•51 Buttarsi

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Mi svegliai con il fastidioso suono della sveglia.
Continuavo a mantenere imperterrita da anni come suoneria una canzone che detestavo profondamente, ma che almeno funzionava bene. Anche troppo.
Infatti come da copione mi alzai subito infastidita, pigiando con decisione il tasto "interrompi", dopo almeno due tentativi andati in fumo. Evidentemente ero ancora troppo assonnata per fare centro. E l'essere andata a dormire alle due del mattino passate non era di certo stato di grande aiuto, considerando il bruciore che sentivo invadere i miei stanchi occhi.
Mi privai svogliatamente del pigiama, iniziando a darmi una rinfrescata nel piccolo bagno annesso con gesti quasi meccanici.
Quella mattina avevo davanti a me l'ultimo giorno pieno da passare nella villa per le vacanze, perché il giorno dopo avevamo tutti il treno alle dieci in punto per tornare a casa nel primo pomeriggio.
Dentro di me ero terrorizzata.
Avevo paura di tornare alle mie vecchie abitudini, di ripiombare nella tristezza della penombra della mia stanza, di rivedere su di me gli occhi gelidi di mia madre, di rincontrare Eijiro...
Un'altra parte di me era malinconica, perché in quei pochi giorni a modo mio mi ero affezionata alla presenza di Dabi e mi dispiaceva molto lasciarlo lì. Senza avere la certezza di rivederlo un giorno.
Non avevo neanche il suo numero di cellulare, né un modo per salutarlo davvero quel giorno.
Non ci davamo mai appuntamento. Ci si vedeva e basta per caso, decidendo poi di stare un po' di tempo insieme, senza nemmeno accordarci.
Semplicemente lui si avvicinava e mi faceva cenno con la testa di seguirlo, ignorando gli sguardi ammirati delle mie amiche e quelli sospettosi dei miei amici, che lo vedevano solo come un ragazzo che si dava troppe arie. Secondo Ran erano solo gelosi di un ragazzo così indiscutibilmente figo e oltretutto quasi maggiorenne.
Pregai dentro di me di avere l'occasione di passare del tempo con lui quel giorno e con quel pensiero lasciai il bagno, pronta per la prima colazione e per la spiaggia.
Trovai tutti i miei amici radunati attorno alla tavola, ad eccezione di Tetsutetsu, forse ancora perso nella sua sequenza di addominali mattutini. Quel ragazzo non smetteva mai di allenarsi, nemmeno in vacanza.
Megumi e Sero sedevano vicini e chiacchieravano amabilmente, più interessati alla conversazione che al cibo davanti a loro.
Si piacevano dalla prima uscita di gruppo, ma nessuno dei due si decideva a fare un passo avanti, tanto che già da un po' tutti noi altri cospiravamo di metterci lo zampino.
Momo tagliava con garbo una tamagoyaki, mentre Ran fissava sospettosa una porzione di nattō che non sembrava convincerla.
Mashirao e Kaminari sembravano troppo addormentati per connettere, tanto che tenevano la testa sorretta da una mano, con un'espressione molto stanca sul viso e gli occhi quasi socchiusi. Probabilmente avevano giocato ai videogames fino a tarda sera e adesso ne stavano pagando le conseguenze.
Li fissai ridendo e salutai, ottenendo in risposta calorosi saluti o cenni con la testa poco pronunciati.
Denki sembrò ridestarsi dal suo torpore e mi sorrise quando presi posto accanto a lui.
<<Anche ieri sei tornata a casa tardi. Ho sentito i tuoi passi per il corridoio. Eri con quel ragazzo?>> chiese, usando un tono di voce molto basso. Forse per mantenere privata la nostra conversazione.
In ogni caso nessuno sembrava prestarci attenzione.
<<Sì, ero con Dabi. Abbiamo fatto una passeggiata, abbiamo mangiato un dolce insieme e ci siamo seduti per un po' a parlare. Poi ho perso la cognizione del tempo>> spiegai al ragazzo, ripassando con la mente i momenti della sera passata.
<<Ma tu e lui...?>> chiese il biondo dopo la mia risposta, lasciando in sospeso la domanda.
<<Santo cielo, assolutamente no. Non è come pensi... Dabi è un amico, un amico un po' strano... ma pur sempre un amico>> spiegai.
<<Un amico...>> ripetè lui, aprendosi in un sorriso a tratti scherzoso, a tratti malizioso.
Alzai gli occhi al cielo e gli infilai in bocca un melonpan, in modo da farlo tacere.
Lui rise, ma affondò i denti nel morbido dolce, continuando poi a mangiarlo con gusto.
Denki e Tetsutetsu mi erano stati molto vicini in quei giorni passati nella villa.
Il primo perché era il ragazzo che sedeva nel banco dietro al mio a scuola, tanto da aver legato moltissimo nel corso dei mesi scolastici.
Il secondo perché il migliore amico di Eijiro e forse quello che insieme a Momo poteva capire meglio il mio dolore, siccome era bene a conoscenza dello stretto rapporto che mi legava al mio ex ragazzo in passato.
Ero molto grata ad entrambi per il loro aiuto e non mi sentivo in difficoltà a parlare con loro in merito alla mia situazione.
Tetsutetsu arrivò proprio in quel momento e mi posò una mano sulla testa a mo' di saluto, prendendo posto nell'ultima sedia libera alla mia destra.
Aveva un leggero fiatone dopo la sessione di allenamento da poco interrotta e afferrò grato il cibo più a tiro, iniziando a mangiare senza troppi complimenti.
Una volta provava un interesse nei miei confronti, ma alla fine aveva capito che potevamo essere solo amici e aveva velocemente dimenticato quei leggeri sentimenti nei miei confronti. Tanto che adesso eravamo ottimi amici e basta.
Una volta sazio si girò con un'espressione furba nella mia direzione, chiedendomi: <<Allora con quel Dabi?>>
Alzai gli occhi al cielo, col sottofondo delle risatine strozzate di Kaminari.

Rich {Kirishima x Reader}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora