scuola che versava in un simile prestigio.
Stavo trovando in Momo una buona amica e tutto sommato mi piaceva molto la mia classe, escluso qualche elemento decisamente egocentrico.
Mi ero trovata subito d'accordo anche con un ragazzo di nome Midoriya Izuku, anche lui beneficiario di una delle cinque borse di studio messe a disposizione nella scuola.
Ero contenta di avere uno coi piedi ben saldati per terra tra le fila dei miei nuovi compagni di classe. Mi faceva sentire meno estranea. Peccato per il suo pessimo rapporto con un biondo che rispondeva al nome di Katsuki Bakugou, futuro erede della più famosa ditta di fuochi d'artificio del mondo.
Praticamente ricco sfondato.
Riportai lo sguardo fuori dalla finestra, dove riuscivo a vedere perfettamente il ragazzo dai capelli rossi fare lezione nella sua classe.
Le nostre finestre erano praticamente parallele e mi perdevo spesso a guardarlo.
Era così bello.
Forse per uno come lui potevo anche andare incontro alle folli idee di mia madre. Probabilmente si sarebbe innamorata di un ragazzo del genere.
Era praticamente perfetto in tutto ed anche gentile, visto che lo avevo sorpreso più volte in atteggiamenti da persona di buon cuore. Come prestare il suo ombrello a due ragazze della sua classe per non farle bagnare dal diluvio dopo il quarto giorno di scuola, beccandosi lui stesso tutta quell'acqua addosso o allungare parte del suo pranzo a un randagio entrato nel perimetro della scuola.
Ovviamente aveva già attirato gli sguardi delle altre ragazze presenti a scuola, visto il suo aspetto. Eppure non ero ancora riuscita a scoprire il suo nome.
Non riuscivo a spiegarlo, ma quel ragazzo mi piaceva davvero. Il mio era stato come un colpo di fulmine e il cuore prendeva a battermi a tremila quando lo guardavo.
Era una sensazione così piacevole.
<<Cosa guardi? Ti giri spesso verso la finestra>> mi chiese Momo, facendomi trasalire per lo spavento.
<<Chi io? Proprio nessuno, cioè proprio niente>> mi affrettai a spiegare, cambiando venti volte colorazione del viso.
Notai uno sguardo carico di consapevolezza farsi largo sul suo viso e poi i suoi occhi seguire la traiettoria dei miei poco prima.
<<Adesso mi è tutto chiaro. Guardavi quel ragazzo, vero?>> chiese lei, sorridendomi con aria furba.
<<Assolutamente no>> cercai di dire, ma cambiai idea notandola fissarmi con un sopracciglio alzato e l'aria divertita <<va bene, lo ammetto: guardavo lui.>>
<<Ah, lo sapevo>> commentò lei entusiasta <<si chiama Kirishima Eijiro.>>
<<Come fai a saperlo?>> chiesi sorpresa.
<<Lavora part-time nel negozio di dvd vicino casa mia dove vado a rifornirmi di solito. Beh, in verità è solo uno dei suoi tre lavori.>>
Un'amara consapevolezza iniziò a farsi largo dentro di me.
<<Tre lavori?>> chiesi dubbiosa.
<<È l'unico modo che ha per mantenere la sua famiglia. Diciamo che non se la cavano poi tanto bene, me l'ha detto lui stesso visto che ci conosciamo abbastanza. È qui grazie alla tua stessa borsa di studio>> mi spiegò <<poverino, si ammazza davvero di lavoro. Deve avere problemi economici davvero molto grandi.>>
Sentii il peso di un macigno cadermi addosso.
Per la prima volta dopo tanti anni avevo sviluppato un forte interesse verso qualcuno ed ecco magicamente la brutta notizia.
Non aveva un soldo e mia madre non avrebbe mai e dico mai accettato dei simili sentimenti nei suoi riguardi. L'avrei distrutta.
<<Ti senti bene?>> chiese la ragazza, posandomi una mano sulla spalla <<hai una faccia strana.>>
Mi ridestai dal mio torpore e scelsi di sfoggiare un sorriso che più falso non si poteva.
<<Più che bene.>>
Lei sembrò crederci e tornò a riguardare gli appunti per la prossima lezione.
Non andava bene per niente invece, andava tutto malissimo.

