Capitolo 43.1

109 12 3
                                    

Jordan

Natale era il giorno peggiore dell'anno, a casa mia. Ormai ero abituato alla quotidianità terribile che vivevo, ma questa giornata mi ricordava che, mentre nelle altre case le persone mangiavano insieme e si scambiavano regali, da me non sarebbe mai accaduto niente del genere.

Mia mamma ormai non si alzava da letto da molto, ma questo giorno doveva farlo, dato che mio papà voleva trovare tutto preparato.

Ecco perché mi ero svegliato prima per cucinare qualcosa io e apparecchiare la tavola. Mia mamma avrebbe fatto fatica, e non era giusto che venisse trattata come schiava da un maschilista del cazzo, ovvero mio padre.

Una volta vestito, aprii la tenda della mia camera con un gesto secco per fare entrare la luce del sole, ma quella passò in secondo piano, quando incontrai gli occhi verdi di Taylor attraverso il vetro della sua finestra.

Restai a guardarla per qualche istante, mentre anche lei rimaneva ferma a fissarmi, poi sembrò riscuotersi, perché tirò la tenda e non la vidi più.

Cazzo, mi basterebbe così poco per raggiungerla.

Scesi al piano di sotto e apparecchiai la tavola, poi andai ai fornelli e cercai tutti gli ingredienti per preparare una torta. Non sarei certo stato bravo come mia mamma, ma mio papà si sarebbe accontentato.

Infornai il preparato e attesi diversi minuti, finché il trillo del forno non mi comunicò che era pronta. La sfornai e vi misi sopra la glassa, poi la posizionai al centro del tavolo.

Proseguii cucinando ancora qualche dolce, finché non fu tutto pronto. Avrei voluto volentieri spiaccicare la torta in faccia a mio padre e mandarlo a 'fanculo dicendogli di cucinare da solo se aveva tanta fame, dato che era adulto e vaccinato, ma si sarebbe aperta una discussione infinita e non mi sembrava il caso. Per una volta avrei potuto chiudere un occhio.

La porta della cucina si aprì, e sulla soglia comparve mia mamma, con le spalle ricurve e il pigiama sgualcito. Le occhiaie erano ormai due solchi profondi sotto agli occhi, i capelli un ingarbuglio infinito e la pelle pallida.

Te la farò pagare, papà. Molto presto.

"Oh, Jordan, ciao." Biascicò lei.
"Buongiorno mamma, buon Natale." Le sorrisi, stampandole un bacio sulla fronte.
"Hai preparato tutto tu? Ma..."
"Non ti preoccupare, tu sei stanca, e io volevo farti una sorpresa, okay? È Natale anche per te."
Lei mi sorrise debolmente. "Grazie."

Si sedette sul divano stancamente, come se non avesse dormito per ore e ore di fila costantemente.

"Come stai?" Le chiesi.
"Bene, tesoro, non preoccuparti."
Me lo diceva sempre. Ma davvero pensava che bastasse quello a non farmi allarmare? Credeva sul serio mi importasse così poco di lei?

"Sai, alla fine delle vacanze ho un'altra partita del Campionato, giocheremo in Crystal River." Le comunicai, sedendomi accanto a lei.
"Fantastico, tesoro." Sospirò, sforzando un sorriso.
"Finora le abbiamo vinte tutte, ma sarà difficile, la stagione finisce ad aprile."
Lei sorrise ancora.

Sospirai, non sapendo cos'altro dire. "Sono contento di essere stato eletto capitano, e poi essere in squadra con Derek è una vera fortuna, siamo amici e ci capiamo subito. Cole fa il tifo per noi, sai? Urla come un dannato dagli spalti." Ridacchiai, sperando di distrarla dai suoi pensieri costanti.
"Tesoro, tua mamma è un po' stanca, scusa." Sussurrò.

Abbassai lo sguardo. Certo, dovevo immaginarlo. Non era colpa sua, ma tutte le volte che parlavo con lei mi sembrava disinteressata, assente. Ero convinto di spaventarla, molto probabilmente era così: aveva paura fossi come papà, dopotutto gli somigliavo fisicamente. Cazzo, era terribile: io non ero come lui, non lo sarei mai stato.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: 5 days ago ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

You again- un cuore in due Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora