Io non ero così,
poi il dolore mi ha cambiata.Becky.
Il fluire del tempo sembrava svincolarsi da qualsiasi ordine logico, creandomi dentro un'atmosfera di confusione e indefinibilità. Mi sembrava di essere rinchiusa in una bolla d'aria e non avere la percezione di niente, come se non sentissi nessuna sensazione. Non sapevo che ora era, né da quanto tempo eravamo rannicchiati sotto quelle coperte, stretti l'un l'altra. Niente.
Mentre Jace dormiva profondamente, esausto, io ero incapace di trovare riposo. La luce che filtrava dalla finestra mi disturbava, e rimanere distesa nel letto sembrava un tormento.
Con delicatezza, mi sfilai dalla sua presa e mi sedetti sul bordo del materasso, stirando le gambe nude. Sfiorai una mano sul viso prima di farla scivolare sullo stomaco, stringendo la maglietta a causa di un improvviso crampo. Sentivo un'intensa sete, la gola secca e bruciante come il sole nel deserto.
Dedicai un istante prezioso ad osservare Jace, ammirando la serenità dipinta sul suo viso mentre giaceva tranquillo sul cuscino come se fosse privo da ogni male. Le mie dita, incontrollate, vagarono con delicatezza lungo la sua guancia, raccogliendo ogni dettaglio delle sue fattezze perfette. Un'ondata di emozioni mi travolse mentre contemplavo la sua presenza accanto a me, il calore del suo respiro e la dolcezza del sonno che lo avvolgeva. Il mio cuore, in quel momento, si riempii con una intensità travolgente, come se ogni battito fosse un'eco del mio amore per lui.
Lasciai sfuggire un sospiro di tristezza e mi alzai barcollando. Aprii l'armadio e ne tirai fuori una tuta di Jace da indossare.
Uscii dalla stanza, lasciando cadere uno sguardo malinconico sul letto prima di chiudere la porta dietro di me. L'atmosfera che avvolgeva la casa era permeata dal silenzio. Ignoravo l'ora esatta, ma l'assenza di rumori suggeriva che fosse probabilmente tarda mattinata o poco dopo.
Scesi al piano di sotto e mi diressi verso la cucina, dove mi servii un bicchiere d'acqua. Lasciai che un sospiro di sollievo sfuggisse dalle mie labbra, poi mi fermai un attimo ad ammirare il mare attraverso la grande vetrata. Sembrava tutto così sereno in quel momento che il silenzio era tremendamente fastidioso e sembrava annunciare il trambusto da un momento all'altro.
Pochi istanti dopo infatti, mentre ero immersa nei miei pensieri, il tonfo improvviso del portone principale che si chiudeva mi fece sobbalzare. Con il cuore che batteva veloce nel petto, mi avvicinai al corridoio e mi sporsi leggermente per vedere chi fosse.
La figura di mia madre sfiorò appena il mio campo visivo, ma l'ansia si diffuse rapidamente in me ed il cuore salii fino alla gola, una sensazione di freddo mi attraversò il viso e il sangue sembrò defluirmi via, mentre Deacon le faceva strada verso il suo studio.
I tremori iniziarono a scuotere il mio corpo, mentre il panico mi si insinuava dentro, avvolgendomi in una morsa implacabile. Con le mani aggrappate alla parete per mantenere un minimo di stabilità, l'ansia mi travolse completamente.
Con passo incerto, uscii dalla stanza in silenzio, muovendomi come un'ombra nel corridoio. Mi fermai di fronte alla porta socchiusa, dove rimasi nascosta per osservarli.
«Di cosa vuoi parlare? Del fatto che Jace l'abbia portata via dall'ospedale? Potrei denunciarlo, lo sai vero? E sai che non potrai fare niente per impedirmi di riprendermi mia figlia, uno come te dovrebbe sapere tutto, Deacon.» La voce riluttante di mia madre mi colpii come un pugno allo stomaco.
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Sonder
RomanceDark Romance. Di droghe primarie e derivanti, ne avevo provate parecchie, ma nessuna delle mie esperienze passate aveva mai generato una dipendenza psicologica, a differenza di quanto era successo con lei dopo quel bacio. Era più pericolosa di una c...