Capitolo 2

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Taylor

Ero ancora scossa dall'arrivo a scuola di Jordan Parker. Non potevo credere che l'avrei visto per tutto l'anno, nei corridoi e forse anche in qualche lezione.

Infondo, avevamo la stessa età, probabilmente avremmo avuto spesso a che fare l'uno con l'altra.

Wow, che buoni propositi per l'ultimo anno.

La verità era che Jordan Parker era una persona difficile da dimenticare. Almeno per me. Era stato il mio primo amore, il primo ragazzo che mi avesse fatto sentire davvero speciale. Con lui avevo provato emozioni sconosciute, le famose farfalle nello stomaco.

E poi se n'era andato.

Dal nulla, senza neanche salutarmi. Lui veniva ad Orlando solo nelle vacanze estive, con i suoi genitori, casa sua era proprio davanti alla mia.

Che coincidenza, eh?

Due anni prima, durante l'estate, io lo odiavo. Sul serio, mi sembrava un ragazzo pieno di sé che pensava solo a divertirsi, invece poi aveva iniziato a corteggiarmi ed era riuscito a conquistarmi.

Aveva smesso di guardare le altre ragazze, si era rivelato dolce, gentile, premuroso, mi aveva detto "ti amo", cosa che nessuno mai mi aveva rivelato, e anche io l'avevo fatto. Lo pensavo veramente.

Ed ero sicura che anche lui lo pensasse, o almeno lo credevo.

Con i suoi amici ci avevo parlato poco, però quelle rare volte mi avevano detto che non aveva mai guardato nessuna come me. Che credevano fosse sul serio innamorato.

Poi però, dopo una notte passata insieme, verso fine estate, lui se n'era andato senza salutarmi o dirmi niente.

L'avevo chiamato, ma non mi aveva mai risposto. Mai.

Così un giorno ho smesso di cercarlo. Non ci voleva un genio a capire che ero stata solo una storiella estiva per lui, talmente stupida da fidarmi di una persona del genere.

Eppure non potevo dimenticarmi quello che avevo passato con lui. Ecco perché vederlo nella mia scuola, con la nostra divisa, mi aveva lasciata senza parole. Perché io non volevo più vederlo.

Nelle due estati dopo la nostra relazione l'avevo visto sì e no due o tre volte, dato che non ero quasi mai uscita. Preferivo stare in casa a dormire, a volte andare in piscina e basta.

Ma l'idea di dover rivedere una persona che mi aveva spezzato il cuore in un periodo in cui stavo già alquanto male, mi faceva contorcere lo stomaco.

Perché io l'avevo amato sul serio, come mai avevo fatto con nessuno, e l'avevo fatto in un periodo in cui il mondo mi era già crollato addosso, riponendo tutta la mia fiducia in lui, sperando che mi capisse e non mi facesse del male, invece a lui non era importato proprio un bel niente.

E incrociare di nuovo i suoi occhi, quegli occhi che un tempo guardavano solo me... che dolore. Vi auguro di non provare mai una sensazione del genere: riuscire, o almeno credere di essere riusciti, a dimenticare una persona, e poi ritrovarvi a vederla ogni giorno.

Le prime due ore di lezione, a parte qualche minuto di saluti vari, furono di letteratura, materia che per altro amavo, ma non riuscii comunque a concentrarmi.

Perfetto, iniziamo bene.

Quando suonò il campanello, uscii dall'aula insieme a Mike.

"Ti vedo ancora pallida, sicura di stare bene?" No, mi veniva tremendamente da vomitare, e siccome soffrivo di pressione bassa non era una buona cosa che fossi impallidita. Non so se fu per Jordan, però stavo male.

Forse erano tante cose messe insieme: l'ansia del primo giorno di scuola, il fatto di non aver toccato cibo il dì precedente e aver appena assaggiato il pancake, e il caldo che non cessava mai forse avevano contribuito a farmi stare ancora peggio, ma credo centrasse anche Jordan.

"Vado un attimo in bagno." Accennai.
Appena entrai ai servizi però, c'era una marea di ragazze che faceva la fila o che fumava. Attesi qualche minuto, finché il bagno non fu quasi del tutto libero.

Ormai l'intervallo era finito, ma dovevo cercare di calmarmi. Sciacquai i polsi con l'acqua fredda, poi mi appoggiai al lavandino, la nausea che non mi abbandonava. Anzi.

Poco dopo però decisi di uscire, non volevo entrare in ritardo alla prossima lezione, anche perché c'era storia e la prof non era conosciuta per la sua simpatia, e neanche per il ritardo.

Il corridoio era quasi vuoto, ma quando vidi arrivare dalla direzione opposta alla mia lui, sentii la testa girare. Ero sicura che la mia pressione fosse già bassa, ma adesso sicuramente era scesa ancora.

Davanti a me si stagliava la figura imponente di Jordan. Non era cambiato, però era diventato più muscoloso e alto.
Decisamente più muscoloso. E decisamente più alto.

Le spalle larghe erano fasciate dalla camicia bianca della divisa, leggermente sbottonata, che gli risaltava il petto e gli addominali scolpiti, mentre le gambe lunghe erano coperte da un paio di pantaloni blu, la cravatta chissà dov'era. I capelli erano neri come l'ebano, spettinati e che gli incorniciavano la mandibola marcata e il volto spigoloso, e quegli occhi... di un azzurro chiaro e intenso, due cristalli che bucavano da lontano, anche col buio.

Era impossibile dimenticare quelle iridi tanto chiare e al contempo piene di emozioni contrastanti.

Sarà stato alto più di un metro e novanta, ma l'ultima volta che l'avevo visto era appena uno e ottanta.

Adesso era un vero uomo, ma il suo sguardo era sempre quello del mio Jordan. Forse poi non così tanto mio.

I suoi occhi si scontrarono coi miei, quando si accorse della mia presenza alzò un angolo della bocca in un ghigno strafottente.

Cercai di ignorarlo, ma percepire il suo sguardo farmi la radiografia non era d'aiuto.

"Ma guarda chi si rivede... Ciao Milady, ti sono mancato?"

Quel soprannome. Quella voce roca e bassa. Furono il colpo di grazia.

La testa mi vorticò come se fossi sulle montagne russe, sentii mancarmi la terra sotto ai piedi, tutti attorno a me divenne nero, ma prima che potessi cadere rovinosamente a terra, percepii delle braccia forti afferrarmi in tempo.

Poi il buio.

Spazio autrice

Eccoci alla fine del secondo capitolo. Spero vi stia piacendo. Man mano che andrete avanti troverete molti pov su tutti i personaggi e nuovi misteri, ma mi auguro vi siano piaciuti anche questi due❤️✨

You again- un cuore in due Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora