Capitolo 11.1

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Jordan

"Sei un ingrato."

Mio padre, Roger, era già al sesto insulto, o forse era il settimo, ma io non vi prestavo attenzione.
Non me ne importava un cazzo di quello che diceva.

Infilai un cambio nella borsa per la palestra e poi afferrai una bottiglietta d'acqua dal frigo.

"Mi stai ascoltando?! Porta rispetto!"

Una risata amara fece capolino tra le mie labbra. Rispetto, certo, detto da lui...

"Mi stai rallentando." Fu l'unica cosa che gli dissi, prima di aprire la porta e uscire.

"Stasera facciamo i conti!"

Papà mi urlò dietro, ma lo ignorai, forse aveva anche borbottato un altro "ingrato" o qualcosa del genere, ma ormai io ero già in sella alla mia moto e stavo partendo a tutta velocità verso la palestra dove avrei fatto esercizio.

La mia settimana era questa: lunedì, mercoledì e venerdì allenamento di hockey, martedì e giovedì palestra. Poi domenica invece c'era la partita.

Amavo la tensione, le persone sugli spalti che urlavano a gran voce il nome della mia squadra, l'adrenalina...

Proprio come andare in moto: era rischioso, sentivi l'agitazione scorrere nelle vene quando prendevi le curve strette con velocità, ma la sensazione era spettacolare.

Avevo anche un'auto, ma non era la stessa cosa.
La moto era...semplicemente la moto.

Arrivai dopo poco in palestra, dove mi attendevano Cole, Derek, Morgan e Jennifer.

Quest'ultime probabilmente si allenavano solo per avere un bel culo...e mi dispiace dirlo così, ma era vero.

Dovevo ammettere che però i risultati si vedevano, e non poco.

"Alla buon'ora, sei in ritardo di dieci minuti." Mi redarguì Derek, con il suo solito fare puntiglioso.

"Sono stato trattenuto da mio padre, adesso iniziamo." Posai le mie cose nello spogliatoio e raggiunsi i miei amici.

Morgan e Jennifer erano occupate a guardarsi le gambe allo specchio, alzando di tanto in tanto la maglietta per vedere se il loro addome era sodo.

Poco egocentriche, le ragazze.

Mentre spalmavo il borotalco sulle mani per riuscire a impugnare meglio i pesi, scorsi Terence lanciare occhiate continue all'ingresso.

Era con Patrick e Charlotte, e sì, purtroppo mi toccava vederlo pure in palestra, senza contare che ogni volta che lo incontravo dovevo combattere contro me stesso per non riempigli la faccia di botte.

Restai sconvolto quando vidi fare capolino all'ingresso della palestra l'ultima persona che avrei immaginato di vedere... Taylor.

Non aveva un abbigliamento adatto a quel luogo, indossava un paio di jeans cargo e un top grigio, perciò mi chiesi cosa ci facesse lì.

Poi capii, nel momento esatto in cui vidi Terence raggiungerla con un sorriso a trentadue denti.

Ma certo...
Perché improvvisamente sono nervoso?

"Cosa ci fa qui Tay?" Mi domandò Cole, irritandomi.
"E io che cazzo ne so?!" Sbottai, cercando di non guardare quei due.

Mi diressi verso una panca per cominciare ad allenarmi, ma loro non erano poi molto lontani da me e riuscii a sentire cosa stavano dicendo.

"Grazie per essere passata. Mi fa piacere vederti, anche se per poco."

Che lecca culo, pensai, quando Terence cominciò a fare il ragazzo dolce e gentile che in realtà non era.

Falso.

"Di niente, ero di passaggio. Che stavi facendo?" Chiese Taylor, pacatamente.

I suoi occhi verdi saettarono per un secondo su di me, poi tornarono a concentrarsi sul coglione.

"Le solite cose, un po' di schiena e poi addome, bisogna tenersi allenati per la partita di domenica."
"Oh vero, ogni domenica c'è una partita. Ma come fai? Non è stancante?"
"Beh sì, lo è, ma è bello, perciò non mi pesa."

Guarda come se la tira, il galletto.

"Stasera sei libera?" Terence se ne uscì completamente a caso con quella frase e tesi l'orecchio ancora di più.

"Ehm...dovrei lavorare, perché?"
"Beh, pensavo che avremmo potuto vederci, sempre se ti va."
"Beh, in teoria devo lavorare, ma posso chiedere un permesso per questa volta. Sono solo un po' stanca, ma mia mamma stasera torna tardi dal lavoro quindi casa mia è libera, se vuoi puoi venire tu."

Cazzo.
Ma era completamente impazzita?

No, era solo ingenua, non sapeva che fare una proposta del genere a un ragazzo del genere era una mossa davvero stupida. Chissà cos'avrebbero fatto... merda, solo al pensiero mi si serrò la mandibola.

Non c'era malizia nella proposta di Taylor, probabilmente lei non aveva in mente nulla, ma sicuramente Terence l'aveva interpretata diversamente.

"Ma certo, mi piacerebbe molto. Sempre se non è un disturbo." Acconsentì Terence.
"Nessun disturbo."
"Va bene, allora fammi sapere se riesci a ottenere il permesso."

I due si salutarono e prima che Taylor se ne andasse fece scorrere lo sguardo sulla mia figura. Poi si voltò e lasciò la palestra.

Quindi quei due stavano iniziando a fare sul serio?

Quello stronzo ora fa il compiaciuto...

"Puoi smetterla di guardarlo male?" Mi rimproverò Cole, riportandomi alla realtà.
"E perché dovrei?"
"Sei solo geloso."

Questa era una gran cazzata. Taylor poteva fare come le pareva, era Terence che mi urtava il sistema nervoso.

"Ma per favore".
"Forse dovresti..."
"So cosa devo fare. Ho la situazione sotto controllo e decido io come agire, dovresti saperlo." Sbottai, per poi rendermi conto che ero stato scorbutico con Cole senza motivo, solo perché ero nervoso di mio.

"Scusa..." Accennai subito dopo, dispiaciuto.
"Non fa niente. Ora però mettiti a lavorare e smetti di guardare quello là."

Cole aveva ragione, dovevo farmi gli affari miei.

Spazio autrice

Ecco, come promesso, un pov di Jordan, anche se corto.

Cosa ne pensate? Beh, gli animi tra lui e il padre non sembrano molto calmi, non è vero?

E poi, era forse gelosia quella non appena ha visto Taylor e Terence?

Chi lo sa, lo scoprirete solo andando avanti🥰.

Un bacio❤️

You again- un cuore in due Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora