E io andrò bene a te,
e tu andrai bene a me.Jace.
Sbandai con decisione sul ciglio della strada di fronte a casa di Becky, scendendo senza curarmi di chiudere lo sportello. Con forza, spinsi il cancello, poco preoccupato se si fosse rotto, e attraversai il viale con passo deciso. Il mio slancio si spezzò a metà strada, quando notai le tracce di sangue sul cemento, costringendomi a fermarmi per un istante paralizzante.
Cristo sì, lo doveva ammazzare quel figlio di puttana.
Raggiunsi l'entrata e sbattei i pugni sulla porta con una forza tale che il legno bianco si ammaccò, mentre l'eco delle parole di Becky rimbombava nel mio cervello come un loop infernale.
«Apri, maledetto! Apri!» Sbraitai, calciando la porta.
Il mio respiro diventò così intenso che potei sentire i polmoni contrarsi e l'aria pesante farmi girare la testa. Tremavo dalla rabbia, un'ira così intensa con cui avrei potuto disintegrare l'intero l'universo se solo fosse stato possibile. Nessuna parola poteva descrivere il caos interno dopo ciò che avevano udito le mie orecchie; nulla avrebbe potuto fermarmi.
La porta si spalancò e mi trovai di fronte a Brad, che prontamente, alzò gli angoli della bocca in un sorriso, anche se con il suo viso pallido sembrava sul punto di svenire. La camicia sgualcita era macchiata di sangue, e nell'aria si percepiva la forte puzza di alcool che mi avvolse portandomi la bile in gola.
Mio padre, pensai per un istante, provando disgusto e una nausea pervasiva.
«Sei così scontato.» Sbuffò, insieme ad una risata.
Si avvicinò a me, fronteggiandomi senza mostrare timore delle conseguenze di quello che aveva fatto, come se si fosse già preparato per la mia reazione. La sua mancanza di vergogna era cosi evidente da essere riluttante, non gliene importava un cazzo, considerando l'audacia con cui mi stava parlando.
Afferrai la sua camicia stringendola così forte da sentirla strappare, sbattendolo contro il muro e fissandolo negli occhi, mentre il fuoco interno sembrava bruciarmi dentro.
«Ti uccido, giuro che ti uccido.» Il mio ringhio fu così intenso che potei sentire la mascella scuotersi.
«Perché?» Incalzò, alzando il mento. «Dalla vostra discussione quando l'hai accompagnata qui ieri sera, mi era sembrato di capire che per te lei non vale nulla.»
Con gli occhi sgranati, incapace di trattenere la rabbia, il mio pugno si scagliò inevitabilmente contro il suo naso. Aveva sentito tutto, approfittandosi di lei, consapevole che non sarei stato lì per proteggerla. Capii all'istante che lo stava facendo apposta, sfidandomi con quella verità per farmi sentire in colpa. Dentro di lui c'era un male così profondo, che non avrebbe mai visto la luce.
«Cazzo!» Mugolò, spingendomi via.
«Sei un maledetto schifoso depravato, e non vivrai abbastanza da vedere un altro giorno.»
L'aveva torturata, picchiata e umiliata, da quando era solo una bambina. L'aveva toccata dove nessuno si sarebbe dovuto permettersi di toccarla se non con il suo consenso, si era permesso di abusare di lei e della sua anima fragile.
Tutto ciò che avevo di più prezioso era stato marchiato in modo indelebile, ed io ero pervaso da un profondo senso di sofferenza mai provato prima. Un male intenso e palpabile che sembrava consumarmi dall'interno. Non c'ero, mentre lui gli faceva del male, io non ero lì per proteggerla.
Cristo, che essere schifoso.
Sferrai un altro pugno, colpendo la sua mascella. Indietreggiò, crollando a terra senza forze. Mi avvicinai di nuovo, sollevandolo leggermente per il colletto.
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Sonder
RomanceDark Romance. Di droghe primarie e derivanti, ne avevo provate parecchie, ma nessuna delle mie esperienze passate aveva mai generato una dipendenza psicologica, a differenza di quanto era successo con lei dopo quel bacio. Era più pericolosa di una c...