Non eravamo niente,
eppure, sentivo di avere tutto.Jace.
L'osservai uscire da Harvard, mimetizzato nell'ombra di una delle imponenti colonne d'ingresso. Estrassi una Winston Blue, incastrandola tra le labbra mentre lei stringeva forte al petto la borsa nera, evitando ogni contatto con gli altri, schivandoli come se fossero mostri.
Accesi la sigaretta, concedendomi qualche momento di attesa prima di staccarmi dalla parete. Dopo di che, raggiunsi la mia macchina. Contornai l'istituto per cercarla, e quando successe, mi fermai di fronte a lei, intenta a cercare freneticamente qualcosa nella borsa.
«Cerchi queste, honey?» Alzai gli angoli della bocca e sventolai per aria le chiavi della sua macchina, creando un fastidioso rumore metallico.
Il suo sguardo si incupì all'istante, aggrottando le sopracciglia in una espressione di confusione.
«Ma come?» Alzò di un tono la voce, poi lanciò un urlo soffocato di frustrazione, e schiantò i palmi della mani sullo sportello della mia auto nera. «Come diavolo hai fatto?»
Risi, leccandomi le labbra e gettano fuori dal finestrino il mozzicone.
«Trucchi del mestiere.» Le spiegai brevemente, evitando di dirle che quella mattina gliele avevo rubato mentre lei era concentrata al risucchiare il mio profumo nei polmoni. Era rimasta talmente ipnotizzata, da non accorgersi nemmeno che gli avevo infilato le mani in borsa.
«Ridammele.» Sporse il braccio in avanti chiudendo la mano nel vuoto, visto che io scattai indietro impedendole di afferrarle.
«Sali.»
«No, Jace, dammi le chiavi e basta.»
«É inutile, sai che non te le darò.» Alzai le spalle. «Possiamo stare qui quanto ti pare, oppure impiegare il nostro tempo in qualcosa di più creativo.»
I suoi occhi blu si schiantarono nei miei, con un intensità tale da farmi annodare lo stomaco. Rabbrividì e vacillai, ma cercai di non fargli sentire quanto mi piacesse quando mi guardava in quel modo profondo e senza filtri.
Fece una smorfia, che la rese adorabile e si osservò intorno, acchiappando il labbro inferiore tra i denti. Lasciò un sospiro di arresa, prima di salire in macchina sbuffando.
Il suo profumo mi colpì all'improvviso, ed io ispirai profondamente cercando di prenderlo tutto, senza lasciare che si disperdesse nell'aria.
«Adesso me le ridai?»
«No, andiamo in spiaggia.» L'avvertì, premendo il piede sull'acceleratore.
«Mi pareva che avessi di meglio da fare.» Incrociò le braccia al petto, indispettita. «Cos'é? Volevi farti desiderare, per caso?»
Alzai un angolo della bocca, e le lanciai un'occhiata, osservando il suo piccolo e adorabile nasino scolpito in modo impeccabile, arrossato dal freddo.
«Ci sono riuscito?»
Una lieve risata isterica le scappò dalla bocca, scosse il capo e puntò gli occhi di fronte a sé, osservando la strada che si scagliava davanti a noi.
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Sonder
RomanceDark Romance. Di droghe primarie e derivanti, ne avevo provate parecchie, ma nessuna delle mie esperienze passate aveva mai generato una dipendenza psicologica, a differenza di quanto era successo con lei dopo quel bacio. Era più pericolosa di una c...