Capitolo 4

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Taylor

Mi svegliai nuovamente reduce a una notte insonne.
Chissà perché, iniziavo a essere stanca sempre qualche ora prima di dovermi svegliare.

"Tesoro, sei sicura di voler andare a scuola? Ieri sei stata male!" Mi chiese per la terza volta mia mamma.
"Tranquilla, ieri sera sono anche andata a lavoro, sto bene."
Lei mi stampò un bacio sulla fronte, poi uscii e mi diressi a scuola con Mike.

"Oggi stai meglio? Ieri volevo venire da te ma tua mamma mi ha detto che stavi dormendo, mi sono preoccupato un sacco!" Anche Mike sembrava agitato quanto Clary, ma era stato solo un mancamento, nulla di grave.

"Non ti preoccupare Mike, sto bene, davvero. Invece stavo pensando... stai studiando, vero? Perché dobbiamo realizzare il nostro sogno, eh."

Scherzai, anche se noi ci conoscevamo dall'infanzia, e sin da piccoli avevamo pianificato di andare al college insieme, entrambi innamorati di Harvard.

"Certo, proprio come mi hai insegnato tu, sergente!" Scoppiammo a ridere, poi ci salutammo perché avevamo le prime ore in due classi diverse.

Purtroppo però, quando entrai in aula i primi banchi erano già occupati. Perché gli unici posti liberi erano in fondo? Io odiavo gli ultimi banchi.

Riconobbi nell'ultima fila Cole e Derek, i migliori amici di Jordan, ma li ignorai, e mi sedetti in uno degli ultimi due banchi liberi, vicino alla finestra.

Vidi alcuni ragazzi guardarmi con un cipiglio strano in volto e bisbigliare qualcosa, ma decisi di fregarmene e preparai gli appunti per la lezione di scienze.

Ecco che però tutti i miei buoni propositi di stare calma e fregarmene di tutti andarono in fumo, perché in classe fece capolino Jordan.

Le ragazze ridacchiarono e ammiccarono al suo arrivo, molto originali eh, mentre lui camminava spavaldo verso l'ultima fila.

Oh no...

I suoi occhi ci misero poco ad intercettarmi, si avvicinò al mio banco e restò a guardarmi dall'alto. Mi sentii a disagio e mi schiarii la gola.

"Posso aiutarti?" Sbottai, vedendo che non la smetteva più di guardami e stavo iniziando ad agitarmi.
"Sì, in effetti puoi." Rispose, e restai in attesa che parlasse.
"Magari alzandoti e lasciandomi il posto, questo è il mio banco."
Forse sbagliai, ma non riuscii a trattenermi e gli scoppiai a ridere in faccia.

Lui si morsicò una gota irritato, mentre i suoi amici guardavano la scena divertiti, come se non si aspettassero questa reazione e invece pensassero che mi sarei alzata per cedergli il posto.

Una cosa che sicuramente avevo imparato per via di persone maleducate nei miei confronti era rispondere e non farmi mettere per nulla al mondo i piedi in testa. Ero riservata e avevo solo Mike, ma non ero stupida e nemmeno debole.

"Sì dai, sparane un'altra." Sghignazzai.
"Lo ripeterò un'altra volta, Milady, alza il culo dalla sedia."

Perché doveva chiamarmi così? Lo faceva apposta a farmi tornare in mente vecchi ricordi?

"Prima di tutto non chiamarmi così, e secondo non siamo alle elementari, Parker. Siediti dove trovi posto e non rompermi, che non sono neanche le otto di mattina."

Qualcuno si stupì della mia risposta, soprattutto le ragazze, che lo guardavano come se fosse ricoperto d'oro, mentre i ragazzi se la ridevano come se ci fosse qualcosa di divertente.

A interrompere quel siparietto fu il prof di scienze: "Buongiorno! Seduti ragazzi."

Jordan sbuffò e si sedette sull'altro banco, fulminandomi con lo sguardo.

You again- un cuore in due Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora