Dopo tanta nebbia
a una a una
si svelano le stelle.Becky.
Il suo respiro, impregnato di tabacco e alcol, carezzava appena le mie labbra. La sua mano sfiorò la mia guancia quasi impercettibilmente, mentre chiudeva gli occhi e deglutiva faticosamente.
I lineamenti del suo viso erano segnati da stanchezza, rabbia e sensi di colpa che divoravano la sua anima. Conoscevo i suoi pensieri, sapevo cosa stava pensando, ma no, non era colpa sua e non avrei permesso che pensasse una cosa del genere. La sua unica colpa risiedeva nell'incapacità di comprendere e accettare i propri sentimenti per paura di perdere il controllo.
Jace si era costruito un'armatura forte e apparentemente indistruttibile, ma io sapevo che dentro di lui, si nascondevano fragilità e timori che nemmeno l'armatura più resistente poteva proteggere.
Era quello che mi aveva fatta innamorare di lui; era fatto di contraddizioni e sentimenti nascosti, e quello, aggiungeva profondità alla sua figura, rendendolo un individuo complesso e affascinante non solo fisicamente, ma soprattutto mentalmente. Era riuscito ad entrarmi nella testa, ad aggrapparsi ad una parte di me che non conoscevo, e l'aveva tirata fuori con i suoi giochetti contorti.
Se voleva ingannarsi pensando di non provare nulla, avrei lasciato che la sua stessa bugia gli offuscasse la verità. Non avrei insistito nel fargli capire nulla, rispettando la sua scelta di rimanere nell'oscurità dei suoi sentimenti.
Il legame tra noi era più profondo di quanto potesse apparire agli occhi esterni. Potevo sembrare pazza a chi non comprendeva la sottile connessione che univa le nostre anime, ma io sentivo lui, lui sentiva me. Era come se fossimo plasmati dalla stessa essenza, come se il battito dei nostri cuori risuonasse all'unisono. Non era una follia, ma una consapevolezza di un'intimità spirituale che trascendeva il tangibile. La nostra comprensione reciproca fluiva senza bisogno di parole, eravamo entrambi parte di una stessa e devastata natura.
Mi allontanai, incapace di sostenere il suo sguardo. Passai una mano sul collo e mi sedetti sul bordo del letto, abbandonando lo sguardo nel vuoto. Le gambe mi tremavano e dolevano, per un secondo sentii ancora la morsa stretta della sue mani schifose sulle cosce. Chiusi gli occhi, la testa sembrava rimbombarmi, risucchiandomi nel buio. Come una scossa, la mia mente si contrasse, il dolore tra le crepe della mio cervello, come flashback insopportabili.
«Ti proteggerò per sempre.»
Strinsi forte gli occhi già chiusi, inclinando il capo, quando quelle parole mi risuonarono in testa e la voce di un bambino sconosciuto graffiò la mia memoria.
Mi concentrai su Jace, opprimendo qualsiasi cosa fosse.
«Vattene.» Digrignai tra i denti e ricacciando indietro le lacrime.
Non volevo crollare davanti a lui, non volevo che vedesse quanto mi sentissi rotta e debole, quanto la mia testa stava sprofondando nella pazzia.
Sentii la percezione di non riuscire più a controllare i miei pensieri e le mie emozioni, mi stava sfuggendo tutto, l'ansia stava cominciando a strisciarmi dentro.
«Non preoccuparti, ci sono io adesso.»
Mi portai una mano alla fronte, il dolore era soffocante.
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Sonder
RomanceDark Romance. Di droghe primarie e derivanti, ne avevo provate parecchie, ma nessuna delle mie esperienze passate aveva mai generato una dipendenza psicologica, a differenza di quanto era successo con lei dopo quel bacio. Era più pericolosa di una c...