Capitolo 19.2

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Taylor

Due anni prima -luglio-

Era appena finita la festa sulla spiaggia. Ed ero davvero arrabbiata.

Con Jordan.

Forse più con me stessa, che con lui.

L'effetto che mi faceva non mi piaceva affatto. Io e lui ci eravamo conosciuti per caso ad una festa a fine giugno, più meno a inizio delle vacanze estive.

Lui ci aveva provato con me con una sfacciataggine da darmi sui nervi, come se fosse scontato che ci sarei stata.

Voleva farmi fare il tour della casa del suo migliore amico. Ma era serio? Per chi diavolo mi aveva presa?!

Era quello che gli avevo urlato, e poi me ne ero tornata dai miei amici e l'avevo ignorato per tutta la sera.

Evidentemente, però, il destino voleva che ci incontrassimo ancora, perché quel ragazzo sembrava essere ovunque, e viveva anche davanti a casa mia.

Tra me e lui erano iniziati i primi battibecchi, insomma, non lo sopportavo proprio.

Poi però, le litigate si erano trasformate in continue provocazioni da parte sua, frecciatine e segnali.

Per esempio, le nostre discussioni finivano sempre con lui a un soffio dalla mia bocca, con quel ghigno stampato in faccia, che mi sfidava a cedere per prima e baciarlo.

E la cosa peggiore era che io, tutte le volte, desideravo ardentemente di farlo.

Non volevo cedere, non volevo cadere nel suo tranello, ma quel ragazzo stava iniziando a farmi provare sensazioni di cui non conoscevo l'esistenza e questo mi irritava.

Perché io non lo sopportavo. Allora cosa stava cambiando?

E quella sera, infatti, non avevamo fatto altro che provocarci per tutto il tempo.

Un ragazzo era venuto a parlarmi, io per educazione gli avevo risposto, sembrava a posto, non ubriaco come tutti gli altri, e Jordan si era ingelosito.

Per farmela pagare, aveva pomiciato davanti ai miei occhi con una ragazza di cui non conoscevo nemmeno l'esistenza.

Si baciavano ma lui guardava me, e sogghignava. 

E la cosa peggiore era che, senza saperne il motivo, ero gelosa marcia.

Così, per ribattere, ero tornata dal ragazzo di poco prima e avevo ballato con lui tutta la sera.

Finché a un certo punto Jordan non si era infastidito, e aveva spedito via quel ragazzo con tanto di minacce del tipo: "Levale le mani di dosso o te le ritrovi su per il culo, idiota."

Ed ecco il motivo per il quale ero andata via dalla festa, inviperita.

Mi ero arrabbiata per la sua scenata di gelosia senza senso, ma forse ero più nervosa per le emozioni che era in grado di suscitarmi.

E Jordan mi aveva seguita, non so per quale ragione.

"Taylor!" Stranamente mi chiamò per nome. Dal primo giorno in cui ci eravamo incontrati, mi aveva sempre chiamata Milady.

You again- un cuore in due Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora