•59 Sorprese

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Dabi ed io quel pomeriggio camminammo a lungo, lasciandoci trasportare dalla pullulante vita cittadina e dalle persone che popolavano le vie principali gremite di negozi e attività.
Era stranamente loquace e passò gran parte del tempo a parlare dei più svariati argomenti, seppur senza mai osare qualcos'altro rispetto al suo solito sorrisetto canzonatorio.
Vederlo sorridere per davvero era quasi impossibile e oramai ero abituata alla sua espressione statica, così come alla sua passione nel prendermi costantemente in giro.
<<Allora... come è stato rivedere il tuo ex ragazzo? L'hai preso a pugni?>> mi chiese dopo circa un paio d'ore, approfittando di un breve periodo di silenzio.
<<No, non ho preso a pugni nessuno recentemente. E per recentemente intendo negli ultimi dieci anni come minimo.>>
<<Quindi da bambina facevi incontri clandestini di pugilato?>> chiese.
<<Una mezza specie. Ricordo che il recinto della sabbia era molto popolare nel parchetto vicino casa e aggiudicarselo era un'impresa degna di un incontro sul ring.>>
Dabi seguì la mia risposta con una luce divertita nello sguardo, ma senza dire nulla. Quindi decisi di parlare nuovamente io. <<Tralasciando gli scherzi... se davvero ti interessa posso dirti che non è successo nulla di particolare con lui. Ci siamo parlati due volte e lui ha cambiato lavoro, non facciamo più il part-time insieme. Tu invece? Non mi hai ancora detto se hai ripreso a lavorare qui.>>
<<Sì, la stagione è finita e ho ripreso le mie normali attività in città col mio capo. Non è niente di particolare, ma mi permette di pagarmi affitto e cibo, quindi va bene>> rispose.
Annuii comprensiva, cercando di trovare un nuovo argomento da presentare. In fondo era piacevole parlare con lui, anche se il nostro rapporto era abbastanza ambiguo, specie dopo il bacio rubato dopo il salto dalla scogliera.
Nessuno di noi due aveva toccato nuovamente l'argomento e personalmente mi andava più che bene in quel momento. Avevo già troppi pensieri per la testa e troppe complicazioni, non avevo quindi spazio per altro.
Tuttavia ci pensò Dabi a portare la conversazione su un altro livello. <<Se non ricordo male a breve arriverà il periodo del festival dello sport a scuola, vero?>>
<<Esatto. È previsto per il quindici di questo mese. Mi auguro che tu non voglia venire>> dissi, pensando alla brutta possibilità di vederlo assistere alla mia staffetta mista.
<<Beh, sarebbe interessante, ma quel giorno avrò il turno lungo a lavoro, ma potrei passare per lo spettacolo finale. Lo fate ancora il falò con lo spettacolo pirotecnico in chiusura?>>
<<Sì>> biascicai semplicemente.
<<E tu parteciperai a qualche gara?>>.
<<Mi hanno incastrata per la staffetta mista, ma oltre a quella non farò nulla. Non sono una grande amante di questo genere di competizioni, preferisco assistere>> spiegai.
<<Ah, davvero? Peccato, mi sarebbe piaciuto vederti finire con la faccia a terra alla partenza o vederti lasciar cadere il testimone>> disse Dabi, sorridendo carico di presa in giro.
<<Davvero incoraggiante. Grazie per il buon augurio>> fu la mia risposta ironica, accompagnata da un leggero borbottio.
Lo guardai sghignazzare tutto soddisfatto, cercando di ideare diversi modi efficaci per vendicarmi, ma lui lasciò cadere le mie intenzioni omicide con la domanda successiva.
<<La volta scorsa mi sono dimenticato di chiederti una cosa: il tuo numero. Vuoi darmelo adesso?>> chiese.
Lo guardai confusa, battendo le palpebre per la sorpresa di vedermi porgere quella domanda.
<<Il mio numero dici? Perché no... va bene, ma evita di farmi chiamate anonime alle tre di notte o potrei non rispondere delle mie azioni.>>
<<Non ti assicuro nulla>> rispose lui, tirando fuori il cellulare per registrare il mio contatto.

Quella stessa notte Dabi mi telefonò alle tre di notte con l'anonimo, per ben quattro volte.

Alla fine risposi, mandandolo al diavolo.
Dabi scoppiò a ridere.

