Epilogo

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Le cose belle non scappano via.

Becky.
Due mesi dopo.

Le luci del tramonto filtravano attraverso le tende socchiuse che avevo appena fatto appendere, gettando sfumature dorate sulla polvere danzante della stanza ancora da pulire. Seduta sul mio nuovo divano, in un appartamento dalla parte opposta di Boston in cui avevo vissuto fino a quel momento, fissavo fuori dalla finestra e mi sentivo come se fossi sospesa in un limbo oscuro, prigioniera dei ricordi che mi tormentavano implacabilmente ogni giorno della mia esistenza.

Le mani tremavano leggermente, mentre stringevo la tazza di camomilla tra le dita che mi stavo convincendo a bere dopo una giornata frenetica e priva di cibo e acqua.

Quella mattina era stata emessa la sentenza definitiva che aveva condannato Brad a ventisette anni e due mesi di reclusione per tentato omicidio, violenza sessuale e abuso su minore.

Sì.
Avevo preso coraggio e avevo raccontato ciò che mi aveva fatto tutti quegli anni di fronte ai giudici e agli avvocati, con il sostegno e la testimonianza di mio fratello. All'inizio non volevo farlo; non avrei mai pensato di trovarmi dinanzi a una corte sconosciuta e raccontare quanto fosse stata miserabile la mia vita. Tuttavia, riuscii a farlo, e grazie a Deacon e a vari elementi, avevamo persino evitato che ottenesse il diritto di chiedere la condizionale, assicurandogli così una giustizia completa e duratura.

Avrei dovuto provare una sensazione di liberazione, di gioia, ma nulla. Non provavo assolutamente nulla. Quella situazione non aveva avuto alcun impatto su di me, se non per aumentare quel senso di vuoto che mi pervadeva.

Sapevo che prima o poi sarebbe uscito, ma ventisette anni per lui erano molti, considerando la sua quasi mezz'età. E io non sapevo nemmeno se sarei sopravvissuta abbastanza fino a quel tempo, e con questo non intendevo in alcun modo commettere un atto estremo.

No.

Il desiderio della morte non mi pervadeva più e non vedevo più una via d'uscita in ciò, anzi...

Le parole non trovavano più voce nella mia mente, ma il peso del silenzio di cui mi ero circondata era opprimente.

Mi ero trasferita dall'altra parte della città, cercando una nuova vita lontano dal passato doloroso. Grazie all'inestimabile supporto di Deacon e Josi, e con l'aiuto dell'eredità di mio padre che era venuta fuori dopo la scomparsa di mia madre, avevo potuto dare inizio a quel nuovo capitolo. Era stato una sorta di cambiamento radicale, ma necessario per ricominciare da capo e cercare di lasciarmi alle spalle le ombre del passato.

Soldi. Abbastanza soldi da potermi permettere di non lavorare e continuare gli studi fino alla laurea alla Northeastern University.

«Credo di aver salito tutto.» La voce di mio fratello mi strappò dai pensieri, facendomi tornare alla cruda realtà.

Mi aveva aiutato a portare le ultime cose nell'appartamento, dopo aver svuotato la vecchia casa di Bred in cui avevo vissuto fino a quel momento.

Mi alzai in piedi, lasciando scivolare la tazza sul tavolino e mi avvicinai a lui.

«Grazie.» Sospirai, ficcando le mani nelle tasche posteriori dei jeans.

Dopo qualche secondo di silenzio, Ryan mi trascinò tra le sue braccia e mi strinse.

Anche lui aveva deciso di trasferirsi, ma dall'altra parte del paese. La squadra di football voleva ingaggiarlo e offrigli una buona posizione, in più la borsa di studio che gli concedevano l'avrebbe aiutato a finire gli studi.

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