I cuori migliori
sono pieni di cicatrici.Becky.
Abbassai gli occhi sul mio piatto e dovetti serrare le labbra per non vomitare. Con un gesto della mano lo spostai verso il centro del tavolo, e incrociai le braccia sulla superficie. Non avevo per nulla fame, e la mensa di Harvard non aiutava di certo a stimolarla.
Mi passai una mano sul collo, sfilando via qualche ciocca di capelli incastrati sotto il collo alto del maglione e mi guardai intorno, lasciando che il mio sguardo si posasse su mio fratello che aveva gli occhi inchiodati sulla sua ragazza. Dopo quel battibecco alla festa in chiesa, non l'avevo più visto, ne sentito. Eravamo palesemente arrabbiati uno con l'altra, e banale da dire, ma non era mai successo e lui mi mancava da morire, tuttavia ero troppo orgogliosa per fare la prima mossa.
Mi sentivo abbandonata dall'unica persona che mi era stata affianco tutta la vita, che aveva rimesso insieme i pezzi della mia anima strappata. E forse, la cosa che faceva più male, era aver preso la consapevolezza di essere sempre stata un peso.
Sbuffai, strappandomi via la pelle secca delle labbra. I miei occhi vagarono ancora per la mensa, notai Logan e la ragazza che gli stava sempre appresso, di cui non sapevo il nome, ridere e scherzare, ma di quel viscido serpente nessuna traccia.
«Pensi davvero che Jace sia interessato ad una come te?» Scattai con gli occhi davanti a me, quando un profumo nauseante mi fece pizzicare le narici.
La bionda con cui Jace spesso passava il suo tempo, che avevo scoperto si chiamasse Leila, mi sedette di fronte, sbucata dal nulla. Intrecciò le braccia conserte sul tavolo e mi osservò con un sorrisetto da stronza sulle labbra, come se quel gesto avrebbe dovuto intimorirmi.
«Scusa?» Mi tirai indietro con le spalle, e la fissai sconcertata.
«Sei solo l'ennesima preda da sbranare per lui.» Mi osservò con i suoi occhi marroni e intensi.
Era bella, senza alcun dubbio, ma trasudava antipatia da tutti i pori ed ero certa che non avrei potuto mai avere niente a che fare con una come lei.
Sbarrai leggermente le palpebre, ma cercai di rimanere con le spalle dritte e non dargli la soddisfazione di piegarmi.
«Tu sei fuori di testa, sparisci.» Lasciai andare una risata isterica, e appoggiai la schiena alla spalliera della sedia rigida.
Continuò a fissarmi come se fossi una minaccia, ed io non capivo cosa stesse cercando di fare. Non volevo nessuna sfida, con nessuno e per nessun motivo, ne tanto meno per Jace, visto che ero ancora dannatamente furiosa con lui.
Inclinò il capo, alzò gli angoli della bocca e sfilò via i capelli dal collo posizionandoli su l'altra spalla. Le sue dita si mossero sulla pelle ed io seguii il loro movimento, lasciando che una macchina violacea fresca risaltasse a vista.
Il cuore mi sprofondò nel petto. Mi tirai in piedi in uno scatto, ormai nera di rabbia e gelosa fino al midollo, mi spinsi verso di lei. Strinsi le dita sul tavolo, tanto da farmi male ai polpastrelli e sperare che la stanza prendesse fuoco.
La fissai dritta negli occhi, i miei bruciavano da morire, mentre la disintegravo mentalmente e la riducevo in cenere da spazzare via col vento.
«E tu invece?» Incalzai. «Pensi di essere qualcosa in più di una scopata per soddisfare i suoi orgasmi?»
Leila sbarrò le palpebre, facendo vacillare tutte le sue sicurezze.
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Sonder
RomanceDark Romance. Di droghe primarie e derivanti, ne avevo provate parecchie, ma nessuna delle mie esperienze passate aveva mai generato una dipendenza psicologica, a differenza di quanto era successo con lei dopo quel bacio. Era più pericolosa di una c...