• • • •

Momo era agitatissima e non faceva altro che camminare avanti e indietro per la classe, attirandosi addosso gli sguardi confusi dei nostri compagni presenti.
Era giunto il giorno del festival e ci stavamo preparando per le prime competizioni, alcuni con del riscaldamento nel cortile, altri per ultimare il materiale per la tifoseria, me compresa.
<<Forse non avrei dovuto accettare. Dopo il festival ci saranno degli esami importanti... forse avrei dovuto pensare a studiare>> mormorò lei, agitandosi man mano sempre di più <<adesso ci vorrebbe proprio una bella tazza di thè nero o verde, magari del Gyokuro.>>
<<Uhm, sicuro. Del Gyokuro...>> commentai io, chiaramente disorientata davanti a quella che doveva essere una varietà da ricconi da chissà quanti yen al chilo.
Momo non rispose, limitandosi a cercare di capire come sistemare i suoi capelli, così da presentarli diversamente rispetto alla sua solita coda di cavallo.
Era infatti stata scelta dalla nostra classe come rappresentante femminile per il concorso di bellezza della scuola, insieme a Denki.
Non si era candidata, ma le era stata avanzata la proposta da più persone, me compresa, e alla fine aveva deciso di accettare. Solo che quando il momento si era avvicinato aveva iniziato ad agitarsi e a pentirsi della sua scelta.
<<Rilassati, sei praticamente la prima della scuola e non vedo il problema di partecipare a questo concorso. Sei stata scelta perché hai ottime chance di vittoria e confido in te anche io>> le dissi <<dopo la mia gara ti darò una mano con i capelli e con il trucco, va bene? Yumiko e Misty mi hanno insegnato diverse cose in questi ultimi anni.>>
Il programma di quel giorno prevedeva infatti in ordine: le gare, la caccia al tesoro, il concorso di bellezza, il falò e infine lo spettacolo pirotecnico di chiusura.
Ogni gara forniva alla classe vincitrice uno o due punti in base alla difficoltà della gara, tre per la staffetta mista e due punti per ogni vittoria nel concorso di bellezza (due vincitori per anno).
La mia gara era l'ultima prevista prima della pausa pranzo che precedeva la caccia al tesoro ed era la competizione più seguita, quindi avevo una discreta ansia ed ero felice di non avere nessuno sugli spalti venuto appositamente per assistere alla mia staffetta.
Né mia madre, né le sue collaboratrici, né Dabi.
Momo annuì, recuperando finalmente un po' di calma e di tranquillità.
Tornai quindi al cartellone che stavo finendo di colorare, con su scritto semplicemente: "Portiamo a casa la vittoria".
<<Qualcuno potrebbe passare a prendere un po' di colori in prestito dal laboratorio creativo? Servirebbero anche glitter>> chiese Monoma all'improvviso, indaffarato più che mai.
Come nostro rappresentante, oltre che ossessionato dalla vittoria, stava seguendo tutto fino ai minimi dettagli e senza lasciarsi sfuggire nulla.
<<Posso andare io>> mi proposi, dopo aver notato di essere l'unica abbastanza avanti con il proprio cartellone, al contrario degli altri un po' più in ritardo.
<<Prendi anche delle matite>> aggiunse lui, notandomi già in direzione della porta.
<<Va bene.>>
<<E degli strass se li trovi.>>
<<Va bene.>>
<<E della colla vinilica.>>
<<Va bene>> risposi nuovamente, iniziando a spazientirmi leggermente.
<<E anche dei nastri e altri cartelloni.>>
<<Se vuoi ti porto direttamente tutto il laboratorio creativo, così facciamo prima. Ho due mani, Monoma>> commentai divertita.
<<Va bene, ho capito. Porta quello che riesci a prendere>> disse.
Annuii, lasciando la classe.
Tuttavia riuscii a fare appena cinque metri, prima di sentire la sua voce urlare: <<Prendi anche un altro paio di forbici>>.
Scoppiai a ridere.
Sarebbe stata una giornata lunga, molto lunga.

. . . .

Il laboratorio creativo non era particolarmente lontano, dato che si trovava giusto un piano più sotto del mio, anche se dalla parte opposta.
I corridoi strada facendo erano pieni di persone, tutte indaffarate come quelle delle mia classe e la vista un po' mi consolò.
Non eravamo infatti gli unici persi negli ultimi preparativi e presi dall'ansia di non riuscire a finire in tempo.
Tuttavia trovai sempre meno studenti man mano che la mia destinazione si faceva più vicina, forse perché abbastanza isolata del resto e non particolarmente usata in quel momento, se non dalle persone come me che entravano per prendere qualcosa in prestito.

Tuttavia, aprendo la porta, scoprii di non essere l'unica alla ricerca di materiali.
Nell'aula trovai un'altra persona.

Rich {Kirishima x Reader}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora