Capitolo 35.3

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Taylor

Aprii gli occhi e cercai di mettere a fuoco l'ambiente attorno a me.

Una fitta lancinante alle tempie mi fece stringere gli occhi, ma la prima cosa che appurai era che non mi trovavo a casa mia.

Una luce soffusa rischiarava la stanza in cui mi trovavo.
Ma che diavolo...

Poi, ad un tratto, alcuni ricordi della sera prima mi tornarono in mente, ma furono pochi e confusi.

Io che bevevo, che ballavo, e poi Jordan che mi portava in una stanza, nient'altro.

Aspetta un attimo... Jordan che mi portava in una stanza?!

Mi misi a sedere di scatto, e quando notai la sagoma di Jordan distesa sul letto accanto a me senza maglietta, il mio cuore perse un battito.

No, non è vero...

Lui dormiva beatamente rivolto verso di me, e solo in quel momento percepii la sua mano sulla mia coscia.

Cosa cavolo era successo?!

Persi qualche istante a osservare il suo profilo perfetto. Pareva così rilassato, da non sembrare nemmeno lui.

Poi mi ricomposi. Alzai di scatto le coperte, e tirai un sospiro di sollievo quando mi resi conto di indossare le mutande.

Il profumo di vetiver di Jordan mi avvolgeva, così annusai la maglietta che indossavo. Cazzo, era di Jordan...

L'ansia di quello che potevamo avere fatto mi assalì tutto d'un colpo.

Ricordavo solo che ero a questa festa e che avevo bevuto decisamente troppo.

Me ne pentii all'istante.

Un'altra ondata d'ansia mi investì quando pensai a mia mamma. Probabilmente non l'avevo nemmeno avvisata di non tornare a casa la notte prima, anche perché non era pianificato.

Ma come diavolo mi ero ridotta...

"Cazzo!" Imprecai, guardandomi attorno con agitazione. Non può essere successo, non così... Jordan non avrebbe mai approfittato di me.

Mia aggrappai a questa convinzione continuando a muovermi nervosa.
Dov'erano i miei vestiti? Perché indossavo la maglietta di Jordan?

La sensazione di non ricordare nulla era terribile.

"Vuoi stare un po' ferma?!" Mugugnò Jordan, stringendo la presa sulla mia coscia.
"Levami subito le mani di dosso." Sibilai, guadagnando in cambio solo dei borbottii infastiditi.

"Cosa diamine è successo stanotte?!" Alzai la voce, scuotendolo per farlo svegliare.

"Ma ti pare questo il modo di svegliare una persona?!" Sbottò, mettendosi a sedere sul letto come me, per poi massaggiarsi le tempie.

"Perché sono nel letto con te e perché ho i tuoi vestiti? Cos'abbiamo fatto?!"

Lui si grattò la testa stanco, poi sbadigliò.
"Jordan! Rispondimi!" Mi agitai.
"Rilassati, Milady, non abbiamo fatto nulla."

Tirai un sospiro di sollievo, ma non abbassai la guardia. "Sei sicuro?"
"Certo. Ieri ti sei ubriacata e non ti reggevi in piedi. Ti ho portata qui e ti sono semplicemente stato vicino altrimenti stamattina ti saresti ritrovata nel giardino di questa villa a vomitare in un vaso."

Oh.

"Io... non ricordo nulla." Mormorai.
"Certo che no, hai passato tutta la sera a bere qualsiasi cosa ti capitasse sott'occhio."

You again- un cuore in due Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora