Ci sono cose che non mostriamo
sperando che qualcuno le
riesca a vedere.Jace.
Sbattei con forza la porta alle spalle e annaspai nell'aria gelida. Un tuono scoppiò nel cielo, rendendo ancora più cupo ciò che covavo dentro. Infilai una mano tremante in tasca, stringendo il pacchetto di sigarette, e camminai fino alla mia macchina.
Avevo bisogno di calmarmi e cercare di capire come comportarmi, ma non avevo intenzione di andarmene e lasciarla da sola.
Aprii la portiera per prendere il telefono che avevo lasciato sul sedile, proprio nell'istante in cui l'auto di Brad si fermò nel parcheggio del vialetto dietro di me.
Drizzai le spalle, sentendo il cuore sprofondare nel petto. Un brivido mi bruciò ogni briciolo di razionalità, consapevole che tra pochi secondi mi sarei trovato faccia a faccia con lui, per la prima volta, dopo aver scoperto la verità.
Sentii due sportelli sbattere all'unisono e, voltandomi, incrociai gli occhi prima con la donna, che mi osservava con confusione, per poi posare il mio sguardo su di lui. Mio padre.
«Va dentro.» Gli ordinò con tono arrabbiato.
La donna non proferii parola, lanciò uno sguardo al marito e poi di nuovo a me, prima di dileguarsi in casa, lasciandoci da soli.
Brad si avvicinò con passo lento, il suo viso rabbioso tradiva una storia ancora più complessa, che ancora non conoscevo. Lo scrutai attentamente, da capo a piedi, chiedendomi mentalmente quale fosse il legame che ci univa e se ci assomigliassimo in qualche modo.
«Sei proprio una testa di cazzo, allora.» Disse, a denti stretti.
Sentii il respiro accelerare; ora conoscevo la sua vera identità e, in qualche modo, lui comprese che lo sapevo non appena i nostri sguardi si scontrarono da più vicino.
«Ah, ho capito.» Alzò gli angoli della bocca, parandosi proprio di fronte a me. «Il segreto é stato finalmente svelato.»
Non riuscivo a dire niente. Ingoiai il groppo di rabbia in gola, i pugni mi prudevano per la voglia matta di tirargliene uno in faccia. Non volevo niente da lui, al contrario delle mie aspettative, la verità mi aveva fatto più schifo di quanto pensassi.
«Sono dispiaciuto, Jace. Sarebbe stato fantastico crescere un ragazzo come te, mi sei sempre piaciuto, assomigli tanto a tua madre ma dentro sei proprio come me, un mix perfetto tra me e lei.»
«Io e tu non abbiamo niente in comune, tu non mi conosci, non sai come sono.» Ringhiai.
«Dici?» Incalzò. «Sento l'odore del tuo animo malvagio, riconosco il buio nei tuoi occhi come se lo avessi forgiato io a mia immagine e somiglianza. Se solo quella stronza di Josi mi avrebbe detto la verità, non ti avrei mai lasciato nelle mani di quel miserabile di Deacon.»
Stringendo lo sguardo, ricordai le parole di mia madre: lui sapeva, ma non aveva fatto niente.
«Tu sapevi di me.» Sbottai, incapace di trattenermi. «Ma hai deciso che non te ne importava nulla.»
Rise, come se la questione fosse una barzelletta.
«Te l'ha detto lei, vero? Amo il modo il cui riesce sempre a discolparsi scaricando la colpa su gli altri.» Sospirò. «Sarebbe stata una donna fantastica al mio fianco, saremmo stati una famiglia perfetta.»
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Sonder
RomanceDark Romance. Di droghe primarie e derivanti, ne avevo provate parecchie, ma nessuna delle mie esperienze passate aveva mai generato una dipendenza psicologica, a differenza di quanto era successo con lei dopo quel bacio. Era più pericolosa di una c...