Capitolo 16

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Derek

Era arrivata la sera della festa a casa di Cole.

Lui era uno dei più amati della scuola, era bello, affascinante e faceva sport, ecco perché molte studentesse ci andavano dietro.

E le feste e casa sua erano davvero uno sballo, almeno per la maggior parte degli studenti.

Io non amavo particolarmente le feste, la gente ubriaca mi dava sui nervi, però dovevo ammettere che lui le organizzava molto bene.

Quando i suoi non c'erano, allestiva la casa da solo e faceva un ottimo lavoro, credo si divertisse anche.

Io partecipavo a quei party solo per stare con i miei amici, anche se poi finivano sempre con qualche ragazza e rimanevo l'unico sobrio del gruppo.

Altra cosa che non capivo: come mai a loro piacesse tanto bere, se poi si riducevano a stare malissimo il giorno dopo.

Non avevo mai bevuto, e sicuramente non intendevo iniziare. Avevo una concezione di divertimento molto diversa, ed ero in grado di spassarmela anche senza spegnere il cervello e perdere la ragione.

Era una cosa che non sopportavo: ero molto abitudinario, ed ero conosciuto per essere l'unico "normale" del mio gruppo.

Ci tenevo alla mia reputazione, alla mia routine ben precisa, cambiarla anche solo di una virgola mi avrebbe fatto andare in tilt il cervello.

E la cosa che più apprezzavo di me era la mia saggezza, non so cos'avrei fatto se mi fossi lasciato mai andare veramente.

Ragazza? Nah, erano tutte uguali: superficiali e piene di sé. Almeno quelle con cui avevo avuto a che fare.

Forse le uniche due che sopportavo erano Jen e Morgan. Dall'esterno potevano sembrare le regine delle stronze, ma con noi erano okay.

Certo, a volte esageravano, però ci conoscevamo da tanto e volevo loro bene.

Per non parlare di Cole e Jordan. Forse non lo sapevano, non lo dicevo quasi mai, ma erano un pilastro fondamentale per me ed erano come dei fratelli. Anche se un po' scemi, ma comunque parte della mia famiglia, ormai.

Jordan era in una brutta situazione, cercavo di stargli vicino il più possibile, ma sapevo che non sarebbe stato abbastanza. Quello che stava passando non aveva paragoni.

"Passami la camicia!" Ordinò quest'ultimo, a Cole.
"Tieni." Cole gli lanciò una camicia nera e Jordan gliela rispedì indietro.
"Quella bianca!"
"Scusa! Se non specifichi!" Ribatté Cole, offeso.

"Ragazzi, per favore, stasera potete cercare di non perdere la ragione? Domani c'è un test, non rincoglionitevi troppo. Parlo soprattutto per te Jordan, il voto di domani sarà fondamentale per farti partecipare alla partita di domenica, e abbiamo bisogno di te."

Il mio amico sbuffò sonoramente, poi rispose: "Non ti preoccupare, ho tutto sotto controllo."

Certo, come no.
Quando Jordan diceva così, era chiaro che non avesse proprio un bel niente sotto controllo.

Decisi di lasciar perdere e prepararmi, tanto insistere con Jordan sarebbe stato inutile.

Da quando si era trasferito qui e aveva iniziato a vedere quotidianamente Taylor, poi, era diventato irrequieto e agitato.

Aveva bisogno di distrarsi più del solito, di bere, di divertirsi e non pensare a nulla. Diceva che quella ragazza non centrava nulla, ma non ne ero del tutto convinto.

Indossai quindi una camicia bianca, come i miei amici, e dei jeans slabbrati.

Quando fummo tutti e tre pronti, uscimmo dalla camera di Cole.

You again- un cuore in due Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora