É necessario
che ciascuno scenda
una volta
nel suo inferno.Becky.
La mia camera era un disastro, la mia sanità mentale era messa pure peggio.
Continuavo a frugare, dappertutto, per l'ennesima volta, ma non c'era.
Il mio diario non c'era.
«Maledizione!» Urlai frustata, portandomi i capelli indietro.
Ero disperata, sembrava una corsa contro il tempo. Come avevo potuto dimenticare dove l'avevo messo? Forse l'avevo perso qualche volta che l'avevo portato con me?
Gesù, mi stava per venire un infarto. E se qualcuno lo avesse letto?
Poggiai una mano sul petto, cominciai a tremare. Erano quattro giorni che continuavo a cercarlo come una dannata negli stessi posti, negli stessi angoli di quella casa, ma il risultato era sempre lo stesso. Quel maledetto sembrava sfuggirmi come un miraggio inafferrabile.
Il suono del campanello mi fece sobbalzare. Rivolsi il viso verso la finestra, era sera ormai, non capii chi diavolo potesse essere.
Mia madre e Brad erano ancora via, e sarebbero tornati dopo qualche giorno.
Scesi al piano sotto, e aprii la porta. Aggrottai le sopracciglia, e la fissai confusa.
«Cora?» Inclinai leggermente il capo, scrutandola attentamente.
Con in mano uno zaino e vestita come se stesse per partecipare a una festa, la mia confusione si mescolava con una crescente curiosità nel capire perché fosse lì.
«Ho chiesto l'indirizzo a tuo fratello.» Mi spiegò ed entrò in casa, come se l'avessi invitata a farlo.
Diede uno sguardo attento all'ambiente circostante, mentre io osservavo i suoi capelli impeccabilmente lisci e lucidi. Il trucco era curato nei dettagli, e le sue curve perfette erano esaltate da un tubino nero accoppiato a tacchi vertiginosamente alti.
Girandosi verso di me, sollevò lo zaino con un sorriso ai lati della bocca.
No, scossi il capo, stringendomi le braccia al petto e distogliendo lo sguardo dal suo volto quando capii cosa voleva.
«Stasera c'é una festa, e tu verrai con me.»
«Neanche per sogno.» Risi, come isterica sull'orlo di una crisi mentale.
Inspirò profondamente, avvicinandosi e invadendo la mia sfera con il suo intenso profumo, costringendomi a guardarla. La sua bellezza era sorprendente, tanto da far invidia.
«Hai bisogno di divertiti, Becky.» Sospirò. «É per lui? Per Jace? Sono giorni che non vieni ad Harvard.»
«Non nominarlo nemmeno, non mi importa.» Mentii con un improvviso nodo in gola.
Una voragine si aprii nel mio petto, un dolore straziante. Dopo l'episodio in biblioteca, ero fuggita a casa e mi ero rinchiusa. Lui non aveva mosso un dito per cercarmi, e in quel silenzio avevo trovato le risposte che cercavo.
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Sonder
RomanceDark Romance. Di droghe primarie e derivanti, ne avevo provate parecchie, ma nessuna delle mie esperienze passate aveva mai generato una dipendenza psicologica, a differenza di quanto era successo con lei dopo quel bacio. Era più pericolosa di una c...