<<Allora? Conosciuto qualche ragazzo promettente a scuola?>> chiese mia madre.
<<Nessuno in particolare.>>
<<Uffa. Non mi racconti mai niente>> commentò lei, gonfiando le guance indispettita <<eppure so che nella tua classe c'è quel tipo dei fuochi d'artificio e anche il figlio del magnante del petrolio, quello della famiglia Monoma.>>
<<Come fai a sapere queste cose?>> chiesi con la bocca spalancata per lo stupore.
<<Beh, diciamo che quando sono andata a consegnare i moduli per la tua iscrizione ho trovato sul tavolo una pila di fascicoli con i nomi dei nuovi iscritti, di quelli per agevolare i professori, no? Al che ho pensato che non ci sarebbe stato nulla di male a mettermene uno in borsa>> mi spiegò lei soddisfatta.
<<Non ci posso credere>> commentai io, nascondendo la faccia tra le mani.
Da quale madre squilibrata ero nata io?
<<Non fare così. Piuttosto niente da fare con uno dei due?>> chiese speranzosa.
Aveva una faccia estremamente buffa in quel momento, ma ero troppo abbattuta dalla notizia di Momo per riderci su in quel momento.
<<No, mamma. Uno praticamente è un bulletto e l'altro troppo perso nel suo egocentrismo>> commentai.
<<E che mi dici dell'erede della famosa compagnia Kaminari per la distribuzione dell'energia elettrica? Anche lui è un buon partito>> chiese.
Evitai di pensare troppo al metodo usato per scoprire tutte quelle cose sui miei compagni e portai la mia mente al pensiero del ragazzo biondo che sedeva nel banco dietro al mio.
<<Beh, lui non è poi così male. Anzi oserei definirlo simpatico>> commentai.
<<Ci siamo allora. Per il matrimonio metteremo a piè di pagina una saetta sugli inviti, così da richiamare l'azienda che erediterete insieme.>>
<<Okay>> risposi, siccome non stavo più ascoltando i suoi discorsi.
Realizzai solo dopo aver dato la risposta.
<<Aspetta...cosa? Matrimonio? Hai bevuto mamma?>> chiesi.
<<Eh, no. Hai detto okay, ti ho sentita benissimo>> disse, afferrandomi le guance <<la mia piccola bambina è cresciuta e sta scoprendo l'amore, che bella la gioventù.>>
Mi strapazzò per tutta la sera, nonostante le mie proteste e poi andò a dormire finalmente. Probabilmente sognando saette e soldi che cadevano dal cielo.

<<Poverino, si ammazza davvero di lavoro. Deve avere problemi economici davvero molto grandi.>>

Le parole di Momo continuavano a tormentarmi e non riuscivo a soffocarle nemmeno con la musica a tutto volume sparata nelle orecchie.
Non riuscivo nemmeno a dormire.
La mattina dopo me ne sarei pentita di sicuro, vista l'ora in cui mia madre veniva a buttarmi giù dal letto per i soliti rituali di bellezza, ma in quel momento non riuscivo proprio a decidermi a chiudere gli occhi.
L'unico modo che avevo per scappare da quella situazione era smettere di guardarlo e smettere di pensare a lui.
In fondo non lo conoscevo nemmeno, no? Quanto poteva essere difficile?

BUONASERA
Piccolo colpo di scena.
Kiri non ha un soldo bucato, che persona diabolica che sono. Però è bono abbastanza da compensare ehehehe
Oggi non ho voglia di vivere. Sopprimetemi.

Rich {Kirishima x Reader}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora