In un'altra vita
spero d'incontrarti.Becky.
Chiudendo il portone di casa Pressley alle spalle, sentii il cuore battere in modo incontrollato nel petto, l'atmosfera sembrò opprimermi. Mi strinsi nelle spalle, avvertendo il peso dell'aria che sembrava soffocarmi in quell'ambiente che avevo creduto un rifugio e da dove invece mai avrei creduto di fuggire.
Attraversai il corridoio con passo pesante, dirigendomi verso la camera dove avevo trascorso quegli ultimi giorni. Con passo lento, varcai la soglia e mi avvicinai al comodino per afferrare il telefono, osservai lo schermo ancora spento e lo riposi in tasca.
Drizzai le spalle e lasciai la stanza, ma inevitabilmente fui attratta dalla sala in cui Jace aveva collocato il pianoforte. Ingoiai il groppo in gola, sentendo l'eco doloroso dei ricordi che risuonavano nel silenzio dell'ambiente, come note malinconiche di una melodia che non sarebbe più tornata.
Entrai, mi passai una mano sulla nuca facendola scivolare sul collo e mi avvicinai con il cuore in gola. Restai con lo sguardo fisso sul pianoforte, sentendo ancora la voce di Jace; il peso delle parole pronunciate da lui sembrava rimbombare come un riflesso in ogni angolo della stanza.
L'avevo salvato. Io con la mia musica l'avevo salvato.
Maledizione, ricorda Becky, ricorda.
Chiusi gli occhi, cercando di isolarmi dalla realtà e di ritrovare quei ricordi nella mia mente. Il respiro accelerò, ed imprecai tra i denti quando mi resi conto che fosse tutto inutile. Sentivo come se stessi scivolando in un vortice di emozioni passate, cercando disperatamente di aggrapparmi a ciò che era un tempo, ma la realtà presente sembrava resistere a ogni mio sforzo. Ero bloccata nella mia maledetta testa.
Esalai un respiro d'arresa e osservando lo strumento, mi avvicinai alla tastiera e premetti su una nota. Tuttavia, quando la musica si espanse in maniera prepotente nella stanza, sobbalzai. Il potere evocativo della melodia, che sembrò quasi prendere vita propria, mi colse di sorpresa, rivelando un'intensità emotiva che forse non ero pronta ad affrontare.
All'improvviso, la paura di ciò che amavo si insinuò nuovamente dentro di me, avvolgendomi con la sua presenza sinistra. L'ansia iniziò a crescere, riconquistando il controllo del mio corpo. Era come se quella singola nota musicale avesse risvegliato non solo ricordi spiacevoli, ma anche tutte le paure e le incertezze che si annidavano nell'ombra della mia mente.
Risentii quella sensazione di smarrimento che pensavo di aver superato, che grazie a lui avevo imparato a controllare. D'un tratto, mi sentii come se avessi vissuto la vita e improvvisamente fossi tornata nel mio incubo. Quei maledetti fantasmi che avevo creduto di essermi lasciata alle spalle erano tornati a tormentarmi più forti di prima.
Mi aggrappai al pianoforte, premetti i polpastrelli sulla superficie nera, lo carezzai pensando che non sarei mai più riuscita a suonarlo, mentre sentivo le lacrime graffiarmi la gola.
«Becky?»
Volgendo lo sguardo verso la porta, vidi Josi avanzare verso di me.
«Scusami.» Drizzai le spalle e schiarii la voce, ingoiando il sapore amaro di quello che stavo provando sperando di non darlo a vedere. «Ho provato a suonare, ma nessuno ha aperto, pensavo non fossi in casa e sono entrata, sono venuta a prendere in telefono.»
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Sonder
RomanceDark Romance. Di droghe primarie e derivanti, ne avevo provate parecchie, ma nessuna delle mie esperienze passate aveva mai generato una dipendenza psicologica, a differenza di quanto era successo con lei dopo quel bacio. Era più pericolosa di una c...