Non si scappa mai
da ciò che ci fa
sentire dannatamente vivi.Jace.
Mi sedetti sul bordo del letto, trascinandola a cavalcioni su di me. La mia lingua corse lungo il suo collo, in mezzo al petto e sui suoi seni. L'assaggiai, ma quasi mi disgustai di quel sapore che mi stava aggrappato alla lingua a causa di qualsiasi cosa avesse appiccicato addosso, menomale che ero poco sobrio, o avrei vomitato all'istante.
«Jace.» Il mio nome uscì dalla sua bocca come se mi stesse venerando, dopo trenta secondi era già pronta per essere aperta da me.
Mi tirai in piedi, scostandola, e mi liberai della camicia bianca, facendola scivolare sul pavimento insieme ai jeans. La presi per i capelli e la sbattei al muro, afferrandole la nuca. Mi spiaccicai contro la sua schiena, facendole sentire contro il culo quanto cazzo ero eccitato. Le mie mani strisciarono lungo il suo corpo solcato da curve mozzafiato, strinsi sulla sua carne, affondai nella sua pelle come se la volessi strappargliela di 'dosso.
«Jace, scopami, ti prego.»
Le afferrai le natiche e con le dita scivolai in mezzo alle sue gambe, massaggiandole il clitoride.
«Vuoi che ti scopi, già?» Le mormorai all'orecchio. «Mi pare che ti piaccia aspettare il più possibile, prima.»
Io e Leila scopavamo di tanto in tanto, la conoscevo da circa un anno e frequentava il secondo anno. All'inizio pensava che la nostra fosse una relazione, ma quando misi le cose in chiaro, aveva accettato di essere mia solo quando lo decidevo io, senza esitare. Mi piaceva come si lasciava dominare da me, ed era brava con la bocca quando si inginocchiava, si muoveva bene.
«Non voglio più aspettare, rischio di venire senza sentirti dentro e tu sai quando amo venirti addosso.» Ansimò, ormai completamente eccitata.
Risi leggermente, ficcando i denti nel labbro inferiore. Con un gesto deciso le afferrai i fianchi e la penetrai infondo. Boccheggiò un gemito strozzato, quando cominciai a muovermi a ritro ormai incontrollato dentro di lei.
Il mio respiro accelerò in modo smisurato in gola, sentì le pupille dilatarsi e i muscoli tendersi mentre qualcosa nello stomaco scattava, inviando brividi lungo la schiena. I suoi occhi lucenti come diamanti blu, sbucati dal nulla e colmi di paura, occuparono ogni angolo della mia mente, con lineamenti segnati dall'angoscia e labbra che tremavano.
Ma che? Cazzo, sparisci dalla mia testa.
Sbattei il palmo della mano sul muro, tanto da sentire dolore e mi concentrai il più possibile su Leila, quando capì che lentamente il mio piacere stava svanendo; le afferrai i capelli biondi, forse con troppa foga, tanto da farla mugolare, ma lei non si lamentò, continuava a gemere sempre più forte fino a quando il mio nome esplose sulle sue labbra e il suo caldo piacere mi scivolò addosso, nello stesso istante in cui anche io mi liberai del mio orgasmo.
Strinsi le mani sui suoi fianchi, dando un ultima botta e poi mi sfilai da lei.
Mi calai sul pavimento, presi i boxer e me li infilai, prima di prendere una sigaretta e accendermela.
«Vattene.» Le ordinai, con il filtro tra le labbra, sentendo una strana rabbia covarmi dentro.
«Come scusa?» Leila mi guardò confusa, non capendo, rimanendo inerme davanti a me con i resti del mio orgasmo che le luccicava tra le gambe al chiaro di luna.
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Sonder
RomanceDark Romance. Di droghe primarie e derivanti, ne avevo provate parecchie, ma nessuna delle mie esperienze passate aveva mai generato una dipendenza psicologica, a differenza di quanto era successo con lei dopo quel bacio. Era più pericolosa di una c...